G20 finanziario: Brexit, terrorismo e banche italiane. Cosa c’è da sapere

C. G.

25 Luglio 2016 - 09:01

G20 finanziario in Cina: Brexit, terrorismo e banche. Questi i problemi che pesano sulla crescita e sullo sviluppo globale secondo i leader finanziari dei 20 paesi più sviluppati.

G20 finanziario: Brexit, terrorismo e banche italiane. Cosa c’è da sapere

Il G20 finanziario tenutosi in Cina si è concluso. Ma che cosa è successo e di che cosa si è parlato nel G20?
La crescita è stato il tema principale del G20 finanziario che si è tenuto a Chengdu, in Cina, e che ha riunito i ministri delle finanze e i governatori delle banche centrali delle 20 economie più sviluppate del mondo.
Il G20, che è durato ben due giorni, si è focalizzato sulla crescita mondiale messa a repentaglio da nuove e più forti preoccupazioni come la Brexit e il terrorismo, soprattutto dopo gli ultimi attentati ampiamente condannati da tutti i partecipanti.
La crescita globale è fortemente ostacolata, secondo i partecipanti del G20, ma l’obiettivo è comune: utilizzare tutti gli strumenti necessari per stimolare lo sviluppo globale nonostante le preoccupazioni legate a Brexit e terrorismo.
Anche il ministro dell’economia Padoan è intervenuto nel G20 finanziario in Cina parlando della non ottimale situazione delle banche in Italia.
Vediamo cosa è successo e tutto ciò che c’è da sapere sul G20 finanziario tenutosi in Cina.

G20: Brexit ha aumentato l’incertezza - FMI

Rispetto all’ultimo G20 di febbraio le preoccupazioni nei confronti della crescita globale sembrano essersi moltiplicate. La Brexit, ad esempio, si è inserita in un contesto economico globale già debole ed ha generato ulteriore incertezza soprattutto sui mercati finanziari, la cui volatilità continua senza sosta.
Nel G20 si è discusso circa le preoccupazioni legate all’abbandono dell’Unione Europea da parte del Regno Unito, abbandono che ha contribuito alla revisione in negativo delle stime di crescita globale da parte del FMI. La decisione del Regno Unito di lasciare l’Unione Europea ha amplificato le incertezze dell’economia globale. C’è quindi la consapevolezza che il quadro generale è stato ulteriormente complicato dall’uscita del Regno Unito dall’UE e la Brexit dovrà avvenire in tempi certi e ragionevoli.
La pressione del G20 sul Regno Unito si è fatta sentire. Christine Lagarde, dell’FMI, ha chiesto di rimuovere il più velocemente possibile i fattori di incertezza derivanti dalla Brexit. È stato proprio l’FMI a parlare del tema Brexit, affermando che la decisione britannica di abbandonare l’UE si è inserita in un contesto già debole a causa di innumerevoli altri fattori causando un aumento dei rischi al ribasso.

G20 finanziario e Italia: Padoan su banche e bail in

Anche il ministro dell’economia Padoan è intervenuto nel G20 finanziario di Cina esprimendosi sulla delicata situazione delle banche italiane. Il suo intervento è stato però fermo e ha sottolineato la non necessità, per le banche italiane, di piani di salvataggio o di bail in. “Non è il momento necessario”, ha affermato.

“Continueremo a tenere la barra dritta sulla politica di crescita e consolidamento”,

ha aggiunto.
Secondo Padoan l’Italia è in fase di discussione della delicata situazione del suo sistema bancario con la Commissione Europea, ma ciò non comporta, almeno pero ora, la necessità di bail in. Le banche italiane sono quindi solide, secondo le parole del ministro ai partecipanti del G20.
Lo stesso Padoan, durante il G20, ha parlato dell’incertezza causata dalla Brexit la quale però, secondo il ministro, non avrà effetti devastanti sull’economia dell’Italia.

Cina al G20: serve più coordinamento internazionale

I ministri riuniti nel G20 hanno sottolineato il no all’uso sleale dei cambi sulle valute estere e il no al protezionismo oltre a concordare sulla necessità di maggiore coordinamento.
La Cina in particolar modo ha sottolineato la necessità di un maggiore coordinamento internazionale per rafforzare la crescita ed ha invocato a tale scopo un nuovo global tax governance system per armonizzare il sistema di governance globale sulla tassazione.

Comunicato finale del G20: crescita, terrorismo e rischi

Il comunicato finale del G20 finanziario tenutosi in Cina questo fine settimana ha calcato sul tema della crescita. La crescita globale c’è, secondo i partecipanti del G20, ma resta al di sotto delle aspettative e al di sotto delle speranze.
I problemi legati a questa scarsa crescita sono molteplici e vanno dalla bassa inflazione di molti paesi fino alle oscillazioni nei prezzi delle materie prime e fino alla continua volatilità dei mercati finanziari.
Non è solo la Brexit a gettare benzina sul fuoco ma molti altri elementi vanno ad aggiungersi ad una situazione già complessa. Sono le preoccupazioni legate al terrorismo, all’immigrazione incontrollata, ai conflitti, alla volatilità dei mercati a pesare sulla crescita globale.
I ministri delle finanze e i governatori delle banche centrali che hanno partecipato al G20 si sono comunque impegnati ad attuare tutte le riforme necessarie per portare ad una crescita “sostenuta, equilibrata ed inclusiva”.
Il G20 finanziario tenutosi in Cina ha promesso il ricorso a tutti gli strumenti possibili per rilanciare una crescita ostacolata in particolar modo dalla Brexit. Tuttavia, i leader del G20 hanno consigliato di non enfatizzare eccessivamente le preoccupazioni sull’impatto Brexit sulla crescita globale e hanno assicurato di essere preparati per affrontare le conseguenze di uno scenario del genere.

“In futuro speriamo di vedere il Regno Unito come partner stretto dell’Europa”.

È questo l’auspicio di tutti i partecipanti del G20 finanziario che si è tenuto in Cina.

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