Prezzo dell’oro in picchiata

Lorenzo Baldassarre

03/10/2017

Il prezzo dell’oro è sceso drasticamente in meno di un mese. Principali cause: forte apprezzamento del dollaro e possibili rialzi dei tassi di interesse. Quest’ultimi potrebbero portare gli investitori a non rifugiare i propri risparmi nell’oro. 1270$ valore chiave.

Prezzo dell’oro in picchiata

L’oro, bene rifugio per eccellenza, rischia di perdere valore proprio a causa dell’apprezzamento di altre valute come dollaro e sterlina, che potrebbero risultare un investimento più sicuro dell’oro. Entrambe le valute potrebbero subire un rialzo dei tassi di interesse e portare a un deprezzamento dell’oro. Il valore chiave da seguire è 1270$, dove è posizionato nel momento in cui si scrive, varcato questo dato il prezzo potrebbe scendere ancora. I venti di guerra potrebbero invece portare a un rialzo.

Prezzo dell’oro: discesa continua

Nell’ultimo periodo il valore massimo dell’oro è stato registrato l’8 settembre ed è stato pari a 1357$. Era il periodo dei ripetuti test missilistici della Corea del Nord quando il mondo, per paura di una guerra imminente, si rifugiò nell’oro. Da lì ci fu una discesa abbastanza graduale, ma continua, salvo il 26 settembre, quando l’oro si apprezzò bruscamente.

Nel momento in cui si scrive il prezzo dell’oro è pari a 1270$, considerato un supporto oltre il quale il prezzo potrebbe scendere ancora e toccare prima 1257$ e poi 1250$.

In caso di rimbalzo su quella linea, il prezzo dell’oro punterebbe a tornare a 1283$ prima e 1291$ poi, ma solo col superamento di 1311$ si potrebbe parlare della fine del pericolo ribassista.

Ricapitolando, abbiamo le seguenti resistenze e supporti, oltre al valore 1270$.

Resistenze: 1283$ - 1291$ - 1311$

Supporti: 1257$ - 1250$

I tassi di interesse e una possibile crisi

Nell’ultimo periodo sia la Fed sia laBoE hanno lasciato intendere che avrebbero alzato i tassi di interesse, ciò porterebbe a un aumento del valore delle valute corrispondenti a scapito dell’oro.

Le ragioni principali sono due: da una parte l’oro è scambiato direttamente in dollari, dunque il suo andamento è inversamente proporzionale a quello del dollaro; dall’altra parte monete forti possono essere dirette concorrenti nella scelta degli investitori su dove rifugiare i propri risparmi.

Il destino del prezzo dell’oro è dunque anche legato alle scelte delle banche centrali. Aggiungiamo infatti anche la BCE perché è probabile che nel 2018 dovrà iniziare il tapering sul quantitative easing, che porterà un afflusso minore di moneta in circolazione e un aumento del valore della moneta unica europea.

Chiaramente una possibile escalation in Corea del Nord porterebbe gli investitori a guardare all’oro, considerato un bene rifugio, piuttosto che alle valute, che potrebbero subire contraccolpi non indifferenti da una crisi mondiale.

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