Tutti i numeri della Brexit

C. G.

20 Giugno 2017 - 18:00

I negoziati Brexit sono partiti all’insegna della discordia. Di seguito il processo di divorzio spiegato in semplici numeri.

Tutti i numeri della Brexit

I negoziati Brexit sono stati inaugurati nella giornata di lunedì 19 giugno 2017 ma a quanto pare essi sono partiti all’insegna della discordia.

La sterlina e i mercati internazionali hanno viaggiato cauti in attesa di tali negoziati che per il momento hanno messo in luce almeno una cosa: il disaccordo tra Regno Unito e Unione europea su tematiche di fondamentale importanza.

Dall’immigrazione, all’accesso al mercato unico, fino al conto da pagare per abbandonare l’UE, i motivi di attrito tra il Regno Unito e il blocco sono davvero molti e rischiano di determinare un pericoloso stallo delle trattative.

Di seguito tutti i numeri della Brexit che aiuteranno a capire quali sono le problematiche principali dei negoziati e dell’intero processo di divorzio.

Immigrazione

Uno dei principali slogan utilizzati durante la campagna pro-Brexit è stato quello relativo all’immigrazione per cui anche durante i negoziati con l’UE esso rappresenterà un tema di vitale importanza. Quale regime normativo bisognerà applicare ai cittadini britannici in UE e quale ai cittadini UE nel Regno Unito?

Nel post-Brexit la May ha sicuramente in programma di imporre nuove restrizioni all’immigrazione, ma la lettura di alcuni dati può rendere evidente la portata del fenomeno, soprattutto perché il Regno Unito è tra le destinazioni più scelte dagli immigrati, ed è secondo soltanto alla Germania.

Secondo i dati ufficiali, ben 2,3 milioni di europei lavorano nel Regno Unito e contribuiscono all’economia del Paese, ma da dove proviene tale forza lavoro?

(Fonte: Source: ONS, dati 2015)

La maggior parte di questi lavoratori è impiegata nel settore manifatturiero, ma anche in quello delle vendite all’ingrosso e al dettaglio.

  1. Manifatturiero: 307.000
  2. Vendite al dettaglio/ingrosso: 261.000
  3. Salute e lavoro sociale: 225.000
  4. Servizi di alloggio e di ristorazione: 222.000
  5. Costruzione: 194.000
  6. Educazione: 159.000
  7. Settore professionale, scientifico e tecnico: 147.000
  8. Trasporto e stoccaggio: 141.000
  9. Servizi di amministrazione e supporto: 135.000
  10. Informazione e comunicazione: 97.000

(Fonte: ONS, dati 2016)

Commercio

Oltre all’immigrazione, uno dei principali terreni di scontro nei negoziati Brexit sarà rappresentato dal commercio e dall’accesso al mercato unico che a sua volta compra il 45% dell’export britannico. Se da un lato la May dovrà cercare in tutti i modi si salvaguardare il commercio UK, dall’altro l’UE non potrà permettersi di essere troppo dura poiché nel farlo andrebbe a penalizzare le sue stesse aziende che fanno affidamento sui consumatori britannici.

Bilancia commerciale come porzione del PIL:

(Fonte: House of Commons Library)

Abbandonare l’UE senza un accordo commerciale o con un accordo di transizione verso quest’ultimo esporrebbe il Regno Unito alle tariffe del WTO dopo anni di libero commercio.

Tariffe WTO sull’export principale UK (l’export è espresso in miliardi di sterline):

Bene Export 2016 Tariffa media
Macchinari 50,7 2%
Veicoli 30,4 8%
Aerei 15,5 3%
Bevande 6,9 4%
Ferro e acciaio 3,7 2%
Cereali 2,3 41%
Tinture etc; 2,1 8%

(Fonte: ONS e Istituto di Ricerca Economica e Sociale, 2017)

Budget UE

La Brexit, ossia l’addio all’UE da parte del Regno Unito lascerà un vero e proprio buco nelle casse del blocco a meno che l’Isola di Sua Maestà non pagherà per avere in cambio dei benefici. Nell’intera UE il Regno Unito è uno dei Paesi che ha più contribuito al budget e il vuoto che si verrà a creare con la Brexit dovrà essere colmato in qualche modo (tagli alla spesa in arrivo?).

I 12 Paesi che hanno contribuito al budget UE più di quanto gli sia stato restituito (anno 2015) sono:

(Fonte: Commissione europea)

Ricordiamoci che i membri UE non devono immediatamente pagare la cifra per la quale si sono impegnati il che significa che, con la Brexit, il blocco potrebbe anche scegliere di chiedere il pagamento degli impegni presi in passato e non ancora saldati.

Il costo della Brexit

Una delle tematiche più importanti da trattare nei negoziati Brexit sarà quella riguardante il conto di divorzio dall’UE. Stiamo parlando di una media di 50 miliardi di euro. I funzionari europei stanno spingendo prima per il pagamento, poi per la discussione dell’accordo Brexit, mentre il Governo della May ha più volte messo in dubbio l’ammontare complessivo e la legalità della richiesta.

  • Miglior scenario per UK: 24,5 miliardi di euro
  • Peggior scenario per UK: 72,8 miliardi di euro

(Fonte: Centro per le riforme europee, 2017)

Le speranze dei britannici

Che cosa si aspettano i britannici dai negoziati sulla Brexit o meglio, che cosa sperano di ottenere dalle trattative tra il Regno Unito e l’Unione europea che si protrarranno per altri 2 anni?

(Fonte: NatCen Social Research British Social Attitudes survey, 2016)

L’esito dei negoziati sulla Brexit, e dunque l’esito di ciascuna di queste problematiche, dipenderà dalle abilità di contrattazione della May e dei funzionari dell’Unione europea.

Fonte: Bloomberg

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