INPGI, verso l’iscrizione obbligatoria per chi lavora nell’informazione online

Anna Maria D’Andrea

18 Dicembre 2018 - 16:20

condividi

INPGI, passaggio dall’INPS alla Cassa di Previdenza dei Giornalisti per i comunicatori e per chi si occupa di informazione online. Tra i nuovi soggetti obbligati potrebbero esserci anche informatici e chiunque confeziona contenuti per il web. Le novità in Legge di Bilancio 2019.

INPGI, verso l’iscrizione obbligatoria per chi lavora nell’informazione online

Obbligo di iscrizione all’INPGI anche per i comunicatori e per coloro che si occupano di confezionare contenuti informativi per il web: la novità è prevista in un emendamento alla Legge di Bilancio 2019 presentato dalla Lega.

Chi si occupa di informazione, pur non essendo iscritto all’Ordine dei Giornalisti, potrebbe presto essere obbligato a cambiare cassa di previdenza: dall’INPS all’INPGI, per l’appunto.

La novità interesserebbe un ampio numero di lavoratori che oggi versano i contributi all’INPS come dipendenti o come lavoratori autonomi free lance e che potrebbero trovarsi a dover passare all’INPGI a partire dal 1° gennaio 2019.

A stabilire se vi sarà o meno una modifica alle regole vigenti sarà la Commissione Bilancio del Senato, alle prese con il complesso e costoso progetto della Legge di Bilancio 2019. Il rischio è quello di svuotare le casse dell’INPS.

Iscrizione INPGI per comunicatori e non solo: emendamento Lega in Legge di Bilancio 2019

L’emendamento presentato dalla Lega in Commissione Bilancio del Senato riprende ed estende quello già presentato alla Camera dai medesimi firmatari, che era stato accantonato.

La novità prevede che, a partire dal 1° gennaio 2019, i soggetti che svolgono l’attività di Comunicatore professionale, sia nel pubblico che nel privati, debbano iscriversi all’INPGI, l’istituto nazionale di previdenza dei giornalisti.

L’emendamento ripresentato in Senato dagli Onorevoli Borghesi, Rivolta, Zuliano e Ferrero della Lega, dopo esser stato accantonato alla Camera, cambia forma ed estende il perimetro dei nuovi soggetti obbligati all’iscrizione e al versamento dei contributi INPGI.

Nel caso in cui la modifica superasse il vaglio della Commissione e qualora rientrasse tra le novità della Legge di Bilancio 2019, dovranno passare dall’INPS all’INPGI anche

coloro che svolgono attività, anche di natura tecnico-informatica, inerente la produzione, il confezionamento o la fruibilità di contenuti a carattere informativo diffusi sul web o su altro canale multimediale”.

Insomma, la novità potrebbe interessare un ampio numero di soggetti che si occupano di informazione sul web. Il confezionamento di prodotti di informazione digitale, poi, coinvolge differenti professionalità: dai redattori, fino ai programmatori e al personale tecnico.

Se già nella prima versione dell’emendamento l’INPS aveva sollevato il rischio di una profonda penalizzazione per le proprie Casse (quelle pubbliche), l’ulteriore estensione del perimetro dei soggetti iscritti all’INPGI dal 2019 rischia di causare un vero e proprio “buco” di risorse per i prossimi anni.

Passaggio dall’INPS all’INPGI anche per i free lance

L’iscrizione all’INPGI riguarderebbe anche i lavoratori autonomi e coloro che svolgono forme di collaborazioni coordinate e continuative. Anche il mondo dei free lance dell’informazione web potrebbe presto passare alla Cassa di previdenza dei giornalisti e dei comunicatori, nell’apposita Gestione separata.

A garanzia dell’adeguatezza del trattamento previdenziale dei soggetti che svolgono una delle attività soggette al nuovo obbligo di iscrizione, l’emendamento prevede che per i soggetti già iscritti alla data del 31 dicembre 2018 ad altra forma di previdenza obbligatoria, l’INPGI, con delibere soggette all’approvazione ministeriale, coordina la struttura della contribuzione con quella della predetta forma previdenziale di provenienza, prevedendo aliquote non inferiori.

Rischi per i conti INPS

Estendere l’obbligo di iscrizione all’INPGI anche ai comunicatori e a chi si occupa di informazione online è visto come un modo per adeguare il sistema previdenziale alla mutata realtà della comunicazione, uno dei settori più influenzati dalla “rivoluzione digitale”.

Non mancano tuttavia le critiche e c’è chi sostiene che la novità fortemente voluta dagli esponenti della Lega e che potrebbe rientrare nella Legge di Bilancio 2019 è stata pensata soltanto per salvare i conti dell’INPGI, ormai in rosso da anni.

È Il Fatto Quotidiano a riportare alcuni dati interessanti: l’Istituto di previdenza dei giornalisti ha chiuso il 2017 con una perdita da 101 milioni di euro, i conti dell’assestamento 2018 stimano un rosso da oltre 175 milioni, e per il 2019 si stima un ulteriore risultato negativo da 181 milioni di euro.

Effetto dell’aumento del disavanzo dell’INPGI è stato l’incremento delle aliquote contributive e il taglio delle prestazioni erogate agli iscritti. Il passaggio di iscritti dalla previdenza pubblica (INPS) alla Cassa di categoria potrebbe in parte risolvere un problema endemico. Alla novità, tuttavia, si è fermamente opposto il Presidente Tito Boeri che, ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa ha dichiarato:

“Si sta facendo una specie di scippo di contribuenti, si vorrebbe fare uno scippo di contribuenti all’Inps per finanziare alcune casse private. Prendiamo quella dei giornalisti: ecco lì non hanno contributi sufficienti per pagare le prestazioni e si vuole spostare alcune persone che stanno pagando i contributi all’Inps all’Inpgi”.

Una situazione che significherebbe per i lavoratori ad oggi iscritti alla previdenza pubblica l’obbligo di finanziare pensioni anche molto generose. Il riordino della previdenza dei comunicatori rischia di creare nuovo scompiglio e, nel periodo clou della Legge di Bilancio 2019, è ancora scontro aperto tra INPS e Maggioranza di Governo.

Iscriviti a Money.it