D-Day: le statistiche sull’operatività su euro dollaro quando c’è la Bce

Ufficio Studi Money.it

06/06/2019

06/06/2019 - 12:54

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Da quando è subentrato Mario Draghi alla guida della BCE sono state tenute 74 conferenze stampa. Di queste, la maggior parte ha avuto ripercussioni negative sull’Eur/Usd. Abbiamo approfondito questo tema per farci un’idea sul possibile andamento del cambio oggi

D-Day: le statistiche sull’operatività su euro dollaro quando c’è la Bce

Oggi è una giornata importante per l’Eur/Usd: dopo i rialzi dei giorni scorsi, i prezzi del cambio evidenziano il tipico comportamento attendista degli operatori per la conferenza stampa del presidente Bce Mario Draghi.

Per questo meeting, le prospettive sono per un atteggiamento dovish del chairman della Banca Centrale Europea (per approfondire), ma come si potrebbe comportare l’Eur/Usd oggi?

Per rispondere a questa domanda, siamo andati a verificare come si sono comportate i prezzi del cambio nei giorni in cui Draghi tiene le sue conferenze stampa.

Dal 2011 Draghi spegne l’Eur/Usd

Elaborazione Ufficio Studi di Money.it

Al momento, Mario Draghi ha tenuto 74 conferenze da quando si è insediato, nel 2011. Di queste, 42 hanno fatto registrare una chiusura negativa del cambio (56,76% dei casi), mentre nelle altre 32 la close è stata positiva (43,24% dei casi).

Osservando i risultati dell’analisi però, si osserva come qualcosa nell’atteggiamento degli operatori sia cambiato.

Se fino al 2016 la dinamica dei prezzi aveva evidenziato una maggioranza di chiusure negative rispetto a quelle positive, dal 2017 questo atteggiamento si è invertito.

Il 2015 è stato fatale per l’Eur/Usd: nell’anno di introduzione del Quantitative Easing infatti, nei giorni in cui Draghi teneva le sue conferenze stampa, la moneta unica si deprezzava mediamente dello 0,53% nei confronti del Dollaro Usa.

Cosa attendersi oggi?

In media, da quando Draghi tiene le conferenze stampa, il cambio veleggia in territorio negativo dello 0,07%. Al momento, questa media è abbondantemente superata nel 2019: è ragionevole quindi attendersi un ritorno verso le performance mediane oggi. Ciò fornisce una view ribassista, corroborata anche dall’analisi tecnica.

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