La BCE rilancia sull’acquisto di bond, l’FMI apre ai titoli di stato

Simone Casavecchia

20 Giugno 2014 - 09:41

Il vice presidente della BCE torna a parlare di un maxi acquisto di bond; d’accordo l’FMI che indica anche la necessità di acquisto di titoli sovrani.

La BCE rilancia sull’acquisto di bond, l’FMI apre ai titoli di stato

Dopo le rassicurazioni giunte dalla neo presidente della Federal Reserve Janet Jellen, circa la continuazione della politica di bassi tassi d’interesse da parte della banca centrale americana, giungono risultati positivi sulle borse europee che hanno chiuso la seduta di ieri con lievi rialzi, da Londra (+0,4%) a Francoforte e Parigi (+0,7%) fino a Milano (+0,85%). Dopo il rialzo registrato nella seduta di ieri, stamattina in apertura cresce anche il differenziale tra Btp e Bund tedeschi, a 150 punti base e il tasso del titolo pubblico italiano a scadenza decennale, al 2,80%.

Sono però le dichiarazioni rilasciate ieri, a margine di un discorso tenuto ad Atene, da Vitor Constancio, vice presidente della BCE, a destare la maggiore attenzione dal momento che è stata ribadita la possibilità di un maxi acquisto di titoli su larga scala per contrastare un periodo prolungato di bassa inflazione, pur ritenuto poco probabile dall’esponente dell’istituto bancario di Francoforte. La prospettiva di una persistente bassa inflazione sarebbe dannosa per l’Eurozona e la BCE, in base a quanto dichiarato da Constancio, è pronta a intervenire con un acquisto di titoli sul mercato secondario, un piano che, stando proprio all’esperienza americana, ha già dimostrato la propria efficacia.

Concorda su questa strategia, finora più profetizzata che realmente applicata, almeno in grande scala, anche l’FMI che ha però rilevato come, per contrastare il rischio di un bassa inflazione, l’acquisto di asset su larga scala, dovrebbe essere innanzi tutto orientato ai titoli sovrani, in base alle quote di capitale della BCE. Questa strada, secondo l’FMI, sarebbe quella più sicura da percorrere per rafforzare la fiducia degli europei e dare respiro sia ai privati che alle imprese perché riuscirebbe a stimolare maggiormente i credito, con ricadute positive, sulla domanda e, quindi, sull’andamento dell’inflazione.

Ciò è tanto più importante, se si considera, come fa il Fondo Monetario Internazionale, che, sebbene la politica di bilancio della zona euro, dopo anni di austerità, sia attualmente vicina a una situazione di neutralità, con il giusto equilibrio tra riduzione del debito e sostegno della domanda per aiutare la crescita economica, la ripresa in zona euro è ancora debole e, oltre alla bassa inflazione, si registrano dati preoccupanti riguardo alla disoccupazione, soprattutto giovanile.

Anche se disavanzo pubblico europeo è sceso dal 6,2% del PIL, nel 2010, al 3% del PIL, nel 2013 e l’economia dell’eurozona, secondo l’FMI, sta, quindi, procedendo nella direzione giusta, coniugando la riduzione di enormi debiti pubblici e con misure di stimolo della crescita, proprio grazie alle scelte della BCE e alla proficua discussione a livello politico internazionale, ora occorre tenere l’attenzione alta sugli effetti delle positive scelte, messe in campo dalla BCE all’inizio di Giugno ed essere preparati anche a fare altro – intervenendo sull’acquisto in larga scala di asset di titoli sovrani – se le misure già adottate non dovessero funzionare.

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