Grecia: il primo Paese sviluppato ad andare in default. Cosa succederà ora?

Erika Di Dio

1 Luglio 2015 - 13:53

Il FMI ha confermato di non aver ricevuto da Atene il pagamento di €1.6 miliardi previsto alla mezzanotte del 30 Giugno: la Grecia è il primo Paese sviluppato a non rispettare i suoi obblighi internazionali.

Grecia: il primo Paese sviluppato ad andare in default. Cosa succederà ora?

Il portavoce del FMI Gerry Rice ha dichiarato in un comunicato che la Grecia ha chiesto una proroga per il rimborso di quanto dovuto e che il consiglio di gestione considererà tale richiesta “a tempo debito”.

La notizia non è inaspettata. Martedì, il Ministro delle Finanze Yanis Varoufakis aveva già detto ai giornalisti che Atene non sarebbe riuscita ad effettuare il pagamento in tempo.

Saltare un pagamento al FMI è definito “arretrato” nella terminologia tecnica. Dovrebbe essere ufficialmente confermato dal direttore del Fondo Christine Lagarde, che tra un mese dovrà informare il comitato esecutivo.

Infatti, questo potrebbe essere classificato come default, come qualsiasi altro mancato pagamento di un debito in tempo. Ciò potrebbe innescare un cross-default sugli impegni multi-miliardari della Grecia al Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria (EFSF). Il FMI non può emettere nuovi prestiti ad un paese che è in arretrato.

Grecia: cosa succederà ora?
La domanda ora è cosa succederà al sistema finanziario del paese, alla sua popolazione e alla sua permanenza all’interno dell’Eurozona.

Martedì, la Grecia ha chiesto al Meccanismo Europeo di Stabilità, che include tutti i 19 membri dell’Eurozona, un nuovo bailout (piano di salvataggio) per coprire le esigenze finanziarie del paese per i prossimi due anni. La richiesta includeva un piano di ristrutturazione del debito della Grecia all’EFSF, che rappresenta circa il 63% del debito totale del paese.

Martedì, il ministro delle Finanze finlandese Alexander Stubb ha detto che l’Eurogruppo ha rifiutato di estendere il programma di salvataggio alla Grecia, e ha rifiutato l’ultima richiesta del Primo ministro greco Alexis Tsipras per un nuovo piano.

Tuttavia, l’Eurogruppo, composto dai ministri delle finanze della zona euro, discuterà oggi sulle nuove proposte del governo greco alle ore 17:30.

Segui in diretta tutte le novità: Grecia, news in diretta: oggi nuovo Eurogruppo sul terzo piano di salvataggio

Vari media hanno riportato che il cancelliere tedesco Angela Merkel ha detto che il suo paese non considererà un terzo piano di salvataggio per la Grecia prima del referendum del 5 luglio.

Il 5 giugno, la Grecia ha invocato una regola degli anni ’70 del FMI che gli ha permesso di raggruppare tutti i suoi pagamenti del valore di €1.6 miliardi con scadenza a giugno in uno solo, evitando così un immediato default. Tuttavia, non è riuscita a pagare neanche a queste condizioni.

Debito in Grecia non solo al FMI
La Grecia deve anche pagare €6.6 miliardi alla BCE a luglio e agosto.
La BCE ha già respinto la richiesta della Grecia di estendere la sua liquidità di emergenza (ELA) (che corrisponde a €89 miliardi) di un ulteriore cifra di €6 miliardi. Il risultato è stato la chiusura della maggior parte delle banche greche per una settimana e l’imposizione di un limite sui prelievi bancomat di €60 euro al giorno.

Il paese deve anche effettuare pagamenti a creditori privati, di cui €2 miliardi ai Buoni del Tesoro greci in scadenza il 10 luglio. Se ciò non sarà fatto, l’agenzia di rating Standard & Poor’s ha detto che marcherà la Grecia come inadempiente.

Il governo radicale di sinistra Syriza, guidato dal primo ministro Alexis Tsipras, è giunto al potere con l’obiettivo di porre fine alle misure di austerità e ha continuato a dire che il suo obiettivo era di rimanere nell’euro.

Referendum in Grecia il 5 luglio
Sabato scorso, il governo ha annunciato un referendum nazionale circa l’offerta dei creditori.
Anche se il referendum non è “restare o no nell’Eurozona”, molti importanti politici europei hanno detto che una risposta negativa sarebbe equivalente ad un rifiuto di restare all’interno dell’UE.

Il presidente della Commissione Europea Juncker ha detto che votare “no” sarebbe un suicidio per la Grecia. Tuttavia, il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha detto che la Grecia potrebbe mantenere la sua posizione all’interno dell’Eurozona anche se il paese votasse contro le riforme di austerità domenica prossima.

Fonte: Reuters

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