Medicina, test d’ingresso e scuole di specializzazione medica: novità su abolizione e riduzione di durata nel 2015

Valentina Brazioli

30 Ottobre 2014 - 15:24

Medicina, facoltà al bivio sia per quanto riguarda il temuto test d’ingresso che per le scuole di specializzazione medica: se per il primo il Ministro Giannini sembra intenzionata a continuare lungo la strada che porterà all’abolizione, per le scuole di specializzazione medica si parla di diminuirne la durata di un anno.

Medicina, test d’ingresso e scuole di specializzazione medica: novità su abolizione e riduzione di durata nel 2015

Medicina, test d’ingresso e scuole di specializzazione medica tra abolizione e riduzione di durata. Sono queste, infatti, le ipotesi più plausibili sul tavolo del Ministero dell’Istruzione, pronto a rivoluzionare, già dall’anno prossimo, il difficile percorso formativo per entrare a far parte dell’ambita professione medica. Della possibile scomparsa della prova di accesso abbiamo parlato già più volte, ma in questi giorni l’argomento è tornato ad essere di scottante attualit,à in quanto i riammessi grazie al ricorso al Tar stanno mettendo a dura prova le capacità degli atenei di far fronte a migliaia di matricole in più di quelle preventivate all’epoca del test.

Le perplessità, a questo punto, sono più d’una, ma fonti vicine al Ministero garantiscono che, almeno per ora, l’idea è quella di proseguire lungo il sentiero che porterà all’addio al vecchio esame d’accesso, considerato troppo poco meritocratico e inadatto a valutare le competenze degli aspiranti medici italiani.

Scuole di specializzazione medica, a breve ridotta la durata?

Ma non sono le aspiranti matricole di medicina a dover guardare con interesse a quanto potrebbe succedere di qui a poco. In queste ore, infatti, è tornata improvvisamente in auge la proposta Gelmini-Fazio che consentirebbe ai dottori di risparmiare un anno di tempo nel loro percorso di studi. Un’idea che consentirebbe di anticiparne l’entrata nel mondo del lavoro, anche se non mancano le critiche di quanti ritengono che così facendo se ne impoverisca la qualità formativa. Anche in questo caso, però, il Ministero sembra intenzionato a non ascoltare le voci di dissenso, e ha già affidato a un tavolo tecnico composto dal Consiglio universitario nazionale, dalla Conferenza dei rettori delle università italiane e dai rappresentanti del Consiglio studentesco nazionale di predisporre un progetto in tal senso. I risultati di questo lavoro saranno poi contenuti in un apposito decreto interministeriale (salute e università) da adottare entro il 31 dicembre di quest’anno, facendolo diventare pienamente operativo già dal 2015.

Non solo la durata, però, è oggetto di discussione: si parla, complessivamente, di una piena riformulazione degli ordinamenti didattici; tutto ciò, sebbene già più d’uno degli esperti interpellati si sia detto scettico per i tempi troppo brevi (da qui a fine anno) per giungere a una soluzione organica e non raffazzonata.

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