La debolezza dell’euro appare sempre più visibile sui mercati valutari, complice il super-dollaro e la fragilità dell’economia dell’eurozona
Sui mercati valutari continua a tenere banco la forza del dollaro americano, che sta mostrando i muscoli contro le principali valute mondiali grazie al tapering, che ormai si avvia verso la conclusione, e alle aspettative di rialzo anticipato dei tassi di interesse (tra fine anno e inizio 2015). Il Dollar Index non accenna a fermare la sua corsa e ieri ha superato anche quota 83. Al super-dollaro fa da contraltare la debolezza dell’euro, che comunque appare in recupero nei confronti di yen, sterlina e dollaro australiano. La moneta unica paga soprattutto le difficoltà congiunturali dell’eurozona, emerse prepotentemente dopo gli ultimi dati sull’andamento dell’attività manifatturiera e dei prezzi al consumo. L’eurozona fatica a risollevarsi e ora anche la virtuosa Germania sembra stia gettando la spugna, visto che il pil del secondo trimestre ha registrato un calo dello 0,2%.
La maggior parte dei paesi dell’eurozona sono in recessione e/o in deflazione: uno scenario economico che non fa di certo dormire sonni tranquilli ai vertici dell’Eurotower. Ciò fa aumentare notevolmente le aspettative di intervento della BCE nella riunione di giovedì, giornata che potrebbe sancire nuovi tagli ai tassi di interesse (sia quello principale di rifinanziamento sia quello sui depositi) o addirittura il tanto agognato piano di quantitative easing, che andrebbe nuovamente ad aumentare in modo esponenziale la liquidità sui mercati finanziari globali. Gli investitori si aspettano che Mario Draghi faccia ancora una mossa per cercare di risollevare la fragile economia dell’area euro, nonostante le forti perplessità dei policy makers tedeschi.
Nel frattempo sul forex i trader continuano ad incrementare le posizioni short sull’euro. Nei giorni scorsi la CFTC, ovvero la Commodity Financial Trading Commission, ha evidenziato come le posizioni ribassiste sull’euro abbiano toccato il livello massimo da luglio 2012, mentre le posizioni net long sul biglietto verde hanno registrato un boom eccezionale fino a 32,92 miliardi di dollari (il massimo degli ultimi due anni). Il tasso di cambio EUR/USD è sui minimi annuali in area 1,31, ma secondo gli esperti ci sono buone possibilità di rivederlo intorno a 1,30 prima di un fisiologico rimbalzo tecnico. Alcune banche d’affari non escludono che il cambio possa scendere fino a 1,27 già entro fine anno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti