La Calabria riapre bar e ristoranti e sfida il Governo: sindaci in rivolta

Martino Grassi

30/04/2020

14/11/2022 - 17:30

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La Calabria riapre bar, ristoranti e locali pubblici sfidando il Governo: anticipo della Fase 2 in aperta rottura con le disposizioni, ma l’esecutivo minaccia la diffida. Cosa sta succedendo?

La Calabria riapre bar e ristoranti e sfida il Governo: sindaci in rivolta

La Calabria sfida il Governo e riapre bar, ristoranti, agriturismi e pasticcerie, anticipando le date della Fase 2. La governatrice di Forza Italia Jole Santelli ha firmato un’ordinanza, in vigore da oggi, con cui autorizza, la riapertura di locali pubblici ma solo se dispongono di tavoli all’aperto.

Secondo quanto stabilito dal DPCM la riapertura dell’Italia dovrà procedere per tappe e dal prossimo 4 maggio bar e ristoranti potranno riaprire solo con il servizio da asporto, mentre la ripresa delle normali attività è prevista per il 1 giugno. La decisione della Governatrice Santelli non è piaciuta all’esecutivo che dice di aver pronta una diffida.

La Calabria riapre in anticipo: l’ordinanza della Regione

Jole Santelli non ci sta alle disposizioni del ministero e ha deciso di riaprire le attività in modo anticipato rispetto al resto del Paese noncurante dei possibili rischi per i cittadini. Oltre alla ripartenza delle attività per bar e ristoranti, la governatrice dà il via libera anche alla ripresa degli sport individuali già a partire da oggi.

Santelli spiega le motivazioni che l’hanno portata a prendere una decisione così forte in un momento molto delicato affermando che:

“Poiché in queste settimane i calabresi hanno dimostrato senso civico e rispetto delle regole, è giusto che oggi la Regione ponga in loro fiducia. Sapranno dimostrare buon senso nel gestire i nuovi spazi di apertura che la Regione ha deciso di consentire, anche oltre il dettato del Governo”.

La diffida da parte del Governo e l’ira dei sindaci

Dopo averne discusso ieri sera al Consiglio dei ministri, il Governo ha dichiarato di essere pronto alla diffida dell’ordinanza. Questa intimidazione si compone di una lettera con cui l’esecutivo invita la governatrice a rimuovere dall’ordinanza le parti che sono in contrasto con quelle del DPCM emanato lo scorso 26 aprile.

Qualora non venisse apportata alcuna modifica il Governo può decidere di ricorrere al Tar o alla consulta e impugnarla. Le Regioni infatti dispongono di un certo grado di autonomia per apportare modifiche alle indicazione del Governo, ma non possono essere incoerenti o in contrasto con quelle fornite dai DPCM, che hanno valenza su tutto il territorio nazionale.

La notizia non è stata accolta di buon grado nemmeno dai sindaci della Calabria, che hanno manifestato il loro dissenso sulle proprie pagine Facebook, invitando i cittadini a far prevalere la ragione non seguendo le indicazioni della Santelli.

Il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, per esempio scrive che:

A volte la realtà supera la fantasia. Non si gioca sulla pelle e sulla salute dei cittadini. Spero che la notte porti consiglio, in caso contrario ci determineremo di conseguenza. Intanto chiedo a tutti di mantenere la calma, ne parliamo domattina”.

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