La massiccia iniezione di liquidità da parte della FED, che ha contribuito ad alimentare un boom nelle azioni e negli altri asset più rischiosi a livello globale, potrebbe subire una battuta d’arresto. I mercati sono nervosi e potrebbero non essere pronti ad una inversione di tendenza della politica monetaria
In una settimana dominata dalle voci intorno alla prossime decisioni della Federal Reserve e alla possibilità di un rallentamento del massiccio programma di stimolo monetario, una serie di deboli dati economici resi noti dagli Stati Uniti hanno introdotto un elemento di confusione e instabilità nei mercati.
I dati diffusi Giovedì hanno mostrato un picco delle nuove richieste di sussidi di disoccupazione, mentre si è registrato un calo maggiore del previsto della costruzione di nuove abitazioni, attestatosi nel mese di aprile a 853 mila, rispetto a 1,02 milioni di unità rilevate nel mese precedente.
I Prezzi del Tesoro sono saliti, spingendo i rendimenti verso il basso. Gli operatori scommettono che i deboli dati economici potrebbero incoraggiare la Fed a mantenere intatta la propria politica monetaria. Diverso l’andamento sul mercato azionario: dopo le dichiarazione di un funzionario della Fed secondo cui la banca centrale potrebbe iniziare un rallentamento del proprio piano di Quantitative Easing nel corso dei mesi estivi, i titoli sono crollati. Secondo gli analisti di Mizuho Corporate Bank, il calo d’intensità del recente rally, potrebbe essere interpretato come un consolidamento, ma un movimento più accentuato riscontrato nei buoni del Tesoro, con i rendimenti a 10 anni in calo di 5 punti base, suggerisce un certo grado di incidenza di entrambi i fattori: la tendenza a rifugiarsi in un “porto sicuro” e la generale delusione economica.
I mercati azionari hanno archiviato la seduta di Giovedì nettamente in calo, con il passo indietro del Dow Jones Industrial Average e dello S&P 500, rispetto ai livelli record raggiunti questa settimana. La stessa tendenza si è registrata Venerdì nella maggior parte dei mercati asiatici, appesantiti dai commenti più recenti dei funzionari della FED.
Il presidente della Fed San Francisco John Williams, ha dichiarato che la banca centrale americana potrebbe rallentare il programma di acquisto di bond fin da questa estate, ponendo l’accento sula situazione del mercato del lavoro. In particolare, se giungessero nuove conferme circa i miglioramenti recentemente registrati nel settore, la Fed potrebbe iniziare a ridurre l’entità del proprio QE. L’ultimo rapporto dei libri paga non agricoli ha mostrato che l’economia degli Stati Uniti ha generato 165.000 nuovi posti di lavoro il mese scorso, molto di più di quanto previsto, contribuendo a spingere il tasso di disoccupazione al 7,5 per cento.
L’attenzione degli operatori e degli analisti questa settimana, non si è focalizzata sui principali dati macroeconomici (produzione industriale o vendita al dettaglio) degli Stati Uniti, quanto piuttosto sulla concreta possibilità di un imminente rallentamento del QE da parte della FED. Si farà oppure no? In caso affermativo, quando accadrà? Secondo Michael Woolfolk, stratega di valuta presso BNY Mellon a New York, è difficile credere “che succederà alla luce dei dati che abbiamo avuto questa settimana. C’è una fase di debolezza nel settore manifatturiero e la spesa pubblica è in retromarcia".
La Fed si è impegnata ad acquistare 85 miliardi di dollari in buoni del Tesoro e obbligazioni garantite da ipoteca ogni mese e a mantenere i tassi di interesse vicino allo zero fino a quando il mercato del lavoro migliorerà significativamente. Questo è esattamente quella massiccia iniezione di liquidità che ha contribuito ad alimentare un boom nelle azioni e negli altri asset più rischiosi a livello globale. I mercati oggi sono nervosi e potrebbero non essere ancora pronti ad una inversione di tendenza da parte della FED.
Fonte: cnbc.com
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