Mercati e terrorismo: l’impatto del terrore sugli indici azionari

Federico Izzi

20 Novembre 2015 - 15:32

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Agli attacchi dell’ISIS a Parigi i mercati hanno risposto positivamente, ma che impatto ha il terrore sui mercati finanziari?

Mercati e terrorismo: l’impatto del terrore sugli indici azionari

Ha lasciato sorpresi la reazione positiva che gli indici azionari hanno registrato in questi primi giorni della settimana con aperture di forti ribassi (-2%) ai valori di metà ottobre dopo gli attacchi dell’ISIS a Parigi.

Un cambio d’umore che sin dalle prime ore di contrattazione ha consentito di recuperare i gap negativi delle aperture chiudendo le contrattazioni sui massimi la giornata di lunedì 16 novembre con rialzi superiori all’1% tornando a rivedere i livelli di venerdì mattina.

Intensità replicata anche nei giorni successivi con diverse intonazioni positive tra i vari indici azionari.

L’impatto del terrore sui mercati azionari

Se non ci limitiamo ad analizzare il singolo recente evento ma lo confrontiamo con quanto accaduto negli ultimi anni, nella tabella "Impatto del Terrore" ho riportato accadimenti simili, precisamente dal settembre 2001.
Nella colonna “1 MESE” notiamo che tranne l’evento terroristico alle Torri Gemelle a News Yourk (-7,1%) l’indice statunitense del Dow Jones è riuscito a contenere i timori e le vendite con ribassi contenuti sia nel 2004 (-1,6% attentato a Madrid) sia nel 2013 (-1,8% attentato di Boston), riuscendo a reagire positivamente ai primi minuti di panico e chiudere in positivo la giornata sia nel 2002 (+0,3% attentato a Bali), sia nel 2005 (+0,3% attentato a Londra) e nel 2012 (+0,5% attentato a Bengasi).

Una reazione positiva che lunedì scorso è riuscita a segnare la migliore reazione d’orgoglio dell’indice statunitense sin dai primi minuti di contrattazione con un’apertura in leggero territorio negativo (-0,1%) e chiusura con un deciso rally (+,14%).

Dall’evento di Bali del 2002 si registra un “Tempo di Recupero” (colonna) dei valori ante-evento nei giorni immediatamente successivi con un recupero che si perfeziona dopo “1 MESE” (colonna) con valori superiori.

Da non trascurare il particolare che risalta nella colonna “Minimi di Periodo” quando le chiusure giornaliere sono state positive (2002-2005-2012) i valori non hanno rivisto nuovi minimi nei mesi successivi tranne il 2004 e 2013 con un bottom (minimo inferiore) registrato nei 3-4 giorni successivi.

Diverse sono state le interpretazioni degli operatori finanziari a quanto accaduto in questi ultimi giorni, ma analizzando quanto accaduto nel passato non si riscontra nessuna anomalia se non quella di una recente reazione che potrebbe sembrare irrazionale e cinica, ma che a differenza degli atti precedenti ha avuto la possibilità di essere emotivamente elaborata nel fine settimana per oltre due giorni.

E’ utile prendere atto che negli ultimi 14 anni i mercati azionari, tranne nel 2001, ma senza dimenticare di avere già un ciclo quinquennale in tendenza negativa, pur con diversi e turbolenti impatti iniziali, sono sempre riusciti a reagire positivamente ai drammatici eventi esogeni.

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