Pensioni novità: quali sono le soluzioni per i lavoratori precoci?

Chiara Ridolfi

5 Agosto 2016 - 10:22

Pensioni news di oggi: il Governo sembra avere un piano anche per i lavoratori precoci. Vediamo le manovre possibili per la riforma pensioni.

Pensioni novità: quali sono le soluzioni per i lavoratori precoci?

La riforma delle pensioni sembra ormai alle modifiche finali e dopo la pausa estiva si chiuderanno le trattative con i sindacati. Rimangono ancora da capire le manovre che verranno inserite per i lavoratori precoci e in che modo influiranno sul bilancio finale. I fondi per la manovra sono infatti difficili da reperire e non sarà un’impresa semplice includere anche questa categoria nelle proposte.

I lavoratori precoci sembrano infatti il settore che più di altri potrebbero subire le conseguenze della mancanza di fondi. Si spera infatti che l’incontro tra sindacati e Confindustria, stabilito per settembre, vada nel migliore dei modi. Confindustria infatti potrebbe investire nell’Ape e con i soldi risparmiati il Governo potrebbe finanziare le manovre per l’uscita dei lavoratori precoci.
La famosa Quota 41 sembra una delle manovre più probabili, ma anche per questo punto non si hanno certezze.

Nannicini e Poletti non si sono mai sbilanciati troppo sull’argomento, dal momento che il miliardo e mezzo stanziato per la riforma sarebbe sufficiente appena per l’estensione della quattordicesima, la no tax area e l’Ape. Si dovrà trovare un altro miliardo poi, secondo quanto dicono i sindacati, per riuscire ad applicare le manovre senza penalizzazioni e poter pensare anche a precoci e usuranti.
Tuttavia il Governo afferma di avere i fondi per riuscire a coprire tutte le manovre e applicare la riforma nel miglior modo possibile.

Quali sono le idee del Governo per i lavoratori precoci? Quali soluzioni possono essere attuate? Di seguito le proposte che sono state avanzate dallo staff di Renzi e le possibilità che vengano introdotte nella riforma che a settembre sarà inserita nella Legge di stabilità.

Pensioni novità: quali sono le proposte per i lavoratori precoci?

I lavoratori precoci sono stati maggiormente colpiti dalla Legge Fornero e hanno dovuto sopportare maggiormente le pesanti manovre che gli hanno precluso la possibilità dell’uscita anticipata.
Questa categoria è composta da lavoratori che sono entrati nel mercato tra i 14 e i 15 anni e che hanno maturato i contributi necessari per andare in pensione. Il problema è però la loro età, dal momento che essendo entrati presto nel mondo del lavoro di solito intorno ai 57/58 anni hanno già maturato 41 anni di contributi.

L’idea è quindi quella di applicare la Quota 41: il lavoratore precoce potrà andare in pensione una volta raggiunti i 41 anni di contributi, senza tener conto della sue età anagrafica.
Si fa largo una nuova proposta però, che vedrebbe una soluzione, per i lavoratori che hanno iniziato a versare i contributi prima dei 18 anni, in due tempi.
Spezzando in due blocchi la categoria si riuscirebbe a far rientrare la manovra nelle ristrette possibilità economiche del Governo e ad accontentare quasi tutti.

La proposta è quella di attuare una Quota 41 ai precoci che hanno iniziato i versamenti prima dei 17 anni e nella seconda tornata si guarderebbe invece a chi ha i contribuiti dai 18 anni. Un problema di non facile risoluzione quello dei precoci, che richiede una buona dose di fondi, che al momento il Governo non sembra avere a disposizione.

La strada da intraprendere dipenderà tutta dalle risorse, dalle trattative con Confindustria e dalla possibilità di reperire fondi tagliando in altri settori. Le risorse a disposizione dipenderanno molto anche dalle manovre che dovranno essere inserite nella Legge di Stabilità e dalla possibile introduzione di un decreto salva banche.
Bisognerà attendere settembre per conoscere nel dettaglio i fondi e la loro ripartizione, ma che il Governo non abbia puntato molto sulla categoria dei precoci sembra ormai chiaro.

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Pensioni novità: perché potrebbero essere esclusi i lavoratori precoci?

Il Governo non sembra aver investito molto sulle manovre per i lavoratori precoci, ma aver puntato tutto sull’Ape. Il vero problema della categoria sarà infatti questo: lo staff di Renzi ha concentrato tutti i suoi sforzi nelle proposte ideate per l’uscita anticipata, mentre non sono state molto discusse le soluzioni per le altre categorie.
L’Ape sembra infatti che riceverà la maggior parte dei finanziamenti e otterrà delle grandi sovvenzioni per riuscire ad essere efficace.

Poletti e Nannicini hanno infatti speso molto tempo nell’ideazione di questa soluzione e non sono quindi disposti a metterla da parte o a rischiare la sua riuscita per provare ad ottenere dei vantaggi per le altre classi di lavoratori. L’Ape deve raggiungere gli obiettivi e riuscire a sbloccare la situazione nel mercato del lavoro italiano.
Nel momento in cui il piano per il pensionamento anticipato darà i suoi frutti tutto il sistema potrebbe giovarne e riuscire ad ottenere dei vantaggi.

Le possibilità di fallimento sono però alte e il Governo non è disposto ad rischiare ulteriormente per riuscire ad includere i precoci nella manovra. La situazione attuale fa pensare infatti che tutti gli sforzi (e i fondi) si concentreranno sull’uscita anticipata dal lavoro e nel caso in cui vengano reperiti ulteriori finanziamenti si potrà pensare di inserire le altre possibilità nel progetto.

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