La Grecia può essere cacciata dall’Euro? No, ecco perché

Federica Agostini

13/11/2012

La Grecia può essere cacciata dall’Euro? No, ecco perché

La Grecia può essere cacciata dall’Euro? No, perché in gioco ci sono talmente tanti interessi su scala mondiale e talmente tanti possibili effetti che il Grexit non solo non farebbe bene all’Europa o all’Eurozona, ma sarebbe devastante per tutta l’economia mondiale. La questione della Grecia, però, tarda nel giungere ad una soluzione e incute un grosso timore, che a sua volta viene incitato dalla speculazione sui possibili effetti di un Grexit. Tuttavia, ci sono diverse questioni che dovrebbero far riflettere sul perché la Grecia non sarà cacciata dall’Euro.

Il futuro della zona Euro può riprendersi, ma c’è una condizione.

Perché la Grecia non sarà cacciata dall’Euro

I più attenti avranno notato che durante l’ultima conferenza stampa della Banca Centrale Europea è stata presentata la nuova banconota da 5 Euro, con una nuova immagine: Europa, figura mitologica dell’antica Grecia, rapita da Zeus trasformatosi in un toro bianco.

- Se la Grecia fosse sul punto di essere cacciata dall’Europa, la Banca Centrale Europea avrebbe stampato e lanciato una nuova banconota ispirata al mito greco della fondazione chiamando l’intera serie Europa? Decisamente no.

Inoltre, è ormai chiaro da tempo che la Germania, e con lei i paesi creditori, non vogliono che la Grecia lasci la zona Euro. Se così fosse, andrebbero perduti gli investimenti di miliardi di euro, fatti per spingere il paese fuori dalla sua "mortale spirale economica". A questo proposito la Cancelliera Angela Merkel ha personalmente visitato Atene (pur non essendo propriamente "ben accolta" dalla popolazione ndr.).

Vertici: perché non si arriva mai al punto? A quando le decisioni?

All’incontro di questa notte presso Bruxelles i ministri della zona Euro quando si è trattato di discutere della Grecia, si sono sentiti in imbarazzo.

Inizialmente hanno elargito complimenti e approvazioni alla Grecia e alla prontezza con la quale sono stati raggiunti i nuovi tagli al bilancio e sono state avviate importanti riforme strutturali. Olli Rehn, Commissario Europeo per gli Affari Economici e Monetari, ha detto che "è tempo di sfatare l’idea che in Grecia non siano state fatte riforme. E’ stato tagliato il debito oltre quanto sia stato richiesto dal salvataggio del 2010. Le riforme del lavoro (mediante riduzione degli stipendi) hanno migliorato la competitività, e che il servizio sanitario vanta uno dei più avanzati sistemi di produzione di ricette di tutto il mondo".

L’organo decisionale della zona Euro si è detto d’accordo alla concessione di altri due anni di tempo alla Grecia, affinché possa raggiungere i target sul bilancio nel 2016 anziché nel 2014, giungendo ad un surplus di bilancio del 4,5% rispetto al PIL.

Tuttavia, i ministri non sono riusciti a giungere ad un accordo sul "come" finanziare questo tempo in più da concedere alla Grecia; dato questo, che sarà discusso al prossimo meeting, del 20 novembre. Se il tentativo dei ministri dell’economia dovesse fallire, allora le decisioni sarebbero posticipate al giorno del Summit Europeo, altri due giorni dopo.

Questo ritardo, intanto, rimanda anche l’arrivo della terza tranche di aiuti alla Grecia -ben 31,5 miliardi di Euro, di cui 5 sarebbero immediatamente utilizzati per rifinanziare il buco da 5 miliardi di Euro in biglietti del Tesoro in scadenza il prossimo 16 novembre.

Grecia: perché tante difficoltà?

La questione della Grecia è stata resa sempre più complicata non soltanto per la resistenza con la quale la Grecia ha affrontato alcuni punti, ma anche e soprattutto dall’incertezza riguardo al futuro della Grecia nella zona Euro, talvolta messo in dubbio anche dalla Germania.

Il primo ministro ellenico, Antonis Samaras dice che questi tagli, per un totale di 13.5 miliardi di Euro (circa il 7% del PIL), attivi tra il 2013 ed il 2014, sarebbero stati gli "ultimi e definitivi". Ma il rapporto della Troika sostiene che saranno necessarie ulteriori misure di austerity per altri 4 miliardi di Euro, necessari tra il 2015 e il 2016. E gli scarsi progressi nella privatizzazione non aiutano.

Gli aiuti non saranno sufficienti

Se anche tutti gli aiuti economici arrivassero alla Grecia, il paese sarebbe ancora ben lontano dall’essere al sicuro. Il precedente "bailout" era stato pensato per ridurre il debito della Grecia al di sotto del 120% del PIL entro il 2020, e il target è stato mancato.

Dal rapporto della Troika manca la "analisi della sostenibilità del debito", ma secondo alcune fonti il debito della Grecia nel 2020 raggiungerà il 160% del PIL.

Aiutare la Grecia: sì, ma come?

Jean-Claude Juncker, presidente dell’Eurogruppo ha proposto che per la Grecia possa essere spostato il termine per il raggiungimento degli obiettivi dal 2020 al 2022. Al contrario, Christine Lagarde, al capo del FMI, insiste perché la data del 2020 sia mantenuta e rispettata.

Comunque possano andare le cose, alla fine il debito pubblico in Grecia sarà da ristrutturare, ad esempio allungando i tempi di scadenza oppure abbassando i tassi di interesse. Il FMI spinge per il completo condono del debito in Grecia e la cosa fa infuriare paesi creditori come la Germania, perché questo significherebbe ammettere che i soldi prestati alla Grecia siano, effettivamente, perduti per sempre.

Condizione: l’Europa è davvero unita?

Ma ci sarebbe un vantaggio: subendo le dirette conseguenze di dover "perdonare" alla Grecia il suo debito, i paesi della zona Euro darebbero fortissimo segnale a tutto mondo: volere che la Grecia sia parte della famiglia Europa.
Far ripartire la fiducia nei confronti della Grecia potrebbe essere anche più prezioso del denaro per tutta la zona Euro.

Traduzione per Forexinfo.it a cura di Federica Agostini Fonte: The Economist
Titolo originale: Battle of the (third) bailout Link

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