Lavorare in banca: come cambia il settore secondo Abi

Teresa Maddonni

25 Novembre 2019 - 17:59

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Lavorare in banca può essere un’aspirazione e una sfida. Un rapporto Abi spiega come cambia il settore dove le donne e gli over 50 sono in aumento. Vediamo i dati.

 Lavorare in banca: come cambia il settore secondo Abi

Lavorare in banca potrebbe essere una delle grandi aspirazioni di un laureato per esempio in economia, ma come cambia il settore? Chi fa carriera tra le fila degli Istituti di credito?

Le anticipazioni del rapporto 2019 sul mercato del lavoro di Abi (Associazione Bancaria Italiana) chiarisce la questione attraverso i numeri.

Con il rapporto si vede quanto è cambiato il sistema di assunzione in banca e la composizione dell’organico per età, genere e qualifica.

Il rapporto arriva nei giorni in cui Abi e i sindacati (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin) stanno discutendo per la definizione del Contratto collettivo dei bancari. Il contratto, spiegano da Abi, dovrebbe giungere alla fine dell’anno e le parti si stanno impegnando perché ciò avvenga.

Intanto il rapporto mette in evidenza miglioramenti e criticità del lavoro in banca, chi viene assunto e fa carriera, ponendo l’accento anche sulla posizione delle donne. Vediamolo nel dettaglio.

Lavorare in banca: età media e tipo di contratto nel settore

Per lavorare in banca si richiede un contratto e il rapporto Abi chiarisce la tipologia, età degli assunti e lo stato di salute del settore bancario in generale alla luce del rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale dei bancari.

Andando a vedere i numeri degli assunti in banca, il numero dei bancari secondo Abi è in calo e oggi si attestano a 228mila in Italia. Inoltre il tasso di occupazione è anche questo in discesa come mostrano i dati del 2017 e del 2018 che è stato pari al 3,5%. Il 94,4% dei bancari ha un diploma e di questi:

  • il 42,3 % ha una laurea;
  • l’1,6% ha un dottorato di ricerca o master.

Per quanto riguarda l’età, attualmente si attesta a 47 anni la media, con un incremento negli ultimi 10 anni (2008-2018) di 4,5 anni che si differenzia per aree professionali:

  • 2,4 anni per i dirigenti;
  • 3,9 anni per i quadri direttivi;
  • 4,4 anni per le aree professionali.

Analizzando chi lavora in banca Abi mette in evidenza come un bancario su 10 abbia meno di 35 anni e di come negli anni siano aumentati gli over 55 triplicando (20,5%): erano l’8% nel 2008.

Questo nonostante nel settore bancario il turn over sia stato favorito grazie al Fondo per l’occupazione che ha visto l’entrata di 20mila giovani. Inoltre con il Fondo di solidarietà di settore, con l’assegno straordinario, sono andati in pensione 70mila bancari.

Per quanto riguarda la tipologia di contratti secondo il report: il 99% dei lavoratori ha il contratto a tempo indeterminato. Per quanto riguarda le assunzioni, il boom:

  • a tempo indeterminato sono il 56,2% delle entrate dei dipendenti;
  • 8,6% apprendisti (le assunzioni stabili nel complesso sono il 64,8%);
  • 35,2% a tempo determinato.

La scelta del lavoro in banca con orario part-time è in crescita tra i lavoratori del settore: sono infatti il 12,5% a scegliere questa tipologia di contratto, che è prerogativa principalmente delle donne: 93% a fronte del 7% dei colleghi maschi.

Questo dato pone l’attenzione sul lavoro delle donne in banca e sull’aumento delle lavoratrici, per le quali è ancora lento l’accesso a posti dirigenziali. Vediamo come cambia il lavoro in banca per le donne.

In banca aumentano le donne e i dirigenti

Nel settore bancario le donne sono aumentate secondo il rapporto Abi negli ultimi 10 anni come anche il numero dei dirigenti.

Come abbiamo visto sono sempre di più le donne a optare per il contratto part-time rispetto ai colleghi maschi e questa possibilità potrebbe aver facilitato la crescita della componente femminile.

In venti anni, dal 1997 al 2008 sono aumentate del 15% anche se i posti dirigenziali sono ancora prerogativa principale degli uomini.

Le donne sono il 46,2% dei dipendenti del settore e con un aumento annuale dello 0,3%. Il monopolio per la dirigenza come abbiamo detto è maschile, ma pian piano le donne cominciano a farsi strada.

Le dirigenti infatti, in una divisione temporale, erano l’1,8% nel 1997 per diventare nel 2008 il 15,9%. Sono passate poi dal 13,2% dei quadri direttivi al 34,7%e nelle aree professionali dal 38,4% al 56%. Rimandiamo a questo articolo di Money.it sul lavoro delle donne nei CdA.

Ed è nei quadri direttivi che si nasconde il nocciolo del nuovo Contratto collettivo dei bancari proprio perché i dirigenti e quarto livello sono il 61% dei lavoratori bancari.

I dirigenti sono sempre in aumento mentre le aree professionali diminuiscono del 13,2%. Di conseguenza la ripartizione nel settore bancario, secondo il rapporto, è così definita:

  • 2,3% dirigenti;
  • 41,5% quadri direttivi;
  • 56,2% aree professionali.

Il rapporto dimostra un certo squilibrio, ma allo stesso tempo una presenza tra gli assunti delle donne che scelgono il lavoro in banca sempre crescente.

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