Prezzo del petrolio: 10 motivi che indicano l’arrivo di un crollo della quotazione anche se ad oggi il prezzo del petrolio scambia ai massimi di ottobre scorso.
Il prezzo del petrolio continua a salire per il terzo giorno consecutivo e segna i massimi di 8 mesi nella sessione di mercoledì, spinto al rialzo dal crollo oltre le attese delle scorte di petrolio negli Stati Uniti, dalla paura di nuovi attacchi all’industria petrolifera in Nigeria e dalla crescita della domanda di greggio proveniente dalla Cina.
Nonostante il grafico mostri il prezzo del petrolio verso i 60 dollari al barile, un nuovo crollo delle quotazioni potrebbe essere dietro l’angolo.
Al momento il prezzo del petrolio Brent con consegna ad agosto scambia a 51.47 dollari al barile - dopo aver toccato i massimi del 12 ottobre 2015 a $51.55, mentre il WTI per luglio segna un rialzo dello +0.08% a 50.47 dollari, poco sotto ai massimi del 9 ottobre scorso.
Il prezzo del petrolio ha sperimentato un forte movimento al rialzo nelle ultime settimane rispetto ai minimi di febbraio grazie a delle influenze positive all’interno delle dinamiche di mercato.
Oltre i 50 dollari al barile, il prezzo del petrolio sta ancora godendo degli indicatori preferiti ma alcuni fattori in arrivo sembrano anticipare un nuovo ribasso per la quotazione del greggio.
Prezzo del petrolio: perché tornerà a scendere
In questo contesto di mercato, e per i fattori elencati di seguito, per il prezzo del petrolio diventerà sempre più difficile continuare a salire ed uscire dal range attuale. La spinta ribassista potrebbe aumentare di forza e far scendere di nuovo il prezzo del petrolio.
Nel mese di giungo le previsioni per il prezzo del petrolio evidenziano la presenza di fattori ribassisti. La quotazione del greggio continua a scambiare vicino i 50 dollari al barile in un range relativamente stretto. Le dinamiche del settore energia, comprese le interruzioni di produzione in alcune parti del mondo e le previsioni per un aumento della domanda negli Stati Uniti, nelle ultime settimane hanno spinto il prezzo del petrolio in rialzo.
Tuttavia, il recente rafforzamento del dollaro USA e la mancanza di un accordo tra i paesi membri dell’OPEC hanno limitato la prosecuzione del rally. A giugno le cose cambieranno ancora: alcuni fattori torneranno a migliorare, ma altri potrebbero spingere di nuovo il cambio euro-dollaro in ribasso.
Prezzo del petrolio: 10 fattori che puntano al ribasso
1) Nessun accordo dall’OPEC
La scorsa settimana la riunione dell’OPEC a Vienna si è conclusa con un nulla di fatto. La maggior parte dei membri del cartello economico si è detta soddisfatta della recente correzione al rialzo della quotazione nelle ultime settimane. Nessun accordo coordinato sulla produzione dunque, fattore che pesa sul mercato anche se ampiamente anticipato. L’Iran continua ad aumentare l’output con l’obiettivo di raggiungere i 2.2 milioni di barili al giorno in estate e i 4 milioni di barili “molto presto”.
2) Il Canada recupera
Dopo gli stop di produzione in Canada a causa di numerosi incendi, l’output di petrolio del paese sta tornando in pista. Il calo di 1 milione di barili al giorno sta per essere recuperato pienamente, tornando ad essere un fattore ribassista per il prezzo del petrolio.
3) Aumentano gli impianti negli USA
Nelle ultime due settimane, il calo del numero di impianti di estrazione in funzione ha registrato un rallentamento. Nel suo ultimo report, la Baker Hughes ha mostrato addirittura un aumento delle strutture attive nel Nord America. Questo fattore catturerà presto l’attenzione del mercato: il prezzo del petrolio $50 è cruciale per le compagnie petrolifere americane e le loro decisioni di investimento. Il prezzo attuale potrebbe aumentare di nuovo la produzione e pesare sul prezzo del petrolio, ma non solo. I sauditi potrebbero rispondere aumentando a loto volta l’output, spingendo ancora più in ribasso il prezzo del petrolio.
4) La reazione dell’Arabia Saudita
Un aumento della produzione negli Stati Uniti potrebbe avere un effetto domino soprattutto in Arabia Saudita, che ha negli ultimi mesi ha spinto l’OPEC a non accettare di tagliare la produzione e perdere le proprie quote di mercati. Ogni nuova dichiarazione dall’Arabia Saudita o aumento di produzione avrà un forte peso ribassista sul prezzo del petrolio.
5) Incertezze sull’economia USA
L’andamento dell’economia statunitense sta mostrando segnali negativi negli ultimi tempi, soprattutto dopo il report sul mercato del lavoro USA di venerdì scorso. L’incertezza sul fronte della domanda statunitense per il petrolio potrebbe pesare sui prezzi e il calo dei nuovi posti di lavoro potrebbe essere legato all’andamento lento del PIL del primo trimestre.
6) Continua la paura della Cina
Gli ultimi dati sul PMI manifatturiero in Cina sono stati deboli ed hanno aumentato ancora una volta i dubbi sulla salute dell’economia cinese e la sua effettiva capacità di recuperare nel medio termine.
7) Il rialzo dei tassi della Federal Reserve
La Federal Reserve potrebbe anche non voler togliere dal tavolo la possibilità di un aumento dei tassi di interesse nonostante gli ultimi dati sul lavoro USA,ma indicare al mercato di voler rialzare i tassi nel corso dell’anno entro la fine del 2016.
I dati sul lavoro hanno fatto scendere le possibilità per un aumento nel breve termine, ma il nuovo flusso di dati in arrivo secondo gli analisti segnalerà un continuo miglioramento dell’economia - il che aumenterà l’incertezza dei mercati circa le intenzioni della banca centrale statunitense.
Il mercato potrebbe perdere fiducia nella capacità della Fed di comprendere la situazione e questo spingerebbe il ribasso sul prezzo del petrolio.
8) L’esito del referendum Brexit
Il referendum sulla Brexit del 23 giugno. La paura per una possibile uscita del Regno Unito dall’UE potrebbe sconvolgere le quotazioni dei mercati finanziari e gli ultimi sondaggi non fanno altro che parlare di un aumento delle preferenze pro-Brexit.
9) Gli effetti del terrorismo
Il rischio terrorismo in Europa e nel mondo occidentale in generale è tornato ad essere una realtà. Il terrorismo aumenta i costi per l’economia e dovrebbe smettere di essere un fattore sottovalutato dal mercato.
10) L’esito delle presidenziali USA
Le elezioni presidenziali USA 2016 si stanno avvicinando e le prospettive per un miglioramento dell’economia, almeno sulla base di ciò che sappiamo finora, rimangono basse. Ma non solo: le condizioni dell’economia numero uno al mondo potrebbero anche peggiorare.
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