Mercati: quali effetti con Yellen come segretario al Tesoro nei prossimi 4 anni

Renato Frolvi

27/11/2020

27/01/2021 - 15:00

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La nomina di Janet Yellen come segretario al Tesoro degli Stati Uniti avrà senza dubbio degli effetti sui mercati finanziari nei prossimi quattro anni di presidenza di Biden.

Mercati: quali effetti con Yellen come segretario al Tesoro nei prossimi 4 anni

Credo che i mercati stiano ancora sottovalutando la nomina di Yellen come Segretario al Tesoro.

La scelta del Presidente eletto Joe Biden di assumere Janet Yellen segnala che il prossimo Presidente USA intende agire in modo aggressivo per rilanciare la più grande economia del mondo, mettendo al timone della sua politica economica un ex presidente della Federal Reserve che non si è sottratto agli stimoli monetari quando era governatore della Fed.

Cosa aspettarsi da Yellen al Tesoro USA

Con Yellen al comando, il dipartimento del Tesoro sarà pronto ad unirsi alla politica del presidente della Fed Jerome Powell, che prevede tassi d’interesse più bassi a lungo termine con una spesa pubblica estesa ed espansiva.

Gli USA faranno più deficit , quindi più disavanzo statale, quindi più debito in questi quattro anni di presidenza Biden.

Questo comporta un indebolimento del dollaro USA su scala pluriennale e una maggior offerta di titoli del Tesoro USA sul mercato primario nei prossimi anni ma senza eccessivi rialzi della curva dei rendimenti del Treasury, perché la Fed agirà sempre come “guardiana” della stabilità dei rendimenti del mercato, comprando debito quando ce ne sarà bisogno. Non credo invece che la Fed combatterà un dollaro debole. Il dollaro debole aiuta l’export USA e contribuisce ad una riduzione del deficit della bilancia dei pagamenti.

Inoltre mi sembra difficile che Biden alzerà le tasse, sia perché non avrà la maggioranza al Senato e sia perché la priorità ora è fare debito, non diminuirlo.

Certo, la sua scelta di nominare Yellen è stata applaudita sia a Wall Street che in gran parte della Washington ufficiale, anche da alcuni repubblicani. Ma Yellen sarà sicuramente messa alla prova nelle sue prossime udienze periodiche al Senato.

I Repubblicani sonderanno il suo punto di vista sulla spesa pubblica e sulla entità degli stimoli, così come la sua posizione meno conflittuale nei confronti della Cina, una nazione che molti repubblicani considerano un avversario economico. Ma, personalmente, credo che l’avvento della coppia Biden-Yellen segni la fine della guerra commerciale con la Cina nei prossimi anni. Questo evento, assieme a una massiccia azione di stimolo keynesiano all’economia, depone assolutamente a favore dei mercati azionari USA. Soprattutto per i titoli “Value” della Old Economy. I titoli cilici, insomma: auto, banche, materie prime e settore immobiliare.

Le sfide per la Yellen

Testimone in prima fila delle battaglie sempre più faziose tra repubblicani e democratici sulla spesa pubblica a Washington nell’ultimo quarto di secolo, Yellen sta per diventare una combattente vera per la prima volta nella sua carriera. Dovrà convincere il Congresso USA che non è tempo di essere rigidi con il bilancio statale, ma che la massima flessibilità sarà necessaria per rendere le aziende USA competitive in un mondo che - finita la pandemia - tornerà ad essere globalizzato.

Il suo primo passo dovrebbe essere la ricerca dell’unità tra la Fed e il Tesoro, le due istituzioni in prima linea in ogni crisi economica.

L’amministrazione Trump ha generalmente considerato Powell un nemico che non ha assecondato le richieste del Presidente di abbassare i tassi nel biennio 2017-2018. Trump arrivò addirittura a invidiare l’Europa che aveva Draghi come governatore BCE e la sua politica di tassi negativi. Nessun Presidente USA era mai stato così lesivo della indipendenza della Fed. Anche ultimamente, due settimane fa, il segretario del Tesoro di Trump, Steven Mnuchin, ha aperto una spaccatura tra le due agenzie (Fed e Tesoro) quando ha rifiutato di estendere diversi programmi di prestiti in caso di crisi attraverso il canale della Fed, essendo quei programmi stati creati dal Cares Act, lo stimolo economico per le imprese, firmato all’inizio di quest’anno, all’esplodere della Pandemia.

Appena uscita la notizia, la Fed ha detto di essere contraria a porre fine ai programmi, ma ha ugualmente accettato ("obtorto collo") di restituire centinaia di miliardi di dollari al Tesoro.

Unità di intenti tra Tesoro e Fed

Con la Yellen vedremo un’inversione di tendenza all’inizio del prossimo anno, visto che lo staff della campagna di Biden ha criticato la decisione di Mnuchin. Un’unità di intenti tra la Fed e il Dipartimento al Tesoro verrà sicuramente ritrovata. Anche perché Yellen e Powell si conoscono e si stimano vicendevolmente da anni.

Powell ha servito nel consiglio della Fed come membro del C.d.A. quando Yellen era presidente, poi ha preso
il suo posto quando Trump l’ha nominato capo della Fed. Yellen è una macroeconomista, allieva del keynesiano James Tobin, ed è specializzata nello studio del mercato del lavoro, ed ha recentemente affermato che la politica della Fed di tassi di interesse più bassi per lunghi periodi dovrebbe coincidere con una maggiore spesa pubblica produttiva da parte della’amministrazione federale.

«Mentre la pandemia sta ancora colpendo gravemente l’economia, dobbiamo continuare a fornire un sostegno fiscale straordinario, ma anche al di là di questo credo che sarà necessario per gli anni a venire», ha detto Yellen il 19 ottobre su Bloomberg Television. «Possiamo permetterci di avere più debiti», ha aggiunto, «perché i tassi di interesse saranno probabilmente bassi per molti anni a venire».

Stop alla guerra commerciale con la Cina

La guerra commerciale con la Cina è destinata ad affievolirsi, se non a scomparire, in questi quattro anni e questo è, ritengo, un altro capitolo importante per la futura storia economica USA.

Certamente Biden torna al governo federale con un Congresso molto più antagonista alla Cina rispetto a quattro anni fa ed è un Congresso unito nel desiderio di punire Pechino per le pratiche commerciali sleali.
Tuttavia, i negoziati economici con uno dei maggiori partner commerciali degli Stati Uniti sono sempre stati tradizionalmente gestiti dal capo del Tesoro statunitense.

Durante un’udienza del Congresso del 2018 come presidente della Fed, Yellen ha detto che la Cina non è da biasimare per il grande deficit commerciale mondiale dell’America. Secondo la Yellen infatti il deficit commerciale USA è generato da un eccesso di domanda interna non interamente soddisfatto dalla offerta domestica, e quindi si avvale strutturalmente della offerta estera.

«Non vedo pratiche commerciali sleali in Cina, o in qualsiasi parte del mondo, come responsabile del deficit commerciale degli Stati Uniti», ha detto all’epoca la Yellen, in risposta alle domande dei senatori repubblicani.

Inoltre Yellen ha una vasta esperienza nel trattare con i funzionari economici cinesi dal suo tempo come presidente della Fed dal 2014 al 2018, quando ha costantemente partecipato agli incontri del Gruppo dei G20.

Ma soprattutto di una cosa possiamo stare certi. Yellen e Biden cercheranno di evitare il ripetersi di quello che molti economisti consideravano un errore politico dopo la crisi finanziaria del 2008-09, quando un prematuro ritorno all’austerità fiscale da parte del Congresso ha frenato la ripresa anche mentre la Fed cercava di stimolare la crescita con il QE. Una manna dal cielo per l’SP500 e per il Nasdaq.

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