Mercato titoli di stato: quanto interessa agli investitori che un Paese sia democratico?

Daniele Morritti

21 Aprile 2017 - 15:53

I titoli di stato emessi dai regimi autocratici fruttano rendimenti più alti, per questo gli investitori più propensi al rischio li prediligono. Il mercato teme più le democrazie, sferzate dalle opposizioni.

Mercato titoli di stato: quanto interessa agli investitori che un Paese sia democratico?

Gli investitori la cui propensione al rischio è molto forte tendono a preferire i titoli sovrani di Paesi autocratici piuttosto che democratici.

Secondo un un’analisi condotta da Bloomberg, negli ultimi anni il ritorno sugli investimenti in titoli emessi da Paesi c.d “non liberi” ha fruttato agli investitori in media il 15%, contro l’8% dei titoli “liberi”.

Solo in apparenza un paradosso: i rendimenti dei bond “non liberi” sono più alti perché la percezione è che i sistemi autocratici siano soggetti a scombussolamenti finanziari maggiori - le follie dell’imperatore. Si tratta, tuttavia, di una percezione. Come ricorda Bloomberg, tra le economie emergenti “democrazia” non è sinonimo di stabilità finanziaria e “autocrazia” non significa default assicurato.

Alla prova dei fatti gli investitori (che rappresentano quella che Streeck ha definito come la “giustizia del mercato”) valutano le autocrazie come regimi con i quali è più semplice fare affari. Per contro, chi si approccia alle democrazie - specie quelle contraddistinte da sistemi consensuali - sa che dietro una decisione cresce un sottobosco indefinito di pareri e compromessi. Tante teste da convincere equivale a poco redditizi ritardi.

Mercato dei bond: le autocrazie rendono di più. Per quale ragione?

Quando un governo tende ad agire in maniera nebulosa o semplicemente all’infuori del recinto giuridico disegnato dai consessi internazionali le pressioni sul sistema finanziario del Paese si fanno estenuanti. La dinamica si riflette sui titoli di stato i quali tenderanno ad avere rendimenti piuttosti elevati. Naturalmente, più alto è il rischio più un investitore guadagna su quel titolo.

Detto questo, non sorprende che il rendimento sui titoli venezuelani sia più redditizio del bund tedesco, safe asset par excellence. Come si diceva, però, alla prova dei fatti le autocrazie si mostrano più resilienti delle democrazie nel preservare la stabilità finanziaria non già per una più evidente credibilità internazionale - che in definitiva non hanno - quanto per la tendenza genetica a moderare, financo reprimere, il dissenso, quindi il disordine.

Alla prova dei fatti, la finanza cerca di sfruttare la compiacenza economica dei governi, non di certo la loro partigianeria umanitaria. A questo proposito è significativa l’analisi di Colin Crouch, il quale sostiene che il mercato accetta anche i pedofili, purché “non siano al verde”.

Quindi, anche se il rischio latente nelle autocrazie è rappresentato dal caos estremo connesso alle rivolte popolari sempre probabili, la capacità del “sovrano” nel convogliare attorno a sé il consenso - e il silenzio - attrae gli investitori come il miele le api. Ad esempio, ora che la Costituzione rinnovata gli riconosce maggiori poteri (ai limiti del “checks and balances”), il neo-sultano Erdogan garantirà ai mercati maggiore sicurezza sui titoli turchi. Una sicurezza che, per esempio, l’Italia non è in grado di garantire, attraversata com’è dal rischio costante di un cambio di governo (fortunatamente democratico) - la famosa instabilità dei regimi consensuali.

Mercato dei bond: meno opposizone politica più investimenti

In definitiva, l’accentramento dei poteri nelle mani di pochi piace ai mercati. Non è un caso che molti governi dell’UE abbiano negli ultimi anni vagliato la possibilità di un cambio di sistema politico in senso presidenziale. Il consensualismo disturba la neo-liberalizzazione degli scambi e il transito dei capitali sotto forma di IDE. Come spiegare altrimenti l’irruzione di J.P. Morgan nella campagna referendaria italiana lo scorso dicembre?

Naturalmente, il fatto che le agenzie di rating definiscano certi Paesi meno sicuri e appetibili di altri in termini finanziari tende a persuadere il mercato che non esistano condizioni favorevoli di investimento. I mercati però sanno, tuttavia, quanto un tale parere emesso dalle agenzie spinga al rialzo i rendimenti. In più, come ha ricordato Bloomberg, le neo-democrazie non sono affatto più stabili delle autocrazie sparse tra l’America Latina e il Sud-Est asiatico.

El Salvador, Brasile, Argentina, sono tutte democrazie che non danno alcuna garanzia ai mercati in termine di stabilità. A questo, in parte, si deve l’avvento del nuovo corso politico brasiliano, il cui unico scopo è riformare il sistema economico nazionale secondo il dettame superiore dei mercati.

Lo scenario migliore per il mercato è definito sicuramente dall’assenza di opposizioni.

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