Pensioni, INPS ammette: donne “massacrate” da Quota 100. Parola di Loy

Giorgia De Angelis

31 Ottobre 2019 - 15:01

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Pensioni: le donne sono fortemente svantaggiate secondo il presidente del CIV dell’INPS. Quota 100, Opzione Donna e Ape Sociale devono essere modificate.

Pensioni, INPS ammette: donne “massacrate” da Quota 100. Parola di Loy

Donne fortemente svantaggiate dal sistema attuale delle pensioni. Parola dell’INPS.

In mezzo a un vortice di diatribe sulle pensioni e le relative disuguaglianze tra Italia Viva, M5S e Lega, questa volta emerge la voce di un’istituzione capitale per quanto riguarda le pensioni: l’INPS stessa.

A dire la sua è Guglielmo Loy, Presidente del Comitato di Indirizzo e Vigilanza (CIV) dell’Inps, si trova a favore delle ultime novità sulle pensioni. Loy infatti sostiene che Quota 100 debba rimanere fino alla naturale scadenza, poiché il cambio repentino e costante delle leggi provocherebbe solamente incertezza e confusione nelle persone. Tuttavia, crede che esse necessitino di essere revisionate al fine di subire diverse modifiche.

Lo scopo è quello di sanare il prima possibile alcune ingiustizie che colpiscono donne, usuranti, precoci e disoccupati.

Pensioni, Quota 100: la proposta di riforma di Guglielmo Loy

Quota 100 è stata confermata fino al 2021, data prevista per la fine della sperimentazione. Dalle ultime notizie sulle pensioni è emersa anche la proroga fino al 2020 di Opzione Donna e Ape Sociale.

Secondo il Presidente del CIV Quota 100 ha creato delle disuguaglianze, costituendo un privilegio per alcune persone e uno svantaggio per altre.

Le misure pensionistiche previste per il genere femminile rappresentano una delle prime preoccupazioni di Loy:

“Le donne sono state massacrate dagli ultimi provvedimenti pensionistici, dalla Fornero e anche da Quota 100 che ha premiato i maschi, il pubblico impiego e il Nord Italia”.

Il sistema pensionistico attuale prevede infatti per le donne lo stesso numero di contributi richiesto agli uomini, noncurante delle preminenti discontinuità di carriera delle stesse.

Causa principale della questione è il gender gap degli stipendi, ossia l’insieme delle differenze riscontrate nei vari contesti dell’ambito lavorativo in base al genere sessuale di appartenenza.

Recentemente vi è stata una diminuzione del 2,7% della differenza retributiva, nonostante questo il gap resti di 2.700 euro lordi l’anno, con un 10% in più a favore degli uomini. Parte della proposta di Guglielmo Loy è dedicata quindi alla richiesta dell’aggiunta di un bonus per le donne.

Pensioni e Quota 100: i più svantaggiati

Secondo Loy il provvedimento presentato dal Governo gialloverde - oltre alle donne - ha lasciato scoperta anche «un’intera fascia di popolazione che non può accedere ai 38 anni di contributi».

Basti pensare alle mansioni usuranti, che rendono estremamente difficile continuare a lavorare fino all’età di 63 anni. Stessa cosa per i lavoratori precoci che, nonostante quota 41, non riescono a raggiungere 41 anni di contributi. Inoltre, i disoccupati di 63 anni che non riescono a trovare lavoro rischiano, con lo scalone, di dover attendere i 67 anni.

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