Un recente studio di AlmaLaurea sul rapporto tra percorso di studi e lavoro svela che alcune lauree stanno diventano quasi inutili in Italia. Ecco quali sono
Il mercato del lavoro è in una fase di profondo cambiamento, in Italia come nel resto del mondo. Stanno nascendo nuove professioni, altre stanno scomparendo e alcune di quelle che sembravano sul viale del tramonto stanno tornando alla ribalta.
Una situazione mutevole che ha reso molto più difficile trovare lavoro per alcuni laureati. È quanto conferma la più recente ricerca di AlmaLaurea che ha indagato il rapporto tra percorsi di studio e livelli occupazionali.
La ricerca di AlmaLaurea sulle prospettive lavorative
Il rapporto di AlmaLaurea ha analizzato la situazione di quasi 700.000 laureati provenienti da 81 università italiane e ha monitorato sia i percorsi di studio triennali che quelli magistrali.
In particolar modo la ricerca si è concentrata sulle prospettive del 34,4% dei laureati che decide di entrare nel mondo del lavoro non appena terminato il percorso accademico.
La buona notizia è che a un anno dal conseguimento della laurea il tasso di occupazione è aumentato. Nel 2023 è stato del 78,6%, un dato superiore a quello del 2019 e nettamente più alto di quello del 2022. Allargando l’orizzonte temporale a 3 anni i livelli occupazionali salgono al 90% per chi ha conseguito una triennale e all’88,9% per chi ha conseguito una magistrale.
Stiamo parlando di massimi storici per il nostro Paese, anche se gli standard occupazionali restano decisamente più bassi in confronto a quelli degli altri Paesi Europei e agli obiettivi fissati per il 2030.
Le lauree con più sbocchi e quelle che danno meno possibilità
Le lauree triennali con un livello quasi immediato di assorbimento dei neolaureati, ovvero quelle che offrono più sbocchi lavorativi, sono quelle dei settori Informatica e ITC e medico-sanitario.
Quelle che hanno più difficoltà a dare occupazione sono i percorsi di studi nel campo dell’arte, del design e delle discipline letterario-umanistiche.
Discorso simile se si passa alle lauree magistrali, con l’ingegneria industriale e dell’informazione a dare le maggiori possibilità e quelle in ambito giuridico e psicologico a fornire minori opportunità ai neolaureati, spesso perché legate alla necessità di ulteriori studi di specializzazione post-laurea o tirocini.
Per chi si laurea in discipline umanistiche, però, il quadro non è completamente negativo. Lo studio di AlmaLaurea conferma che a 5 anni dal conseguimento del titolo i livelli occupazionali sono alti per tutti i settori, con un notevole recupero delle discipline linguistiche, letterarie e psicologiche.
La classifica delle lauree con cui è più facile trovare lavoro
AlmaLaurea ha anche stilato una vera e propria classifica delle lauree con i maggiori sbocchi professionali a 1 e 5 anni dal conseguimento del titolo.
Al primo posto troviamo la già citata ingegneria industriale e dell’informazione con un tasso di 92,9% di occupati a un anno dalla fine degli studi e il 95,6% a 5 anni. Medaglia d’argento per Informatica e tecnologie ICT con 92,7% a 1 anno e 93,9% a 5 anni. Terzo gradino del podio per l’ambito Medico-sanitario e farmaceutico con 87,7% e 93,9%.
Chiudono la top 5 Architettura e Ingegneria Civile (87,1% e 93,8%) ed Economia (85,2% e 91,3%).
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