Grecia: prima emissione di bond dopo 3 anni. C’è da fidarsi?

Maurizia Esposito

19 Luglio 2017 - 15:46

La Grecia torna a finanziarsi sui mercati finanziari dopo 3 anni di assenza con l’emissione di un nuovo bond della durata quinquennale. È davvero il momento opportuno? I pro e i contro dell’operazione secondo gli analisti.

Grecia: prima emissione di bond dopo 3 anni. C’è da fidarsi?

La Grecia torna sul mercato per la prima volta dopo ben tre anni.
Secondo indiscrezioni di stampa il collocamento di un nuovo bond della durata quinquennale, il cui importo non è ancora noto, dovrebbe arrivare agli inizi della prossima settimana.

Non dovrebbe tardare la conferma ufficiale del governo Tsipras, intenzionato a valutare la fattibilità dell’asta di titoli a breve/medio termine dopo aver pagato obbligazioni in scadenza per 6,8 miliardi verso la BCE e l’FMI, grazie ai soldi incassati (8,5 miliardi) da parte degli stessi creditori (FMI, escluso) nell’ambito del terzo programma di aiuti.

Solo alcuni giorni fa il governatore della banca centrale greca, Yiannis Stournaras, in un’intervista al Wall Street Journal, aveva dichiarato che per la Grecia è “un po’ presto” per cercare di tornare a finanziarsi sui mercati.
La domanda allora sorge spontanea: una volta che il bond sarà collocato sul mercato, conviene rischiare sul debito greco?

Grecia, emissione bond: i pro e i contro

Secondo le attese degli analisti, il bond a scadenza quinquennale che dovrebbe essere a breve collocato sul mercato potrebbe offrire un rendimento di poco superiore al 4,5%.
Tale rendimento appare assai interessante se confrontato con quello italiano che si attesta allo 0,25% sui cinque anni. La questione non sorprende dal momento che il rendimento stimato per il bond ellenico sconta un rischio paese molto più elevato, nonostante i timori per la Grexit si siano attenuati nell’ultimo anno.

Il rischio principale, secondo gli analisti, deriva proprio dal fatto che la Grecia non è ancora uscita crisi che solo qualche anno fa l’ha portata sull’orlo del fallimento.
Il debito pubblico della Grecia è enorme, il maggiore d’Europa, giudicato tuttora insostenibile dal FMI e dalle stesse autorità elleniche.
Un ritorno prematuro sul mercato potrebbe comportare delle conseguenze disastrose nonché la necessità di un quarto piano di aiuti della troika.
Sull’argomento si è espresso anche il direttore del Centro degli Studi Politici Europei, Daniel Gros, che ha sottolineato l’importanza del tempismo e la necessità per la Grecia di rivolgersi al mercato al momento opportuno: “tornare sui mercati troppo presto è un grosso errore. La Grecia dovrà pagare tassi di interesse di centinaia di punti base per un finanziamento a medio termine. E tutti i soldi privati che la Grecia recupererebbe ora sul primario scadrebbero prima dei prestiti europei”.

Di contro, tra gli aspetti positivi c’è da ricordare che fino alla metà del prossimo anno la Grecia potrà usufruire dei prestiti erogati dal Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM) a tassi molto vantaggiosi. Questa possibilità potrebbe comportare un abbassamento costo del denaro di nuova emissione.
Altro punto a favore proviene dal recente miglioramento del rating ellenico ad opera di Moody’s che sembra incoraggiare Atene a riaffacciarsi sui mercati ben prima del termine del programma di aiuti.
Tornando alla questione del salvataggio greco, giovedì prossimo è previsto un meeting dei membri del consiglio esecutivo del FMI.
La Cnbc sostiene che il parere del Fondo, che si è detto favorevole a rendere più sostenibile il debito greco, sarà fondamentale dopo l’impegno dell’istituto a prendere parte al salvataggio finanziario.

Per la Grecia sarà davvero questo il momento più opportuno per tornare a finanziarsi sul mercato?

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