Report sul lavoro USA: i Non Farm payrolls deludono. Dubbi sul rialzo dei tassi della Federal Reserve a giugno, probabilità crollano al 6%.
Report in chiaroscuro quello sul mercato del lavoro negli Stati Uniti per il mese di maggio.
Il mese scorso gli Stati Uniti hanno aggiunto solamente 38.000 nuovi posti di lavoro all’economia e il risultato precedente è stato rivisto fortemente al ribasso. Aumentano così i dubbi che la Fed, banca centrale statunitense, possa essere realmente nelle condizioni di poter aumentare i tassi di interesse durante l’estate.
Il dato sui nuovi posti di lavoro è stato al di sotto delle attese, ai minimi che non si vedevano dal 2010. Gli economisti avevano previsto un aumento di almeno 155.000 unità nel mese di riferimento.
Intanto, il tasso di disoccupazione è sceso contro ogni aspettativa al 4.7% dal precedente 5%: si tratta dei minimi che non si vedevano da prima che scoppiasse la grande recessione a dicembre 2007. La discesa, tuttavia, è dovuta quasi interamente ai 458.000 americani che sono usciti dalla forza lavoro.
La partecipazione alla forza lavoro è scesa per il secondo mese consecutivo al 62.6%, come riferito dal Dipartimento del Lavoro sul Calendario Economico.
In rialzo invece salario orario medio dello 0.2% a $25.59.
Crollano le attese per rialzo tassi Fed
La delusione dai dati di oggi sul mercato del lavoro statunitense hanno eroso immediatamente le possibilità di un rialzo dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve quest’anno.
Le probabilità per un rialzo a giugno sono crollate al 6% dal 21% precedente alla pubblicazione del dato sui Non Farm payrolls. Per luglio le probabilità sono scese dal 58% al 42%.
È settembre ora il tempo più propizio per un rialzo dei tassi nel 2016, probabilità in rialzo al 52%.
Dopo un inizio anno difficile, alcuni dati economici tra cui il rafforzamento del settore immobiliare, della spesa e delle vendite al dettaglio avevano fatto sperare alcuni membri della Fed che l’obiettivo di inflazione al 2% non fosse poi così lontano.
I market mover di venerdì mettono in dubbio, invece, la costanza della ripresa statunitense.
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