Sul blog di Beppe Grillo è stata lanciata la votazione per rompere con l’Urkip ed allearsi con l’ALDE, partito europeista e liberista. Non poche le polemiche suscitate da questa scelta.
Sul blog di Beppe Grillo ancora una volta si chiede ai militanti del Movimento 5 Stelle di prendere una posizione in merito ad una questione proposta dal vertice del partito.
A stupire, però, è il contenuto della richiesta: lasciare l’EFDD (Europe of Freedom and Direct Democracy) e il fianco dell’Urkip nel Parlamento europeo a favore di un’alleanza con l’ALDE di Guy Verhofstadt.
Nulla di strano, in apparenza. Se non fosse che l’ALDE è il gruppo che riunisce le forze liberali del Parlamento europeo ed ha un programma fortemente europeista.
Una svolta che sorprende e non poco visto che agli albori il Movimento 5 Stelle era stato fortemente critico sia verso l’euro che verso l’Europa.
Un M5S che nasce euroscettico e sembra voler morire europeista, con una giravolta politica che indispettisce molti dei militanti. Non pochi, infatti, i deputati europei del Movimento 5 Stelle che si dicono sorpresi della decisione presa, alcuni dei quali l’hanno addirittura appresa dal blog di Beppe Grillo.
Che succede, dunque, in casa M5S? Sul blog di Beppe Grillo la verità è presto detta: la scelta di questa alleanza è puramente strategica.
Le motivazioni sono spiegate per filo e per segno, certo, ma convincono poco visto che segnano una netta inversione di tendenza del Movimento 5 Stelle, come già aveva fatto presagire il nuovo codice etico per la gestione delle vicende giudiziarie dei portavoce del movimento.
M5S: Grillo vuole lasciare l’Urkip per l’ALDE
Una decisione, quindi, che non manca di suscitare stupori e polemiche, cosa che Grillo sembra saper fare bene nell’ultimo periodo, anche e soprattutto a causa delle vicende romane della sindaca Virginia Raggi.
Sul blog si legge, infatti, che dopo la Brexit l’Urkip ha ormai raggiunto il suo obiettivo politico e che quindi si avvia a lasciare la sede del Parlamento europeo, mossa che lascerebbe il Movimento 5 Stelle privo di un gruppo politico e questo significherebbe non avere più voce in capitolo in Europa.
“Rifiutare di appartenere a un gruppo politico significa confluire nel raggruppamento dei Non Iscritti e perdere ognuna di queste opportunità. Significa occupare una poltrona con le mani legate: significa non poter lavorare”, una frase che fa sgranare gli occhi per lo stupore visto che siamo di fronte ad un movimento che aveva sempre rifiutato i compromessi politici per una posizione più vantaggiosa (almeno finora).
Ed ecco che arriva, allora, la scelta di allearsi con L’ALDE, dopo aver ricevuto un netto rifiuto dai Verdi, la cui co-presidente di partito Monica Frassoni ha spiegato la decisione del proprio partito di chiudere le porte al Movimento 5 Stelle con una nota in cui si dice che “Il gruppo dei Verdi europei ha detto no ad un ingresso del M5S per le posizioni da esso espresse in merito al processo di integrazione europea, alle politiche sull’accoglienza e l’immigrazione, sulle funzioni dei membri del Parlamento europeo in relazione ad una società esterna privata, la Casaleggio associati”.
Versione diversa quella riportata sul blog che invece fa sapere che i Verdi hanno rifiutato il loro ingresso perché “un eventuale ingresso del MoVimento 5 Stelle nel gruppo dei VERDI avrebbe "sbilanciato" gli equilibri del gruppo stesso”.
Dunque l’ALDE che, sempre sulla carta, sembra essere proprio l’anti-Movimento 5 Stelle e stupisce anche il fatto che abbiano deciso di aprire le porte all’M5S quando fra i due non era mai corso buon sangue: da una parte il Movimento 5 Stelle aveva sempre attaccato l’ALDE per le sue posizioni europeiste e inconciliabili con il movimento; dall’altra l’ALDE non ha mai visto di buon occhio l’M5S per la sua verve populista.
E molti ricordano a Grillo che l’ALDE appoggia il TTIP, ossia il trattato di liberalizzazione commerciale transatlantico, un altro punto a cui il Movimento 5 Stelle si opponeva fermamente.
Altro elemento che suscita forti critiche è il fatto che la votazione sul blog di Grillo sembra essere apparsa dal nulla, senza che neppure tutti gli eurodeputati dell’M5S ne fossero a conoscenza, come specifica Marco Zanni in un suo post su Facebook.
La votazione offre tre opportunità: confluire nell’ALDE, confluire nel raggruppamento dei Non iscritti oppure restare nell’EFDD e al fianco dell’Urkip.
Le ultime due opzioni, però, sembrano essere caldamente sconsigliate visto che metterebbero il Movimento 5 Stelle in una condizione di immobilità politica che non permetterebbe all’M5S di raggiungere i suoi obiettivi politici in Europa.
Una scelta che, dunque, sembra essere obbligata, ma che solleva margini di incertezza pesanti sulla tenuta del Movimento 5 Stelle in termini di consenso della base, anche alla luce degli ultimi sondaggi politici che avevano visto un calo per l’M5S.
M5S: cosa sta accadendo e cosa riserva il futuro
Sembra che, dunque, Grillo abbia deciso di fare in Europa la mossa politica che invece aveva sempre rifiutato di fare nel Parlamento italiano. Un prendersi le proprie responsabilità, certo, ma a quale prezzo?
Il prezzo di mettere da parte un’identità politica ben precisa: quella di coloro che vanno contro, che non si piegano, euroscettici e convinti delle loro posizioni ad ogni costo.
Questo almeno sulla carta, perché poi di scelte controverse di recente (e non solo) ce ne sono state abbastanza.
Almeno, però, i militanti avevano un barlume di coerenza a cui aggrapparsi, cosa che adesso sembra vacillare pesantemente.
Certo, aderire all’ALDE, che conta 68 eurodeputati, permetterebbe al Movimento 5 Stelle di far parte della terza forza all’interno del Parlamento europeo, ma la cosa stupisce ugualmente visti i pesanti attacchi dell’M5S sia all’ALDE che all’Europa tutta.
Senza considerare la scelta di non volersi alleare con nessuna forza politica in Italia, non tenendo mai conto del possibile immobilismo politico (che di fatto c’è stato e, probabilmente, c’è ancora) e la possibilità di non raggiungere i propri obiettivi politici.
Qualcuno potrebbe obiettare che in Europa è diverso e che qui c’è la casta, da eliminare e con cui non avere nulla a che fare. Ma non è così semplice, visto che di caste ce ne sono molte ed ovunque (se ce ne sono) e che l’Europa sembrava essere una di queste.
La svolta pro-Europa, dunque, la eleva forse a “non-casta”? E soprattutto, in un movimento che ha fatto del bianco o nero il suo cavallo di battaglia, tutte queste sfumature di colore, non rischiano di trasformarlo in un qualcosa di non ben definito, ma dalle tinte piuttosto fosche?
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