Tassi invariati, la Federal Reserve è pronta ad iniziare la riduzione del bilancio a settembre. Fiducia nel ritorno dell’inflazione verso il 2%.
La Federal Reserve getta le basi per una ormai vicina riduzione dello stimolo di politica monetaria, lo stesso che ha salvato l’economia statunitense dalla crisi finanziaria.
Come previsto, la Fed mantiene i tassi di interesse invariati nel range 1.00%-1.25%. All’interno del report post-riunione, data l’assenza della consueta conferenza stampa della presidente Janet Yellen, si legge che la banca centrale statunitense ha intenzione di iniziare la riduzione del bilancio “relativamente presto”. La Fed si mostra, inoltre, fiduciosa verso il rialzo dell’inflazione vicino al target fissato al 2%.
Il FOMC ha rilasciato una dichiarazione contenente il messaggio chiave che punta all’avvio delle novità nel mese di settembre. Con l’arrivo dell’autunno, la banca centrale comincerà a disfarsi del portafoglio di obbligazioni che ha accumulato all’interno del suo bilancio per un totale di 4.500 miliardi di dollari.
"La commissione si aspetta di iniziare relativamente presto ad attuare il suo programma di normalizzazione del bilancio, a condizione che l’economia proceda ampiamente come previsto",
si legge all’interno della dichiarazione post-riunione.
La frase "relativamente presto" è il punto cruciale della dichiarazione. Gli osservatori sottolineano un aspetto più immediato rispetto al riferimento "quest’anno", presente ancora nella dichiarazione di giugno.
Torna il giorno della Federal Reserve, i mercati sono pronti ad osservare i commenti di politica monetaria della banca centrale numero uno al mondo in cerca di indizi sul percorso futuro dei tassi di interesse. Gli operatori non nascondono una certa preoccupazione in materia di inflazione negli Stati Uniti, le cui previsioni potrebbero essere riviste al ribasso in occasione della riunione della Fed in conclusione questa sera. Nessun cambiamento atteso, invece, sul fronte dei tassi di interesse, che dovrebbero rimanere invariati all’1,25%.
| Su questa pagina verranno inseriti aggiornamenti in tempo reale sui contenuti delle dichiarazioni di politica monetaria della Fed. Attenzione: nessuna conferenza stampa è in programma oggi. |
La Fed potrebbe far leva sulla solidità dei mercati finanziari e le ottime performance delle trimestrali a Wall Street, fattori che possono fornire una giustificano a rimanere in pista con una politica monetaria più severa nonostante la recente debolezza dell’inflazione. Ma nulla ancora è stato scritto.
Cosa aspettarsi dalla riunione Fed di oggi
Se da una parte non si prevede che la banca centrale statunitense annunci dei cambiamenti di politica immediati alle ore 20:00 di mercoledì a conclusione della riunione di due giorni, è alta la possibilità che l’istituzione voglia rivedere le stime sui prezzi al consumo dopo quattro mesi consecutivi di inflazione deludente. In occasione della riunione odierna non è prevista una conferenza stampa del presidente Yellen.
Il prossimo aumento dei tassi di interesse dopo il rialzo di giugno potrebbe arrivare a settembre, insieme all’inizio del processo di riduzione del bilancio della Fed al momento di 4.500 miliardi di dollari.
Alcuni membri della banca centrale guardano a dicembre come la prossima occasione per aumentare i tassi, anche se i mercati dubitano che l’inflazione possa consentire tale mossa.
La Fed e il nodo inflazione
L’inflazione armonizzata è in calo da gennaio, gli ultimi dati mostrano i prezzi al consumo core all’1,7%. Il fenomeno della bassa inflazione non è un problema confinato in territorio statunitense, però: la scorsa settimana la Banca Centrale Europea ha iniziato a tirarsi indietro sulla questione tapering (graduale riduzione del QE, ndr) a causa della debolezza riscontrata sulla crescita dei prezzi.
Compito della Fed in occasione della riunione di luglio è quello di esaminare con attenzione tutti i fattori che stanno pesando sull’inflazione, come promesso da Jnet Yellen in occasione delle ultime audizioni al Congresso USA. Secondo la Fed il calo dell’inflazione è dovuto a fattori una tantum come il calo del costo delle bollette telefoniche e dei farmaci. Ma lo scorso 12 luglio il presidente della Fed ha ammesso davanti alla Camera dei Rappresentanti che potrebbe esserci dell’altro sotto.
Iniziano ad emergere dei dubbi nell’organico della Fed circa l’effettiva temporaneità della debolezza dell’inflazione, aprendo la strada alla possibilità che si tratti di una decelerazione più difficile da invertire.
La riduzione del bilancio
I commenti più recenti della Yellen sottolineano il bisogno di vedere un rialzo stabile dell’inflazione prima di poter avviare il processo di riduzione dello stato patrimoniale della banca centrale. Nonostante alcuni prevedino che la Fed possa iniziare a ridurre il bilancio già a conclusione della riunione di luglio, sembra più probabile che la banca voglia aspettare più a lungo. La riunione di luglio non è accompagnata da una conferenza stampa della Yellen, rendendo potenzialmente rischioso annunciare un programma senza precedenti per ridurre il quantitative easing.
Si guarda a settembre come il momento più probabile in cui la banca vorrà iniziare a scuotere lo status quo.
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