Test d’ingresso a Medicina già abolito? Il Tar ammette altri 500 esclusi e il Ministero dell’Istruzione rinuncia a fare ricorso

Valentina Brazioli

12 Settembre 2014 - 09:28

Test d’ingresso a Medicina già abolito, nei fatti? L’ultima ondata di ricorsi vinti davanti al Tribunale amministrativo regionale del Lazio non lascia spazio a molti dubbi: ammettendo studenti di fatto bocciati alle selezioni, il numero chiuso è come se fosse stato già cancellato.

Test d’ingresso a Medicina già abolito? Il Tar ammette altri 500 esclusi e il Ministero dell’Istruzione rinuncia a fare ricorso

Il test d’ingresso a Medicina, a ben guardare, è già stato abolito: non serve aspettare il 2015. E’ questo, in breve, ciò che emerge dall’ennesima infornata di ricorsi presentati da studenti che non erano riusciti a superare l’ostica prova d’accesso, e che si sono visti dare via libera all’iscrizione dal Tar laziale. Così facendo, altri 500 studenti giudicati inidonei per gli standard del quiz a tutela del duro percorso formativo medico sono già autorizzati a procedere con l’immatricolazione.

11 atenei coinvolti, tra i quali La Sapienza

La prova che per anni è stata il feroce ostacolo tra le aspiranti matricole e i futuri medici sembra perdere pezzi giorno dopo giorno. Già in precedenza, infatti, in quel di Bari e Napoli si era dovuti giungere all’immatricolazione in sovrannumero di quasi 2 mila studenti risultati respinti ai test svoltisi lo scorso 8 aprile. Stavolta, invece, il numero di persone coinvolte è assai inferiore (si parla di circa 500 unità) divise in 11 atenei, tra i quali le ambitissime facoltà di Medicina a Milano e Roma (sia La Sapienza che Tor Vergata), senza dimenticare la Seconda università di Napoli.

La decisione del Tar

Il tribunale amministrativo laziale non è entrato nel merito del ricorso presentato, tuttavia ha disposto in via cautelativa il diritto dei ricorrenti a iscriversi, sia che stiano stati bocciati al test o addirittura nel caso non abbiano risposto a neppure una delle domande presenti. Il motivo, in effetti, è piuttosto semplice: il giorno della prova il diritto all’anonimato (principio cardine di qualsiasi selezione pubblica) è venuto meno per una serie di circostanze, tra le quali l’utilizzo di buste risultate leggibili in trasparenza.

Che cosa sta facendo il Ministero?

Il Ministero dell’Istruzione, almeno per ora, sembra non aver intrapreso nessuna azione (ci sono 60 giorni di tempo per presentare ricorso al Consiglio di Stato), esattamente come per le prime decisioni deliberate dal Tar. Di fatto, quindi, gli studenti riammessi hanno proceduto con le regolari iscrizioni presso le facoltà di medicina coinvolte e si è già arrivati a quota 13 mila matricole contro le 10.500 inizialmente programmate. Apparentemente irrisolto il problema di tutti quei candidati che invece, pur avendo ottenuto un buon risultato al test, non erano riusciti a superarlo e che si stanno vedendo scavalcare anche da chi, magari, non aveva raggiunto neanche i 20 punti necessari per portare a casa la sufficienza.

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