NASpI: quando si sospende

Antonio Cosenza

16 Marzo 2021 - 13:32

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Quando scatta la sospensione della NASpI? Quando il percettore trova un nuovo lavoro, sottoscrivendo un contratto di massimo 6 mesi. Ma attenzione al reddito percepito.

NASpI: quando si sospende

Quando si parla di NASpI bisogna fare la distinzione tra sospensione e decadenza della prestazione. Ci sono dei casi, infatti, in cui il pagamento dell’indennità di disoccupazione si interrompe solamente, per poi riprendere qualora ne dovessero sussistere le condizioni.

Parlare di sospensione della NASpI è molto importante: per stessa ammissione del nuovo Ministro del Lavoro, Andrea Orlando, si sta pensando di introdurre un sistema simile anche per il Reddito di Cittadinanza, così da non penalizzare troppo coloro che durante il periodo di fruizione del beneficio trovano un nuovo lavoro.

Per l’indennità di disoccupazione, infatti, la prestazione non decade automaticamente una volta che il beneficiario trova un nuovo lavoro. A seconda delle caratteristiche del nuovo impiego, infatti, potrebbe scattare una semplice sospensione.

Sospensione NASpI: in quali casi?

Nel dettaglio, il pagamento della NASpI viene sospeso in due determinate fattispecie:

  • nel caso in cui il titolare della prestazione sottoscriva un contratto di lavoro subordinato della durata non superiore ai 6 mesi. La prestazione viene sospesa d’ufficio sulla base delle comunicazioni obbligatorie, ma solo nel caso in cui il reddito annuo presunto sia inferiore agli 8.145,00€ (soglia entro cui si mantiene lo stato di disoccupazione);
  • nel caso in cui il titolare della prestazione intraprenda una nuova occupazione in un Paese dell’UE, o comunque presso un Paese che ha stipulato con l’Italia una convenzione bilaterale in tema di assicurazione contro la disoccupazione.

Attenzione: va detto che nel caso di nuova occupazione con contratto di lavoro subordinato il soggetto beneficiario della NASpI ha l’obbligo di comunicare all’Inps, entro un mese dall’inizio dell’attività (o dall’invio della domanda di disoccupazione, se antecedente) il reddito annuo presunto. Per chi non lo fa, non è prevista alcuna sospensione: la prestazione, infatti, decade.

La nuova occupazione con contratto di lavoro subordinato va inoltre a ridurre l’importo della NASpI. Questa, infatti, si riduce dell’80% in base ai redditi percepiti.

Sospensione NASpI: cosa succede al termine del rapporto di lavoro?

Dopo l’assunzione, quindi, il percettore delle NASpI avrà il pagamento dell’indennità sospeso automaticamente sulla base della comunicazione obbligatoria inviata dal datore di lavoro.

Lo stop scatta in automatico ed è lo stesso per la ripresa del pagamento al termine del rapporto di lavoro che ha dato luogo alla sospensione. Non serve comunicare la cessazione del rapporto di lavoro: sarà l’Inps, al termine dello stesso, a riprendere con i pagamenti della NASpI, ricalcolandone l’importo sulla base del reddito percepito.

Per un ricalcolo che tenga conto anche dell’ultimo lavoro, invece, bisognerà necessariamente presentare una nuova domanda.

Sospensione per chi va all’estero

Va anche detto che nel caso in cui ci si trasferisca all’estero per la ricerca di un lavoro si mantiene comunque il diritto a percepire la prestazione. Nel dettaglio, chi si reca in un Paese UE, in Svizzera, Liechtenstein, Norvegia e Islanda, mantiene il diritto all’indennità di disoccupazione per altri tre mesi senza essere soggetto alle regole di condizionalità.

La condizionalità riprende dal primo giorno del quarto mese, ma comunque il titolare della prestazione mantiene il diritto alla stessa.

Non vi è, quindi, sospensione per chi va all’estero, eccetto nel caso in cui questo trovi un nuovo lavoro. In tal caso bisognerà darne comunicazione all’Inps, con il pagamento della Naspi che verrà sospeso per tutta la durata del rapporto di lavoro.

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