Goldman Sachs: i 10 temi caldi per il 2019

Mattia Prando

04/12/2018

04/12/2018 - 17:29

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Il 2019 sarà un anno all’insegna dell’incertezza e del rallentamento nella crescita economica. Gli analisti di Goldman Sachs hanno stilato una lista dei temi più importanti da monitorare durante il prossimo anno

Goldman Sachs: i 10 temi caldi per il 2019

Si avvicina la fine di un 2018 ricco di volatilità per i mercati finanziari globali. Le maggiori economie hanno fornito i primi segnali di rallentamento di un ciclo economico ormai giunto a maturazione.

In America gli effetti delle riforme di Donald Trump iniziano a scemare, mentre l’inasprimento delle condizioni finanziarie sta creando le prime pressioni.

Secondo gli analisti di Goldman Sachs però, è ancora presto per iniziare a preoccuparsi seriamente, in quanto si attende una crescita, seppur più moderata, anche nel prossimo anno.

Mercati emergenti: il rimbalzo è servito?

Il focus principale è su un possibile rimbalzo dei Mercati Emergenti, in difficoltà quest’anno, e sul livello di occupazione e dell’economie reali che risultano ancora su livelli piuttosto bassi se confrontati con i dati del lungo periodo. Ciò suggerisce ulteriore spazio per la crescita.

Un altro fattore da considerare è la Cina, le cui attività stanno giungendo a livelli bassi, elemento che potrebbe spingere il Governo ad adottare politiche più espansive rispetto a quanto fatto finora. Inoltre, i rialzi dei tassi da parte della Federal Reserve non dovrebbero creare troppi problemi ai mercati, che potrebbero avere già scontato i rialzi annunciati.

La banca d’affari statunitense fornisce quindi i dieci temi caldi per il 2019:

1) Secondo i risultati degli ultimi studi, che prevedono una moderata crescita economica nel prossimo anno, sarebbe inverosimile per gli asset rischiosi fornire rendimenti eccessivamente negativi nell’intervallo temporale dei successivi 12 mesi. Gli analisti non raccomandano quindi di tenersi liquidi, quanto piuttosto di muoversi verso asset class con alta qualità, che potrebbero essere in grado di difendere i portafogli in caso di una decelerazione dell’economia. In particolare, viene visto con favore il settore delle utilities, che tende a sovraperformare il mercato in caso di eventuali rallentamenti.

2) Gli analisti di GS inoltre si aspettano un ritorno dei rendimenti del decennale americano verso il 3,50%, a causa dei rialzi dei tassi della Fed. Questo dato potrebbe però scendere al 2,50-2,75% nel caso in cui, per rispondere ad un’eventuale crisi, l’istituto centrale statunitense fermasse il suo percorso di normalizzazione della politica monetaria. Un altro fattore da considerare è dato dallo Yen, tradizionalmente visto come “valuta rifugio” e che in questi anni, anche grazie alle politiche espansive della Bank of Japan, ha subito un notevole deprezzamento. Il trend potrebbe cambiare viste le previsioni di rallentamento in U.S.A. e il conseguente incremento di volatilità nei mercati.

3) I continui rialzi della Federal Reserve stanno portando ad un appiattimento della curva dei rendimenti. Inoltre ci sono prove per le quali si potrebbero preferire i Mortgage Backed Securities, che tradizionalmente in periodi negativi danno buoni risultati, rispetto alle obbligazioni cosiddette “investment grade”, che danno il meglio in periodi positivi.

4) Un rischio per i mercati è dato dall’indebolimento dei margini delle aziende statunitensi, fatto che rafforza la raccomandazione di andare a ricercare aziende di qualità su cui investire.

5) Il mercato del credito sta diventando sempre più vulnerabile, sebbene il debito attuale delle famiglie rimanga ben al di sotto del picco raggiunto nel 2008. Tale fattore però alimenta le preoccupazioni relative alla stabilità e durata del ciclo economico.

6) In Europa la crisi italiana potrebbe diventare più profonda nel prossimo anno. Gli analisti di Goldman Sachs inoltre tendono a preferire l’obbligazionario statunitense rispetto a quello europeo mentre, sul fronte del debito sovrano, viene vista con più favore la Gran Bretagna. L’euro dovrebbe apprezzarsi, ma non in maniera così consistente da fornire un rapporto rischio/rendimento appetibile.

7) Il restringimento della politica monetaria favorisce opportunità di trading nei Paesi del G10 e nei Mercati Emergenti. Inoltre, vengono viste buone prospettive sulle valute di Canada, Norvegia, Israele, Ungheria e Nuova Zelanda.

8) Il cambio Usd/Cny potrebbe superare quota 7,00 se non ci sarà alcuna tregua nella guerra commerciale con gli Stati Uniti. Inoltre, il rallentamento economico della Cina potrebbe accentuarsi. A tal proposito, Goldman Sachs ipotizza che si potrebbero comprare valute come il dollaro australiano e il peso cileno, che sono esposte sulle attività economiche cinesi e sulle materie prime. In tal modo si avrebbe un’esposizione indiretta sull’economia asiatica, che si rivelerebbe profittevole nel caso in cui essa si stabilizzasse.

9) Per quanto riguarda le azioni dei Mercati Emergenti, esse vengono preferite a quelle giapponesi ed europee.

10) È inoltre atteso un rimbalzo nei prezzi del petrolio nel breve periodo. In generale, gli analisti di Goldman Sachs sono più ottimisti per quanto riguarda il prezzo delle materie prime. Di conseguenza, Paesi come Cile e Perù dovrebbero avere un forte incremento in termini di esportazioni dei metalli, mentre India e Filippine dovrebbero soffrire meno le pressioni nell’importazione di oro nero. Il Canada potrebbe sovraperformare il resto dei produttori di petrolio, fatto che porterebbe ad un allargamento del differenziale tra i prezzi del WTI e quelli del WCS.

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