Al termine del vertice dei Capi di Stato e di Governo di Bruxelles Jean Claude Junker riconosce che la Grecia è segnata da una crisi umanitaria; ancora lontano un accordo definitivo ma partono i primi finanziamenti da 2 mld di euro.
Il vertice dei Capi di Stato e di Governo dell’Unione Europea, tenutosi Giovedì e Venerdì scorso, si chiude con un’altra tregua, provvisoria e instabile che, tuttavia, segna un’ulteriore avanzamento, seppur minimale, nella trattativa su aiuti economici e riforme.
L’elemento di maggiore novità è sicuramente la dichiarazione rilasciata dal presidente della Commissione Europea Jean - Claude Juncker al termine del vertice:
"c’è una crisi umanitaria che ha bisogno di un aiuto che venga dal budget europeo"
Si tratta di un’ammissione sicuramente importante perché manifesta la consapevolezza delle istituzioni europee delle condizioni in cui versa il popolo greco. Al di là di questo però, i 2 mld di euro che verranno stanziati dalla Commissione, erogati riducendo il tasso di cofinanziamento dello Stato greco al 5%, saranno comunque vincolati, le autorità greche dovranno, infatti, investirli
"in settori propizi alla crescita, per risolvere il massiccio problema della disoccupazione giovanile e per aiutare le Pmi. Spero che il denaro venga usato nel miglior modo possibile"
Proprio per questo tali aiuti non verranno concessi direttamente allo Stato Greco e, pertanto, non potranno essere destinati a ripagare il debito contratto con i creditori internazionali ma
"potranno essere usati per rafforzare l’azione a sostegno della crescita e della coesione sociale per fronteggiare la disoccupazione giovanile"
I fondi strutturali europei non utilizzati, che vengono concessi alla Grecia, costituiscono un segnale importante e inatteso in uno scenario ancora lontano da una definizione certa.
Anche se le borse europee hanno segnato ieri una chiusura positiva l’accordo tra Grecia e Unione Europea sulle riforme da attuare, in cambio degli aiuti internazionali è ancora lontano.
Anche gli stessi fondi strutturali europei potrebbero essere stati concessi in cambio della promessa dell’imminente attuazione di un pacchetto di riforme strutturali incisivo e dettagliato da parte del Governo di Alexis Tsipras ma quel che è certo è che tali riforme continuano ad essere il pegno da pagare per ottenere gli aiuti internazionali previsti dal secondo piano di salvataggio che è stato prorogato fino al 30 Giugno.
Si tratta della famosa ultima tranche di aiuti da 7,2 mld di euro la cui concessione è condizionata all’attuazione delle riforme strutturali utili a risanare il debito greco e a riportare a una fase di crescita lo stato ellenico.
Proprio a questo ha puntato la dichiarazione finale di Angela Merkel che ha ribadito che il governo greco dovrà presentare una lista completa di riforme tra pochi giorni, seguendo la procedura già seguita da Irlanda, Portogallo e Spagna.
Mentre Alexis Tsipras continua ad affermare che le riforme sono responsabilità del Governo Greco e che l’Europa non può intromettersi in affari nazionali di questo generi, anche l’esito dell’incontro di Bruxelles sembra, tuttavia, pendere dalla parte della Germania.
L’Eurogruppo, infatti, potrebbe deliberare sull’esborso della trance di aiuti mancanti già la settimana prossima, solo se Alexis Tsipras presenterà un piano di interventi chiaro e concreto.
Il pagamento dell’ultima tranche di aiuti potrebbe avvenire a rate in due o tre momenti probabilmente anche entro Aprile; la prima rata dovrebbe potrebbe ammontare a 1,9 miliardi di euro.
La palla torna ora dunque ad Alexis Tsipras e al suo Governo che pur avendo incassato un aiuto inaspettato dalla Commissione Europea mostra un atteggiamento fin troppo ottimistico riguardo alla liquidità greca e alla crisi del settore bancario del suo Paese. Se la condizione è "soldi in cambio di riforme" e se il vertice tenutosi nei giorni scorsi rappresenta l’ultima chance per la Grecia, la settimana prossima costituirà l’appuntamento decisivo per presentare un piano che ai buoni propositi aggiunga numeri e cifre e scelte davvero strutturali.
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