Lavoro: persi oltre 600mila posti secondo INPS. I dati

Teresa Maddonni

21/01/2021

01/09/2021 - 13:12

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I dati sul Lavoro di INPS contenuti nell’Osservatorio sul Precariato evidenziano che sono stati persi oltre 600mila posti a ottobre rispetto al 2019. Penalizzati gli occasionali.

Lavoro: persi oltre 600mila posti secondo INPS. I dati

Lavoro: sono stati persi oltre 600mila posti a ottobre 2020 rispetto al 2019 secondo i dati INPS.

A riportare la perdita dei posti di lavoro, cessazioni e assunzioni, è l’Osservatorio sul Precariato con i dati relativi a ottobre 2020, non sono pertanto ancora disponibili quelli relativi agli ultimi due mesi dell’anno.

A diminuire i posti di lavoro, secondo il saldo annualizzato - il cui meccanismo definiremo di seguito - e l’Istituto ha pertanto evidenziato una contrazione delle assunzioni rispetto al 2019, come anche delle trasformazioni da tempo determinato.

Le cessazioni dei rapporti di lavoro invece sono risultate in diminuzione rispetto all’anno precedente e come informa INPS questo è dovuto anche al blocco dei licenziamenti per l’emergenza.

E la questione del blocco dei licenziamenti, confermati fino al 31 marzo 2021, diventa centrale dal momento che quello che si teme, e si vuole evitare, è un vero e proprio tsunami occupazionale all’indomani di quella data.

Lavoro: dati INPS su oltre 600mila posti persi

I dati INPS sul lavoro e sugli oltre 600mila posti persi vengono fuori dal saldo annualizzato che, come specificato nel comunicato dell’Istituto dell’Osservatorio sul Precariato, consiste nella differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi 12 mesi, “ identifica la variazione tendenziale delle posizioni di lavoro (differenza tra le posizioni di lavoro in essere alla fine del mese osservato rispetto al valore analogo alla medesima data dell’anno precedente).”

Il saldo annualizzato era già in flessione nella seconda metà del 2019, quindi ben prima della pandemia, per raggiungere poi nel 2020 questi numeri:

  • -28.000 a febbraio;
  • -283.000 marzo;
  • -623.000 ad aprile.

La variazione dei posti di lavoro così drammatica è stata la diretta conseguenza del lockdown. La dinamica negativa, spiega INPS, è proseguita anche nei mesi successivi con il valore massimo raggiunto a giugno e pertanto i dati sono:

  • - 813.000 a giugno;
  • - 761.000 a luglio
  • - 662.000) a ottobre 2020.

I saldi annualizzati, specifica INPS, sebbene si siano comunque ridotti, restano positivi a ottobre 2020 per i contratti a tempo indeterminato e per l’apprendistato.

La perdita dei posti di lavoro per queste due tipologie contrattuali non è stata negativa rispetto all’anno precedente.

Specifica INPS nel report sul lavoro:

“L’impatto del Covid-19, interessando fortemente tutte le tipologie di contratti a termine, ne ha accentuato le tendenze al ripiegamento, già in essere dal 2019. Tra luglio (per i contratti a tempo determinato e per gli stagionali) e agosto (per i contratti di somministrazione) tale tendenza risulta invertita, pur rimanendo ancora largamente negativi i saldi su base annua.”

Lavoro occasionale: dati INPS negativi

A registrare dati negativi è anche il rapporto di lavoro occasionale. Come conferma INPS nel comunicato che accompagna i dati dell’Osservatorio sul Precariato, i dati dimostrano una contrazione del CPO, Contratti di Prestazione Occasionale:

  • ad aprile è stato registrato un –78%;
  • un -19% a ottobre (15.600 lavoratori impegnati contro 19.200 a ottobre 2019).

INPS riporta anche l’importo medio mensile lordo della retribuzione per questa categoria pari a 252 euro a ottobre, in crescita rispetto all’anno precedente.

INPS poi riporta anche i dati dei lavoratori pagati con il Libretto Famiglia (pensiamo per esempio ai baby sitter).

Sempre a ottobre 2020 essi risultano essere circa 11.000 in aumento rispetto allo stesso periodo 2019 quando ne erano 8.900.

INPS ha registrato un aumento di questo numero di posti di lavoro tra marzo e agosto complice il bonus baby sitter per l’emergenza che le famiglie, a fronte della chiusura delle scuole, hanno utilizzato.

Anche l’importo medio mensile lordo della remunerazione di questi lavoratori è tornato ai livelli precedenti la pandemia: 188 euro a ottobre 2020 contro 194 euro a ottobre 2019, mentre nel periodo tra marzo e agosto oscillava tra i 500 e i 600 euro.

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