Pensioni: tagli sopra i 1.500 euro? La proposta per l’emergenza

Teresa Maddonni

05/05/2020

13/04/2021 - 09:32

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Pensioni: tagli sopra i 1.500 euro? La proposta è arrivata da un sindaco del Centro Italia e anche Elsa Fornero è tornata a parlare nei giorni scorsi del contributo di solidarietà.

Pensioni: tagli sopra i 1.500 euro? La proposta per l’emergenza

Pensioni: tagli sopra i 1.500 euro? La proposta arriva da un sindaco, ma non è mancato il riferimento a quello che è stato definito “un contributo di solidarietà” anche da parte di Elsa Fornero discutendone nel programma di Giovanni Floris su La7 la scorsa settimana.

Un contributo da chi percepisce delle pensioni al di sopra dei 15mila euro netti al mese. Il primo maggio, nella giornata della Festa dei Lavoratori, il sindaco di Fara Sabina Davide Basilicata sulla sua pagina Facebook ha lanciato con un post la proposta di un taglio alle pensioni e stipendi pubblici al di sopra dei 1.500 euro netti al mese per aiutare lavoratori autonomi in difficoltà e che ha fatto molto discutere. Ricordiamo che moltissimi ancora attendono il bonus di 600 euro o la cassa integrazione.

Un caso ha voluto che una misura di questo tipo sia stata adottata sul territorio italiano da uno Stato però a sé, quello di San Marino, che ha emanato un decreto in cui, per fronteggiare l’emergenza, viene definito un momentaneo taglio delle pensioni sopra i 1.500 euro attraverso “una ritenuta fiscale straordinaria per solidarietà COVID-19”.

Pensioni: taglio sopra i 1.500 euro? La proposta

Un taglio sulle pensioni sopra i 1.500 euro? La proposta arriva da un primo cittadino, ma il contributo di solidarietà non è così estraneo al dibattito pubblico. Il sindaco Basilicata di Fara Sabina ha avanzato l’ambiziosa proposta sulla sua pagina Facebook parlando di un aiuto per gli autonomi adottando il taglio sulle pensioni e stipendi pubblici. Il sindaco proprio nella giornata del 1° maggio ha scritto:

“In un momento cosi drammatico della nostra storia l’equità dovrebbe essere il faro di un Paese democratico ed evoluto, ed in funzione di ciò va la mia umile proposta. Va fatto un trasferimento temporaneo di reddito che deve interessare tutti gli stipendi pubblici e le pensioni che superano 1,5 mila euro netti mensili. Un taglio orizzontale, per 6 mesi, per un valore di 10 miliardi dalle pensioni e 15 dagli stipendi pubblici. Una cifra che coprirà sia il sostegno al reddito per due-tre mesi ai 6 milioni di autonomi, parametrando l’importo alla loro ultima dichiarazione dei redditi, sia l’erogazione di altre misure quali bonus da 1000 euro mensili esentasse per il milione di lavoratori della logistica, della sanità, della distribuzione che oggi si trovano in prima linea.”

Una proposta audace della quale, solo qualche ora prima aveva parlato anche Elsa Fornero, ricordata da tutti per la sua riforma delle pensioni e che ha introdotto nel dibattito televisivo l’opzione di un contributo di solidarietà derivante dal taglio delle pensioni.

Elsa Fornero sul taglio delle pensioni

Il taglio delle pensioni non è argomento nuovo e anche Elsa Fornero ne ha parlato, al pari del sindaco di Fara Sabina, nel programma di Giovanni Floris diMartedì la scorsa settimana.

Alla domanda del giornalista sulla possibile mancanza di denaro per pagare le pensioni a causa dell’emergenza COVID-19, dopo le dichiarazioni di un mese prima in quella stessa trasmissione del presidente INPS Pasquale Tridico, Fornero ha risposto:

“No direi di no. Non credo sia possibile che accada.”

E sul taglio delle pensioni ha detto:

“No, ma se vogliamo essere realistici possiamo dire che alle pensioni molto alte potrebbe essere richiesto un contributo di solidarietà. Sono anni che queste pensioni subiscono tagli ed è impossibile pensarlo all’infinito. Direi che per non drammatizzare la situazione oltre al dramma che già esiste, la cosa è importante tornare a lavorare e a produrre. Se facciamo questo è possibile tenere i redditi e anche le pensioni.”

Dunque i tagli alle pensioni nonostante le proposte di sindaci o il contributo di solidarietà non è al momento nelle prerogative del governo. L’importante è tornare a lavorare e a produrre secondo Fornero, cosa che l’Italia sta cominciando a fare in questi primi giorni di Fase 2.

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