In Svizzera c’è carenza di manodopera. Assunzioni per 85.000 persone, stipendi fino a 6.500 euro al mese.
Stai pensando a un’esperienza di lavoro all’estero ma non vuoi allontanarti troppo dall’Italia?
La Svizzera è oggi una delle destinazioni più interessanti: vicina geograficamente, ben collegata e con un mercato occupazionale in forte espansione, che sta cercando di colmare una carenza di manodopera senza precedenti. Solo nel 2025, infatti, il Paese prevede di assumere 85.000 lavoratori stranieri, con stipendi che partono da 3.500 euro al mese e possono superare i 6.500 euro nei settori più richiesti.
La Svizzera continua infatti a offrire stipendi tra i più alti al mondo – secondo l’Ocse lo stipendio medio supera i 70.000 euro lordi annui – insieme a condizioni fiscali vantaggiose e a un’elevata qualità della vita.
Oggi le opportunità riguardano sia profili qualificati (come medici, infermieri, ingegneri, informatici ed esperti digitali), sia professioni più operative come operai specializzati, autisti, addetti alla ristorazione e personale d’albergo. E la buona notizia è che una parte significativa delle offerte è rivolta anche a chi parla italiano: nei cantoni di lingua italiana, come il Ticino e le valli meridionali dei Grigioni, la nostra lingua è un valore aggiunto, tanto che sul portale Eures sono presenti centinaia di posizioni aperte dedicate ai candidati italofoni.
Molti lavoratori scelgono inoltre la via del lavoro da frontalieri, che permette di percepire stipendi svizzeri mantenendo il costo della vita italiano. Una formula resa ancora più conveniente dalle nuove regole fiscali entrate in vigore dal 2024 e dal sistema del “permesso G”, pensato proprio per chi lavora oltreconfine senza trasferire la residenza.
A ciò si aggiungono alcuni requisiti sempre più apprezzati dai datori di lavoro svizzeri: puntualità, precisione, autonomia, oltre alla conoscenza di tedesco, italiano o svizzero tedesco a seconda del cantone. In alcuni casi può essere richiesta anche la riconoscenza del titolo di studio, una procedura che varia in base alla professione ma che risulta spesso semplice per molti profili italiani.
Quali sono i lavori per cui in Svizzera cercano italiani
Ancora oggi il mercato del lavoro svizzero continua ad attirare molti professionisti italiani e, secondo i dati più recenti del portale Eures, le offerte attive sono migliaia, con numerose – circa 200 in questo momento – posizioni in cui la conoscenza dell’italiano rappresenta un requisito preferenziale. Questo accade soprattutto nei cantoni di lingua italiana, come il Ticino e le valli meridionali dei Grigioni, dove la vicinanza geografica e culturale facilita ulteriormente l’inserimento dei lavoratori provenienti dall’Italia.
Negli ultimi anni, però, la domanda si è ampliata a tutto il territorio elvetico: la Svizzera deve infatti colmare una carenza stimata in 85.000 lavoratori qualificati, destinata - secondo le autorità federali - a raggiungere fino a 365.000 posti scoperti entro la fine dell’anno. Per questo motivo il reclutamento dall’estero interessa sia professioni altamente specializzate che i ruoli più operativi.
Le opportunità lavorative continuano a concentrarsi in alcuni settori tradizionalmente legati alla presenza italiana. La ristorazione resta tra i comparti più dinamici, con molti posti disponibili per camerieri, cuochi e chef: gli stipendi variano da 3.700 a 4.700 euro al mese, nettamente superiori alle medie italiane. Molto forte anche la domanda nel settore dell’edilizia, soprattutto per operai edili, falegnami e carpentieri, con retribuzioni tra 4.200 e 6.200 euro mensili.
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Accanto a queste professioni, la Svizzera sta vivendo un vero boom nel settore sanitario. Un dato è particolarmente significativo: un medico su quattro ha più di 60 anni, motivo per cui cliniche e ospedali cercano urgentemente infermieri, operatori socio-sanitari e medici specialisti, con stipendi elevati in linea con le responsabilità del ruolo.
Cresce anche la richiesta nel settore dei servizi e dell’assistenza clienti, soprattutto nelle aziende internazionali che gestiscono mercati di lingua italiana: qui la nostra lingua è un requisito essenziale e gli stipendi possono superare i 75.000 euro lordi all’anno.
Accanto ai comparti più tradizionali, si stanno affermando nuove aree ad alta qualificazione. L’informatica e la tecnologia sono tra i settori con maggior incremento di domanda, anche a causa della trasformazione digitale in atto. Sviluppatori software, ingegneri informatici, analisti di sicurezza e specialisti IT sono tra i profili più richiesti e possono superare i 100.000 franchi annui (oltre 100.000 euro).
Non mancano infine opportunità anche per traduttori, addetti al marketing, vendite, contabilità e risorse umane, con retribuzioni medie attorno ai 75.000 euro l’anno e percorsi di carriera molto competitivi.
Come trasferirsi in Svizzera per lavoro
Trasferirsi in Svizzera come cittadino dell’Unione Europea richiede una serie di passaggi precisi e ben regolamentati, soprattutto in relazione alla durata del soggiorno e al tipo di attività lavorativa.
La prima condizione indispensabile è avere un’offerta d’impiego da un datore di lavoro svizzero. Questo rappresenta il punto di partenza, in quanto il datore di lavoro deve presentare la richiesta di permesso presso il Cantone competente. A seconda della durata del contratto, le procedure variano: se il contratto è inferiore a 3 mesi, non è necessario ottenere un permesso, ma il datore di lavoro deve comunque notificare online il rapporto lavorativo. Per contratti di durata compresa tra tre mesi e un anno, è necessario richiedere un permesso L, valido fino a un massimo di 12 mesi.
Se il contratto ha una durata superiore a un anno o è a tempo indeterminato, si richiede il permesso B, che ha validità di 5 anni e può essere rinnovato.
Una volta giunti in Svizzera, è fondamentale registrarsi presso l’ufficio immigrazione del Cantone entro 14giorni dall’arrivo e prima di iniziare a lavorare. Durante questa fase, occorre dimostrare la propria situazione lavorativa, presentare un documento d’identità valido e fornire la prova di disporre di un’abitazione in Svizzera, come un contratto di affitto. È inoltre necessario dimostrare di avere mezzi sufficienti per il proprio sostentamento durante il soggiorno.
Per coloro che lavorano in Svizzera ma vivono in Italia o in un altro Paese confinante, il permesso richiesto è il permesso G, riservato ai lavoratori frontalieri. Questo tipo di autorizzazione permette di lavorare in Svizzera senza trasferire la residenza, a condizione che si rientri nel proprio Paese almeno una volta alla settimana.
Infine, i cittadini UE possono beneficiare di ulteriori opportunità in base alla durata della loro permanenza in Svizzera. Il permesso L è ideale per soggiorni brevi, mentre il permesso B è destinato a chi si trasferisce per periodi più lunghi o intende avviare un’attività imprenditoriale autonoma. Dopo 10 anni di residenza continuativa, o 5 anni per alcuni paesi UE, si può richiedere il permesso C, che garantisce il diritto di soggiorno permanente, non soggetto a restrizioni. Tuttavia, la stabilità del permesso è spesso legata alla condizione lavorativa: in caso di perdita del lavoro, possono emergere complicazioni che richiedono l’aggiornamento del permesso o ulteriori verifiche da parte delle autorità cantonali.
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