Reddito di Cittadinanza cancellato o tagliato? Perché non c’è da temere per il futuro

Simone Micocci

7 Settembre 2021 - 12:00

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Aumentano le forze politiche che vorrebbero cancellare il Reddito di Cittadinanza. 2,5 milioni di beneficiari temono per il futuro della misura: c’è da preoccuparsi?

Reddito di Cittadinanza cancellato o tagliato? Perché non c’è da temere per il futuro

Uno dei temi politici del momento è sicuramente quello riguardante il Reddito di Cittadinanza. Nelle ultime settimane, infatti, tutti - o quasi - i più importanti esponenti politici hanno espresso un parere sul futuro del Reddito di Cittadinanza, misura che secondo quanto si apprende da fonti istituzionali dovrebbe essere presto oggetto di modifiche.

Nelle ultime ore anche l’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) si è espressa riguardo al Reddito di Cittadinanza, dando indicazioni al Governo italiano su cosa sarebbe più giusto fare.

Ad assistere a questo dibattito con interesse ci sono coloro che percepiscono il Reddito di Cittadinanza: una platea di circa 2,5 milioni di persone che temono che questo confronto possa portare a un taglio del beneficio o peggio ancora a una sua cancellazione.

Reddito di Cittadinanza: chi lo vuole cancellare

Fino a qualche settimana fa solamente due forze politiche si erano espresse contro il Reddito di Cittadinanza chiedendone la cancellazione. Si tratta di Fratelli d’Italia - con Giorgia Meloni che ha descritto la misura come “metadone di Stato” - e di Italia Viva, dove Matteo Renzi ha in programma di organizzare un referendum abrogativo.

A questi si è aggiunto di recente anche Matteo Salvini, il quale dopo un periodo di titubanza ha deciso di schierarsi apertamente contro il Reddito di Cittadinanza. Ma all’interno della Lega non tutti la pensano allo stesso modo: Giancarlo Giorgetti, attuale Ministro dello Sviluppo Economico, ha dichiarato di non essere così contrario all’idea del Reddito di Cittadinanza, auspicandone però un cambiamento.

Nel dettaglio, Giorgetti ha spiegato che sarebbe opportuno passare da un Reddito di Cittadinanza a un Lavoro di Cittadinanza, in quanto “la Costituzione italiana recita che è il lavoro a renderci pienamente cittadini”.

Il problema del RdC è stato proprio questo d’altronde: non essere riuscito a passare da un sostegno economico a una ricollocazione lavorativa per i beneficiari occupabili, o comunque di esserci riuscito in pochi casi.

Ed è proprio su questo aspetto che si concentra l’ultima analisi dell’OCSE: l’organizzazione ha infatti riconosciuto un successo a metà per il RdC, in quanto questo ha sì “contribuito a ridurre il livello di povertà delle fasce più indigenti della popolazione”, in quanto “nel 2020 i trasferimenti pubblici hanno limitato la diminuzione del reddito disponibile delle famiglie al 2,6% in termini reali”, ma allo stesso tempo non è riuscito a raggiungere risultati incoraggianti sul fronte della rioccupazione.

Per questo motivo, l’OCSE spera che ci possa essere perlomeno un taglio dell’importo del Reddito di Cittadinanza, così da “incoraggiare i beneficiari a cercare lavoro”.

Reddito di Cittadinanza: guerra interna nella maggioranza?

Il fatto che i due Matteo - Salvini e Renzi - si siano schierati con forza contro il Reddito di Cittadinanza mina la stabilità della maggioranza. Ma Draghi, che già con il green pass ha dimostrato di voler proseguire per la sua strada, difficilmente cederà a ricatti.

Per questo motivo la strada da intraprendere sembra una sola: un compromesso, con il Reddito di Cittadinanza che potrebbe essere migliorato per dare nuova linfa alla misura. E d’altronde il Partito Democratico, da cui proviene il Ministro del Lavoro Andrea Orlando, sta già studiando dei correttivi.

E anche il Movimento 5 Stelle, che ha sempre difeso la bontà del progetto, fa sapere di essere aperto a delle modifiche, purché il principio alla base della misura non venga snaturato.

Reddito di Cittadinanza: chi lo prende può stare tranquillo?

I cambiamenti ci saranno, ma - al netto di qualche indiscrezione - non sappiamo quali. Per questo motivo chi prende il Reddito di Cittadinanza è preoccupato per quello che potrebbe succedere.

Intanto vogliamo tranquillizzare chi ritiene che il Reddito possa essere cancellato: l’eliminazione della misura per il momento non è nell’agenda di Mario Draghi e non lo sarà per tutta la legislatura. E lo stesso vale per un presunto taglio dell’importo, come quello auspicato dall’OCSE: nulla da fare, semmai ci potrebbe essere una revisione dei criteri per il calcolo così da favorire le famiglie più numerose.

Poi si vedrà: nel caso in cui le prossime elezioni dovessero portare a un Governo di Centrodestra allora sì che il RdC potrebbe avere le ore contate.

È vero però che potrebbero esserci delle modifiche già nel prossimo anno: in primis a cambiare dovrebbe essere il progetto di politica attiva collegato alla misura. In vista della riforma delle PAL, infatti, il Reddito di Cittadinanza dovrebbe essere inglobato all’interno del nuovo GOL, ossia il piano di Garanzia di occupabilità dei lavoratori.

A doversi preoccupare sono coloro che in questi mesi hanno usufruito della misura pur non avendone diritto. Ci riferiamo ai cosiddetti “furbetti” del Reddito di Cittadinanza: il piano del Governo, infatti, è di potenziare i controlli, ma anche prevedere una nuova serie di condizionalità per fare in modo che coloro che non hanno voglia di lavorare non vadano più a percepire questo - e altri - aiuto di Stato.

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