Nasce il colonialismo dei vaccini: USA regalano 500 milioni dosi Pfizer ai Paesi poveri

Alessandro Cipolla

10 Giugno 2021 - 09:50

L’amministrazione Biden ha deciso di acquistare 500 milioni di vaccini Pfizer da donare al progetto COVAX: non sarebbe solo beneficenza, ma anche un modo per annacquare l’ipotesi di una sospensione dei brevetti e di strappare diversi Paesi in via di sviluppo dalla sfera di influenza cinese.

Nasce il colonialismo dei vaccini: USA regalano 500 milioni dosi Pfizer ai Paesi poveri

La notizia è arrivata proprio nel momento in cui Joe Biden è atterrato a Londra, per un tour europeo che inizierà con il G7 che si svolgerà in Cornovaglia e terminerà nell’atteso vertice bilaterale in Svizzera con Vladimir Putin.

Stando a quanto riferisce Reuters, gli Stati Uniti hanno previsto di acquistare 500 milioni di dosi del vaccino Pfizer, da distribuire poi nei prossimi due anni a circa 100 Paesi a medio e basso reddito attraverso il progetto COVAX.

Nel dettaglio, 200 milioni di dosi saranno distribuite entro il 2021, mentre le restanti 300 milioni nel 2022. Nelle scorse settimane, la Casa Bianca ha annunciato l’intenzione di donare entro giugno altri 80 milioni di vaccini: le 60 milioni di dosi AstraZeneca opzionate ma che ora non servono più e 20 milioni di Pfizer, ovvero parte del surplus in pancia agli States.

Sempre Reuters, in contemporanea ha anche svelato quello che sarebbe un accordo raggiunto tra Stati Uniti e Unione Europea sullo spinoso tema dei brevetti: niente più sospensione, ma una condivisione volontaria delle tecnologie al fine di aumentare la produzione dei vaccini anti-Covid.

Gli USA e la giravolta sui vaccini

Se la notizia di questo accordo tra Washington e Bruxelles fosse confermata, per Joe Biden si tratterebbe di una clamorosa giravolta. Era stato proprio lui infatti a rilanciare alcune settimane fa la battaglia della liberalizzazione dei brevetti, appoggiando la richiesta avanzata lo scorso autunno da India e Sudafrica.

Questa intesa tra USA e UE, che non sembrerebbe dispiacere neanche a Regno Unito e Svizzera, non prevederebbe nessun obbligo per le Big Pharma di cedere i propri brevetti dei vaccini anti-Covid. Al contrario, si spingerebbe invece nella direzione di un aumento della produzione attraverso una condivisione volontaria di tecnologie e know-how.

La decisione di regalare 500 milioni di vaccini al mondo, potrebbe essere così un modo per addolcire la pillola di questa piroetta da parte dell’amministrazione Biden, con il Presidente che dovrebbe ufficializzare l’acquisto delle dosi Pfizer durante il G7.

Questa generosità da parte della Casa Bianca potrebbe però avere anche altri fini. I vaccini saranno donati attraverso il programma COVAX, un progetto voluto dall’OMS per garantire una distribuzione anche ai Paesi a medio e basso reddito.

Un nuovo colonialismo

Finora COVAX è stato un sostanziale flop, visto che a fronte di 1,3 miliardi di dosi previste per il 2021 ne sono state distribuite al momento un numero irrisorio. Giusto per fare un esempio, l’Italia ha somministrato un numero di vaccini pari a quelli di tutto il continente africano.

Con le varianti che continuano a imperversare e proliferare, questi vaccini che gli USA si apprestano a donare sono una autentica manna per molti Paesi. Un modo per la Casa Bianca anche per rafforzare la propria posizione internazionale.

Gli aiuti promessi all’India avrebbero così lo scopo anche di allontanare Nuova Delhi dalla sfera di influenza cinese, mentre le dosi inviate in Messico hanno come secondo fine conclamato quello di tenere la frontiera tra i due Paesi ben sigillata.

A inizio giugno, l’OMS ha poi dato il disco verde per l’utilizzo emergenziale del vaccino cinese di Sinovac, che finora non avrebbe dato grandi risultati visto un tasso di efficacia che sarebbe del 51%: in molti Paesi dove è usato come Argentina e Cile, i contagi negli ultimi tempi sono tornati a salire.

Fatto sta che adesso la Cina potrà destinare il suo vaccino al progetto COVAX, rafforzando così i legami da tempo instaurati con molti Paesi africani. La beneficenza di Joe Biden potrebbe essere così un modo per non lasciare campo libero a Pechino in una partita così importante.

In questa specie di nuova Guerra Fredda tra Cina e Stati Uniti, i vaccini potrebbero avere di conseguenza un ruolo centrale: una corsa all’approvvigionamento ai Paesi in via di sviluppo per affermare la propria supremazia nello scacchiere geopolitico mondiale, per una sorta di nuovo colonialismo in tempo di pandemia.

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