La fiducia dei consumatori supera i massimi, in discesa il sentiment delle imprese, ma il dato non considera la paura per terrorismo e tensioni geopolitiche.
La fiducia dei consumatori italiani conferma l’ottimismo dello scorso mese, oltrepassando di gran lunga le aspettative degli analisti e toccando i massimi storici al livello più alto dall’inizio delle serie storiche oltre 20 anni fa.
Segnaliamo che l’indice sulla fiducia dei consumatori è espresso in base 2010=100.
A novembre 2015, la fiducia dei consumatori in Italia vola a 118.4, in forte rialzo dal dato dello scorso mese (116.9) che aveva segnato già un massimo di 13 anni. Il risultato di ottobre è stato rivisto al rialzo a 117.0.
Gli analisti avevano previsto che la fiducia segnalata dai consumatori sarebbe scesa a 116.5.
Sul fronte delle attività economiche, la fiducia delle imprese scende a quota 104.6 a novembre 2015, contro il risultato di ottobre a 105.9.
Istat: fiducia consumatori, i dettagli di novembre
Gli ultimi avvenimenti legati al terrorismo in Europa non sono monitorati all’interno della rilevazione di novembre sulla fiducia dei consumatori italiani, in quanto il dato prende in considerazione dei dati rilevati nei primi 15 giorni del mese.
L’Istat comunica che ad aumentare sono tutte le componenti dell’indice sulla fiducia dei consumatori, segnalando un ottimismo generalizzato. L’incremento più rilevante viene segnalato per la fiducia sull’economia (da 153,3 a 158,3), mentre il meno rilevante si registra per la fiducia delle condizioni correnti (da 109,3 a 111,6) e future (da 127,2 a 128,0).
I giudizi degli italiani sui prezzi nell’ultimo anno rimangono invariati rispetto al dat odi ottobre (a -19). Sul fronte delle attese sui prezzi nel prossimo anno, invece, il saldo aumenta da -23 a -20, mentre sono in calo le attese sulla disoccupazione (a -8 da -3).
Istat: fiducia imprese, i dettagli di novembre
La fiducia delle imprese cresce soprattutto grazie al comparto costruzioni (a 121,4 da 119,8) e ai servizi di mercato (a 113,7 da 113,1). Scende invece la componente del manifatturiero (a 104,6 da 105,7) e del commercio al dettaglio (a 115,0 da 116,3).
All’interno delle imprese legate al settore manifatturiero diminuisce il valore dei giudizi sugli ordini (a -11 da -10 il saldo) e sulle attese per la produzione (a 13 da 14), stabili invece i giudizi sulle scorte (a 3). Nel settore delle costruzioni sono n via di miglioramento i giudizi sugli ordini e/o piani di costruzione (a -29 da -35, il saldo), tuttavia le attese sull’occupazione mostrano un calo (a -11 da -7).
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