Riforma pensioni, continua la lotta contro il tempo per garantire l’entrata in vigore delle misure di pensione anticipata. Il punto sui precoci, Ape e Ape sociale.
Continua la lotta contro il tempo del Governo per garantire la piena attuazione della riforma delle pensioni e, in particolar modo, l’entrata in vigore delle misure di pensione anticipata.
Sono tanti i lavoratori che attendono novità per quanto riguarda Quota 41 e Ape: mentre per la seconda è stato ipotizzato un ritardo, per la misura riservata ai lavoratori precoci sembrano esserci buone possibilità che vengano rispettate le previsioni.
Secondo le ultime indiscrezioni, infatti, nonostante non sia stato ancora firmato il decreto attuativo sulla Quota 41 dei precoci, uno schema di provvedimento sarebbe stato inviato dal Governo al Consiglio di Stato per ottenere il via libera e ottimizzare i tempi.
Per ora l’unico decreto attuativo approvato dal Governo è stato quello sull’Ape sociale, che, nonostante il parere del Consiglio di Stato e i correttivi chiesti dallo stesso, dovrebbe poter essere fruibile da tutti coloro che abbiano maturato il diritto a partire dal 1° maggio.
Ecco il punto della situazione sulla riforma delle pensioni e in particolare sui precoci, Ape e Ape sociale.
Riforma pensioni: lavoratori precoci proseguono raccolta firme per la Quota 41
Sono ore di attesa per i lavoratori precoci e, in particolare, per tutti coloro che attendono notizie sul decreto attuativo riguardante la Quota 41. Come accennato secondo le ultime indiscrezioni il Governo avrebbe già inviato uno schema di decreto al Consiglio di Stato, al fine di velocizzare i tempi.
Ma se una parte dei precoci attende impaziente notizie sui decreti attuativi, la maggior parte di essi continua la mobilitazione a favore della Quota 41 per tutti. Il prossimo 11 maggio è stata organizzata una manifestazione a Roma per chiedere al Governo che la possibilità di uscita senza penalizzazioni al raggiungimento dei 41 anni di contributi sia estesa a tutti. Non solo. I precoci stanno anche continuando la raccolta firme a favore della petizione che chiede la discussione alla Camera del ddl 857, il disegno di legge presentato da Cesare Damiano.
Riforma pensioni: Ape, costi minori del previsto
Più complicata sembra invece la situazione dell’Ape volontaria, il cui slittamento era stato già messo in preventivo nelle settimane scorse. Le ultime notizie sulla misura, punto saliente della riforma delle pensioni, sono tuttavia positive. L’economista Stefano Patriarca, con un intervento su Il Sole 24 Ore, ha spiegato infatti che
“i parametri si vanno definendo e vengono ridimensionate ricostruzioni fantasiose su una eccessiva onerosità. Per chi chiedesse l’Ape per due anni (80% della pensione netta), l’operazione dovrebbe avere un Taeg netto effettivo attorno al 3,3%, un livello molto al di sotto degli attuali tassi per operazioni comparabili”.
Ciò significa che i costi della misura sarebbero minori rispetto a quanto ipotizzato e che la differenza tra l’Ape e una normale pensione dovrebbe aggirarsi intorno al 2,9%.
Riforma pensioni: Ape sociale, i correttivi del Consiglio di Stato
Nonostante quello sull’Ape sociale sia stato l’unico decreto attuativo firmato finora dal Governo, l’esecutivo a breve dovrà rimetterci mano.
Il parere del Consiglio di Stato sul provvedimento non è stato ostativo, ma ha rivelato la necessita di impostare alcuni correttivi che non riguardano solo la forma. Uno dei punti che dovrà essere sottoposto nuovamente al vaglio del Governo è quello riguardante la platea dei beneficiari: secondo il Consiglio di Stato, infatti, l’estensione dell’Ape sociale agli operai agricoli e a coloro che non hanno i requisiti Naspi e siano disoccupati perlomeno da tre mesi sarebbe stata fatta senza un’adeguata copertura normativa. A tal proposito l’esecutivo dovrà procedere a modificare la norma. Inoltre il Consiglio di Stato ha evidenziato la necessità di allungare la finestra temporale per la presentazione delle domande fino al 31 luglio 2017.
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