Fisco: dichiarazione infedele punita solo sopra i 200mila euro, nuove norme su vecchi abusi e proroghe. La lotta all’evasione che fine fa?

Vittoria Patanè

20 Novembre 2014 - 13:28

La dichiarazione infedele sarà punita penalmente solo al di sopra dei 200mila euro, le nuove norme si applicheranno anche ai vecchi abusi, si discute sulla proroga per gli alluvionati e sulla retroattività delle norme tributarie. Tutte le novità sul Fisco che lasciano perplessi, sopratutto in materia di evasione fiscale

Fisco: dichiarazione infedele punita solo sopra i 200mila euro, nuove norme su vecchi abusi e proroghe. La lotta all’evasione che fine fa?

Una mossa che sinceramente lascia tutti alquanto perplessi, soprattutto in virtù del fatto che l’evasione fiscale è da sempre ritenuta il nemico numero uno dell’Italia.

Ma il Governo prende una decisione che sembra andare verso una strada diversa, molto diversa: la dichiarazione infedele sarà penalmente rilevante solo nel caso in cui l’imposta evasa superi l’astronomica cifra di 200mila euro. Ma c’è di più, perché nel computo non verranno annoverate la corretta classificazione degli elementi attivi o passivi oggettivamente esistenti, la violazione dei criteri di determinazione dell’esercizio di competenza e la non deducibilità di elementi passivi reali.

Ricordiamo che attualmente la soglia che fa scattare la punibilità penale è pari a 50mila euro e che l’ammontare totaledegli elementi attivi sottratti a tassazione è superiore al 10% dell’importo degli elementi attivi inseriti in dichiarazione, o comunque, è superiore a 2 milioni di euro.

Questo uno dei cambiamenti più importanti in materia abuso del diritto e sanzioni previste dalla delega fiscale (legge 23/2014) che il Governo ha intenzione di apportare.

Il testo arriverà nelle mani del CDM la prossima settimana e attualmente starebbe subendo le ultime correzioni del MEF.

Tornando all’abuso di diritto si prevedono ulteriori modifiche, come l’applicazione delle nuove norme per gli abusi commessi prima della data di entrata in vigore delle nuove regole. A una condizione però: il Fisco non deve aver notificato alcun avviso di accertamento.

Altro argomento importante è quello delle proroghe dei versamenti che scadranno a dicembre nelle aree alluvionate

«La stima dell’ammontare della sospensione dei versamenti tributari per il solo periodo 10 ottobre - 20 dicembre 2014 è di circa 3 miliardi»,

ha dichiarato i il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, aggiungendo che «La normativa è oggetto di valutazione».

Da un lato, se si cancellassero totalmente le cartelle di pagamento "gli effetti sui saldi di finanza pubblica" sarebbero rilevanti e si verificherebbe una disparità di trattamento rispetto a quanto stabilito in passato in situazioni del genere. Dall’altro, secondo il numero uno dell’Economia, misure agevolative sarebbero "soggette anche alla normativa europea sugli aiuti di Stato".

Parlando poi degli incassi da riscossione, Padoan ha aggiunto:

"in merito all’osservazione secondo cui l’importo complessivo delle cartelle di pagamento derivanti dal mancato versamento di tasse, tributi locali e contributi previdenziali che lo Stato deve ancora incassare ammonterebbe a circa 530 miliardi, gli uffici tecnici riferiscono che a legislazione vigente si può confermare quale previsione di incasso l’importo globale di circa 7 miliardi di euro, di cui 4miliardi riferito a carichi erariali".

Risalta infine la questione relativa alle norme tributarie retroattive, che tra maxi acconti e nuove imposte hanno raggiunto la cifra record di 10 miliardi di euro dal 2011.

Il titolare di via XX Settembre ha ammesso che la congiuntura economica sfavorevole ah causato deroghe della previsione di irretroattività delle disposizioni tributarie.

Da adesso in poi però, con la delega fiscale, «viene ribadito» il principio dell’irretroattività e già il Dlgs semplificazioni fiscali "si muove in questa direzione, è il primo passo per la realizzazione di un sistema chiaro e trasparente".

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