Quota 41 per tutti, Di Maio e Salvini confermano: ma non c’è accordo sui tempi

Simone Micocci

5 Febbraio 2019 - 09:09

condividi

Pensioni news, già fissato il prossimo obiettivo: Quota 41 per tutti. Di Maio e Salvini sono d’accordo, ma c’è l’incognita tempi.

Quota 41 per tutti, Di Maio e Salvini confermano: ma non c’è accordo sui tempi

Appurata Quota 100 il Governo comincia - almeno a parole - a pensare al nuovo obiettivo della riforma delle pensioni: Quota 41 per tutti. Già nel contratto sottoscritto da Lega e Movimento 5 Stelle, d’altronde, si parla di estendere a tutti i lavoratori la possibilità di accedere alla pensione con Quota 41, ossia con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica.

In realtà il Governo avrebbe voluto portare a compimento già quest’anno, salvo poi rendersi conto dell’insostenibilità di una riforma delle pensioni che nel contempo contasse sia Quota 100 che Quota 41. Secondo le stime, infatti, solamente queste due misure insieme sarebbero costate oltre 10 miliardi di euro, un costo insostenibile per lo Stato specialmente nell’anno in cui è stato introdotto anche il reddito di cittadinanza.

L’estensione di Quota 41 è stata quindi rinviata ad un secondo momento, quando potrebbe prendere il posto di Quota 100 che - ricordiamo - è stata introdotta solamente in via sperimentale. In questi giorni sia Salvini che Di Maio hanno parlato di Quota 41 durante i comizi elettorali hanno preso parte. Entrambi quindi sono concordi sul fatto che sia necessario estendere a tutti i lavoratori la possibilità di accedere a Quota 41, tuttavia c’è un aspetto su cui i due non sembrano concordare: il tempo.

Di Maio e Salvini dicono sì a Quota 41 per tutti: ma quando?

In questi giorni, oltre a congratularsi con il Governo per l’impegno messo nel mantenere le promesse elettorali, Matteo Salvini ha parlato più volte di Quota 41, promettendo ai lavoratori tutti che presto si potrà andare in pensione anche con soli 41 anni di contributi.

Anche nelle slide di presentazione di Quota 100 si dà l’annuncio della prossima estensione di Quota 41 che - secondo le parole di Salvini - ci sarà già dal 2020.

Di Maio pur concordando sul prossimo obiettivo della riforma delle pensioni, non sembra d’accordo sui tempi indicati da Matteo Salvini. Nel dettaglio, il Ministro del Lavoro durante il suo intervento sul palco di Chieti per il sostegno della campagna elettorale della candidata del Movimento 5 Stelle per le elezioni della Regione Abruzzo, ha confermato Quota 41 per tutti, ma ha aggiunto che non se ne parlerà prima dei prossimi tre anni, ossia fino alla scadenza della fase sperimentale di Quota 100.

Obiettivamente le parole di Di Maio sono quelle più vicine alla realtà: ad oggi, infatti, sembra improbabile che il Governo decida di concentrare un’altra Legge di Bilancio sul tema previdenziale, dal momento che ci sono aspetti dimenticati dall’ultima manovra finanziaria - come ad esempio il rinnovo del contratto degli statali - che dovranno essere assolutamente affrontati nella prossima. Inoltre, c’è un’altro motivo per cui riteniamo che Quota 41 per tutti sia fattibile ma solo dal 2022; vediamo qual è.

Quota 41 e la penalizzazione sull’assegno previdenziale

Come noto, andare in pensione in anticipo - ricorrendo ad esempio alla nuova Quota 100 - comporta una riduzione dell’assegno previdenziale. Non si tratta di una penalizzazione, bensì di una normale conseguenza del sistema contributivo per il calcolo della pensione che premia coloro che hanno lavorato per più anni e hanno percepito stipendi più elevati.

Ebbene, è proprio per questo motivo che il Governo conta di limitare la spesa prevista per l’estensione di Quota 41, dal momento che dal 2022 la penalizzazione sarà più severa rispetto ad oggi. Dal 2022, infatti, sempre più lavoratori avranno la pensione calcolata interamente con il sistema contributivo, quindi molti di loro potrebbero decidere di non accedere a Quota 41 continuando a lavorare per incrementare il loro montante contributivo e, di conseguenza, l’assegno previdenziale.

Ad accedere a Quota 41, quindi, sarebbe solamente una parte dei potenziali beneficiari, e questo comporterebbe una riduzione della spesa complessiva. Insomma, dal 2022 Quota 41 per tutti potrebbe diventare sostenibile, poiché il costo della riforma delle pensioni si abbasserebbe notevolmente.

Quota 41 oggi

Prima di concludere ricordiamo che Quota 41 oggi è riservata ai soli lavoratori precoci, ossia a coloro che vantano almeno 12 mesi di contributi prima del compimento del 19° anno di età.

Non basta però soddisfare questa condizione, dal momento che Quota 41 è riservata solamente alle categorie di lavoratori svantaggiati, quali: disoccupati, invalidi, caregivers e lavoratori usuranti e gravosi.

Questi possono andare in pensione indipendentemente dall’età con una contribuzione di 41 anni, visto che il decreto che riforma le pensioni ha escluso Quota 41 e la pensione anticipata dall’adeguamento con le aspettative di vita, evitando un aumento di 5 mesi dei requisiti. C’è comunque una differenza rispetto allo scorso anno: il Governo, infatti, ha deciso di reintrodurre la finestra mobile, stabilendo che dal raggiungimento dei suddetti requisiti alla decorrenza della pensione devono trascorrere tre mesi.

Iscriviti a Money.it