Eurozona: inflazione torna a scendere a dicembre. Quale impatto sulla moneta unica?

Nicola D’Antuono

8 Gennaio 2014 - 06:45

Inflazione nuovamente in calo nell’area euro e la BCE torna a vigilare per difendersi dal pericolo deflazione. Sul forex l’euro resta tonico sora 1,36 dollari

Eurozona: inflazione torna a scendere a dicembre. Quale impatto sulla moneta unica?

A dicembre il tasso di inflazione nell’eurozona è tornato a scendere, dopo aver sperimentato un lieve miglioramento a novembre. Sebbene la notizia di un’inflazione in calo può sembrare un risultato positivo per i consumatori, in realtà a livello macroeconomico si tratta di una notizia non soddisfacente in virtù dell’attuale contesto economico, caratterizzato da crescita anemica, consumi al palo e redditi in costante diminuzione. A dicembre l’indice dei prezzi al consumo è salito dello 0,8% su base annua, in linea con le attese degli analisti finanziari ma in calo rispetto allo 0,9% del mese precedente. A ottobre, invece, l’inflazione era diminuita allo 0,7%, creando i presupposti per un improvviso crollo dell’euro sui mercati internazionali.

A novembre la BCE ha dovuto tagliare i tassi di interesse di un quarto di punto allo 0,25%, il livello più basso di sempre, proprio per fronteggiare il pericolo rappresentato dalle spirali deflazionistiche e dai consumi in costante rallentamento. Per l’Eurotower l’obiettivo ufficiale di inflazione resta intorno al 2% annuo sulla media di 18 mesi circa. Questo target sembra nettamente fuori portata, considerando che molti paesi dell’area euro stanno faticando non poco a uscire dalla recessione, in particolare i paesi periferici. Inoltre, i continui record della disoccupazione deprimono i consumi, facendo temere una deflazione in stile giapponese nonostante la BCE abbia ribadito continuamente che la situazione in Europa è diversa. Intanto giovedì si riunisce il Consiglio Direttivo dell’Eurotower a Francoforte.

Cosa farà la BCE? Taglierà ancora il costo del denaro? Secondo gli analisti i tassi di interesse resteranno fermi allo 0,25% e probabilmente Mario Draghi aspetterà i prossimi dati macroeconomici prima di valutare nuove mosse di politica monetaria non convenzionale. L’opzione più probabile resta quella di una nuova LTRO triennale, mentre viene ritenuta ancora poco percorribile l’ipotesi di un taglio dei tassi sui depositi presso la BCE per portarli valori negativi, allo scopo di spingere le banche commerciali dell’eurozona a immettere più facilmente il denaro nell’economia reale. Sul forex il tasso di cambio euro/dollaro continua a muoversi sopra 1,3630, ma finora ha evidenziato non poche difficoltà a superare la resistenza chiave di 1,3650. Non va escluso un allungo fino in area 1,37 – 1,3720, ma il trend ribassista di breve periodo potrebbe rafforzarsi nuovamente nei prossimi giorni con target posto in area 1,35.

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