FMI rivede le stime sull’economia globale: cosa aspettarsi?

Violetta Silvestri

13 Ottobre 2020 - 15:25

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Il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto le stime sulla crisi economica globale e sulle prospettive di ripresa.

FMI rivede le stime sull’economia globale: cosa aspettarsi?

FMI: le stime sull’economia globale risultano “meno terribili” di quanto ci si aspettasse, ma occorre ancora mantenere un atteggiamento prudente.

Il miglioramento delle aspettative dell’organizzazione internazionale, infatti, va di pari passo con scenari incerti e cupi in alcune aree del mondo.

Il Fondo Monetario Internazionale ha ricordato che la contrazione globale sarà meno grave del previsto, ma restano allarmi su occupazione e mercati emergenti.

FMI: migliora la recessione globale, ma restano incertezze

Il Fondo Monetario Internazionale ​​prevede una contrazione globale 2020 del 4,4% nel 2020 nel suo ultimo World Economic Outlook, in miglioramento rispetto alla contrazione del 5,2% prevista a giugno. Tuttavia, siamo ancora dinanzi alla peggiore crisi economica dalla Grande Depressione degli anni ’30 e occorre mantenere cautela su ottimistiche visioni.

Di certo, Paesi ricchi e la Cina sono rimbalzati più rapidamente del previsto dai lockdown di primavera, ma le prospettive per molti mercati emergenti stanno peggiorando.

L’economia globale tornerà a una crescita del 5,2% nel 2021 secondo il FMI. Tuttavia, il rimbalzo sarà leggermente inferiore alle previsioni a giugno, a causa delle estreme difficoltà per molti Paesi emergenti e del rallentamento della riapertura mentre il virus continua a diffondersi.

Gita Gopinath, capo economista del FMI, ha affermato che circa 12 trilioni di dollari di sostegno fiscale e un allentamento monetario senza precedenti da parte di Governi e banche centrali hanno contribuito a limitare i danni, ma l’occupazione rimane ben al di sotto dei livelli pre-pandemici, con i lavoratori a basso reddito, i giovani e le donne i più colpiti.

Le stime FMI sui singoli Paesi

Il FMI ha affermato che gli Stati Uniti vedranno una contrazione del PIL del 4,3% nel 2020, notevolmente meno grave dall’8% previsto a giugno. Ma il rimbalzo degli USA nel 2021 sarà leggermente inferiore al 3,1%, una previsione che non presuppone alcun aiuto federale aggiuntivo oltre i 3.000 miliardi di dollari approvati dal Congresso a marzo.

L’economia della zona euro si ridurrà dell’8,3% nel 2020, un miglioramento rispetto alla contrazione del 10,2% prevista per giugno, ma c’è differenziazione all’interno del gruppo.

La potenza delle esportazioni della Germania vedrà una contrazione del 6,0% nel 2020, mentre l’economia spagnola, più dipendente dal turismo, si contrarrà del 12,8%. L’Eurozona riprenderà a crescere del 5,2% nel 2021.

La Cina, che ha visto una forte riapertura anticipata e un rimbalzo dalla pandemia, sarà l’unica economia a mostrare una crescita positiva nel 2020, dell’1,9% - quasi il doppio del tasso previsto a giugno - e raggiungere una crescita dell’8,2% nel 2021.

Pechino ha riaperto la maggior parte della sua economia entro aprile e ha visto una forte domanda per le esportazioni delle sue forniture mediche e dei prodotti tecnologici necessari per aiutare il lavoro a distanza.

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