Prelievo Forzoso in Europa per salvare le banche. Cipro da eccezione a modello, lo riferisce Michael Noonan
Il ministro delle Finanze Irlandese conferma che in futuro l’Eurozona applicherà il prelievo forzoso. Noi di Forexinfo.it ne avevamo già parlato lo scorso giugno, quando Bruxelles approvò l’accordo sul fallimento ordinato che de facto stabilisce che a salvare le banche non siano più gli Stati, ma i soldi di azionisti, obbligazionisti e risparmiatori.
Proprio come è successo a Cipro dunque, dove la bank of Cyprus applicò un prelievo forzoso del 37,5% sui conti correnti superiori ai 100 mila euro su suggerimento e avallo dell’Europa e di Jeroen Dijsselbloem, presidente dell’Eurogruppo che più volte ha definito il meccanismo applicato nell’isola un modello.
Un’ulteriore conferma su come funzionerà arriva oggi anche da Michael Noonan, ministro delle Finanze dell’Irlanda che, nel corso del convegno “Future of Banking In Europe”, ha ribadito che, nel caso in cui una banca andasse incontro a una crisi, a salvarla sarebbero proprio gli stakeholders.
A questo punto però ci sorge un dubbio: perché ogni anno il nostro Governo continua a versare miliardi al fondo ESM se poi comunque spetterà a noi sborsare ulteriore denaro per evitare il fallimento degli istituti bancari?
Le parole di Noonan
Nel corso della conferenza sul futuro delle banche europee, il ministro delle Finanze irlandese è tornato a parlare dell’ormai famoso bail-in. Cos’è? È il meccanismo adottato a Cipro che prevede l’intervento, nell’ordine, di azionisti, obbligazionisti e depositanti nel caso in cui si verifichi un crac bancario. Se poi i fondi non bastassero, interverrebbero i Governi.
Noonan ha confermato che, dopo l’accordo dello scorso giugno, dovremo essere noi con i nostri e non lo Stato a salvare l’istituto bancario da un probabile fallimento.
Secondo i vertici europei infatti, il bail-in sarebbe da considerarsi più equo ed efficiente perché non pesa sui contribuenti (che poi saremmo sempre noi), ma su coloro che hanno un rapporto diretto con la banca in questione. Inoltre questa procedura responsabilizzerà i correntisti e i risparmiatori che porranno maggior attenzione nella scelta dell’istituto a cui affidare il proprio denaro, evitando quelli più rischiosi e volgendo le proprie preferenze verso quelle più grandi e stabili.
E L’ESM?
Fautori del “modello Cipro” sono stati in primis i tedeschi, impauriti di dover mettere mano al portafogli per salvare le banche di altri Stati. La stessa Germania ha poi espressamente richiesto che il meccanismo escluda un intervento diretto dell’ ESM. Cosa c’entra il Fondo Salva Stati? Ve lo spieghiamo subito.
L’ESM, istituito dal Trattato di Lisbona del 2011, è un fondo creato per assistere gli Stati dell’Eurozona che vivono gravi problemi finanziari ed evitare che essi vadano incontro ad un default. In seconda istanza serve anche per prestare denaro alle banche europee che hanno bisogno di essere ricapitalizzate, ma non direttamente. E qui ha inciso molto la volontà della Germania. Si prevede infatti che l’ESM faccia un prestito allo Stato e questo poi “lo giri” alla banca in difficoltà”.
Perché prestare soldi alle banche? Perché Lehman Brothers docet. Se un’ istituto “too big to fail” capitolasse, si porterebbe dietro l’intero comparto bancario di un Paese, arrecando forti danni all’economia dello stesso. Ecco perché sono necessari questi interventi.
L’ESM viene finanziato da ogni Stato Membro mediante l’erogazione di denaro in 5 tranches annuali. L’Italia è terza nella classifica dei finanziatori, dopo Germania e Francia, con una percentuale di contributo pari al 17,9137%.
Ovviamente ogni Stato reperisce i fondi da stanziare al Fondo Salva-Stati attingendo anche alle tasse pagate dai contribuenti.
A questo punto sorge spontanea una domanda: paghiamo per finanziare l’ESM e se un istituto fallisse, molti (coloro che hanno conti correnti e depositi superiori ai 100 mila euro) pagherebbero anche per salvarlo. Ma serve davvero tutto ciò?
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