Perché a Salvini conviene fare una federazione con Berlusconi

Alessandro Cipolla

07/06/2021

07/06/2021 - 14:43

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Si parla sempre con più insistenza di un accordo tra Lega e Forza Italia: ecco i cinque motivi per cui a Matteo Salvini converrebbe federarsi con Silvio Berlusconi.

Perché a Salvini conviene fare una federazione con Berlusconi

Matteo Salvini spinge sull’acceleratore per una federazione di centrodestra, tanto che il leader del Carroccio porterà questo tema fino alla scrivania di Mario Draghi in occasione del faccia a faccia previsto tra i due.

L’idea ormai è nota: il primo step sarebbe quello di un coordinamento congiunto in Parlamento, con i protagonisti che hanno spiegato come non si tratterebbe di una fusione con simboli e gruppi che resterebbero separati.

Si tratterebbe di una sorta di anticamera per un “partitone” unico che potrebbe concretizzarsi invece alle prossime elezioni, sulla scia di quella che è stata l’esperienza del Popolo della Libertà, partito nato nel marzo 2009 dall’unione di Forza Italia e Alleanza Nazionale e poi naufragato, dopo una serie di scissioni, definitivamente nel 2013.

Ma perché Matteo Salvini ha questa gran fretta di trovare un accordo con Silvio Berlusconi? Di retroscena in questi giorni ne sono circolati tanti, ma sarebbero principalmente cinque i motivi per cui la Lega avrebbe tutto da guadagnare facendo una federazione con Forza Italia.

Unione Lega-Forza Italia: i 5 motivi di Salvini

Non parlo di fusioni. Ma i tempi sono maturi per una federazione di centrodestra, dove ognuno manterrà comunque la propria identità”. Così Matteo Salvini dagli Stati generali della Lega in Calabria ha commentato la trattativa in corso con Forza Italia.

Un pressing che sta iniziando a diventare asfissiante quello da parte dell’ex ministro, con Forza Italia che appare spaccata sull’accettare o meno questa serrata corte da parte del Carroccio. A Silvio Berlusconi l’idea piace, ma tra i suoi in molti sarebbero pronti alle barricate.

Del resto questo possibile accordo con gli azzurri sembrerebbe essere ritagliato su misura della Lega. Ecco tutti i vantaggi che Matteo Salvini potrebbe avere nel medio e nel lungo termine.

Più forza nel Governo

Il primo passo di questa federazione sarebbe la creazione di un coordinamento tra i gruppi parlamentari dei due partiti. Un modo questo per unire le forze all’interno della variopinta e tumultuosa maggioranza che sostiene il governo Draghi.

Una sorta di simposio tra Lega e Forza Italia darebbe vita, al Senato come alla Camera, al gruppo parlamentare più numeroso superando il Movimento 5 Stelle. Considerando anche la sponda di Italia Viva e dei centristi, la bilancia del Governo inizierebbe così a pendere ancora di più a destra. Con i soldi del Recovery Fund in arrivo, il tandem PD-M5S potrebbe così finire all’angolo.

A febbraio quando il Parlamento in seduta congiunta insieme ai delegati regionali dovrà eleggere il prossimo Presidente della Repubblica, un blocco coeso Lega-Forza Italia potrebbe risultare determinante. Non è un mistero infatti che Silvio Berlusconi abbia il desiderio di trasferirsi al Quirinale, motivo per cui all’ex premier non dispiace l’idea della federazione.

Restare davanti a Giorgia Meloni

Da settimane i sondaggi indicano Fratelli d’Italia in continua crescita. La Lega sarebbe sempre il primo partito del Paese, ma un sorpasso di Giorgia Meloni sembrerebbe essere solo una questione di tempo.

Una regola non scritta del centrodestra è che alle elezioni, il Presidente del Consiglio indicato dalla coalizione, è il leader del partito capace di prendere più voti alle urne. Se Fratelli d’Italia dovesse finire davanti alla Lega, per Giorgia Meloni di conseguenza si andrebbero a spalancare le porte di Palazzo Chigi.

Con un ipotetico partito unico formato dalla Lega e da Forza Italia in campo, lo scenario ovviamente cambierebbe radicalmente: Matteo Salvini a quel punto avrebbe molti meno timori di vedersi “scippare” la guida del Governo dalla sua storica alleata.

Il potere mediatico di Berlusconi

Nella politica moderna i social svolgono un ruolo decisivo nelle varie campagne elettorali, ma non per questo si deve pensare che i media tradizionali ormai siano scivolati in secondo piano per quanto riguarda la propaganda.

Federarsi con Silvio Berlusconi vorrebbe dire per Matteo Salvini poter contare sul grande potere mediatico del leader di Forza Italia: una grancassa formata da televisioni, radio, giornali e riviste.

Sud

Quando Matteo Salvini ha capito di poter dare vita a un partito di respiro nazionale e non più territoriale, la Lega grazie anche al cambio di nome ha iniziato una campagna per cercare di espandersi al Sud.

Nonostante un incremento di voti e a un massiccio reclutamento di storici esponenti locali del centrodestra, il Carroccio nel Meridione non riesce ancora a sfondare vista la “resistenza” in alcune Regioni da parte di Forza Italia.

L’accordo con gli azzurri consentirebbe alla Lega di radicarsi maggiormente al Sud, con il grande obiettivo di Salvini che resterebbe sempre quello di poter eleggere almeno un proprio Presidente in una di quelle Regioni dove fino a qualche anno fa il Carroccio neanche si presentava.

Europa

La partita più complessa per questa possibile sinergia si gioca però a Bruxelles, dove Forza Italia è una delle colonne del PPE mentre la Lega è il partito trainante di Identità e Democrazia, il gruppo europeo più spostato a destra.

Vista la presenza di Marine Le Pen e dei tedeschi di AfD, Identità e Democrazia è fondamentalmente isolata nel Parlamento Europeo tanto che dopo le europee del 2019 si parla di una sorta di “cordone di sicurezza” che è stato creato intorno ai sovranisti.

Da tempo la Lega si starebbe così guardando intorno: con Giorgia Meloni che è alla guida dell’altro gurppo di destra, i Conservatori e Riformisti Europei, l’unica soluzione sarebbe quella di bussare alla porta dei Popolari.

L’asse con Forza Italia potrebbe rappresentare così per il Carroccio il grimaldello fondamentale per vedersi spalancare le porte della stanza dei bottoni anche a Bruxelles. Una soluzione questa benedetta dalle colombe (Giorgetti) e meno dai falchi (Borghi).

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