Dopo Giuliano Pisapia, anche lo scissionista Guglielmo Epifani apre per una coalizione con il Partito Democratico, a patto che Renzi decida da che parte stare.
Il Partito Democratico continua ad essere al centro dei pensieri della sinistra italiana. Dopo il messaggio di Giuliano Pisapia a Matteo Renzi per cercare di ritrovare quell’unità perduta, segnali di pace arrivano anche dagli scissionisti.
Questo è quanto si evince dalle parole di Guglielmo Epifani, l’ex segretario del Pd che ha lasciato il partito un paio di mesi fa per fondare assieme a Bersani e gli altri il Movimento Democratici e Progressisti.
Epifani infatti ha parlato di una possibile alleanza alle prossime elezioni politiche con il Partito Democratico a certe condizioni, con Matteo Renzi che secondo l’ex segretario della CGIL dovrebbe una volta per tutti dire da che parte sta.
Parole simili sono arrivate anche da Alfredo D’Attorre, altro ex Pd e Sel ora passato anche lui con il Movimento Democratici e Progressisti, per una inedita corte a Matteo Renzi che però difficilmente potrà andare a buon fine.
Alleanza con il Partito Democratico, Epifani disponibile
L’appuntamento con le primarie del Partito Democratico di domenica 30 aprile ormai sembrerebbe essere soltanto una formalità. Stando agli ultimi sondaggi, Matteo Renzi dovrebbe ottenere una larga vittoria ben oltre la soglia della maggioranza assoluta.
Sparite quindi in pratica le possibilità di un Partito Democratico guidato da Andrea Orlando o Michele Emiliano, il variegato mondo del centrosinistra italiano dovrà tornare a fare i conti con il grande nemico dei mesi scorsi: Matteo Renzi.
L’occasione per capire che aria tirasse nella sinistra alternativa al Pd è stato un incontro tra il Movimento Democratici e Progressisti e il Campo Progressista di Giuliano Pisapia, dove al centro della discussione c’è stata l’ipotesi di una nuova coalizione che andrebbe a ricalcare quella che fu l’esperienza dell’Ulivo.
Dopo che già Pisapia aveva lanciato un appello a Renzi per unire di nuovo il centrosinistra, ora arriva una mano tesa anche da parte da chi non ti aspetti, ovvero quei scissionisti che solo un paio di mesi fa hanno fatto armi e bagagli abbandonando il Partito Democratico.
Renzi deve fare una scelta, decidendo da che parte stare. Ci si può alleare con il Pd ma le condizioni, il programma e la leadership andrebbero decise assieme.
Queste sono state le parole di Guglielmo Epifani al termine dell’incontro con Pisapia. Per l’ex segretario della CGIL e ora esponente degli scissionisti una coalizione di centrosinistra sarebbe quindi possibile, a patto di trovare però una guida e una linea programmatica condivisa.
Messaggi questi che arrivano dalla sinistra a cui Renzi risponderà solo dopo l’esito delle primarie. Difficile comunque pensare ad un accordo dopo che il letto della separazione è ancora, come si suol dire, caldo.
Da una parte c’è l’effettiva possibilità, dati alla mano, per una coalizione di centrosinistra di vincere le prossime elezioni politiche. Dall’altra però ci sono fratture anche personali che ancora sono ben lontane dal poter essere sanate.
Che farà Renzi?
Gli ultimi sondaggi politici elettorali parlano chiaro: il centrosinistra unito sarebbe la prima forza politica del paese, attestata al momento vicina al 35% se si dovesse creare un nuovo Ulivo.
Questo è un dato di fatto, che però incontra già di per sé il primo ostacolo. Matteo Renzi negli ultimi tempi è sempre più propenso a fare una nuova legge elettorale che preveda un premio di maggioranza alla lista e non alla coalizione.
Se così fosse, tutte le forze di centrosinistra dovrebbero confluire in un unico grande listone, tutti insieme appassionatamente sotto lo stesso tetto. Un’ipotesi questa difficile da realizzarsi, visto le grandi divisioni presenti.
A questo punto però non sarebbe da escludere anche un altro scenario. Come dichiarato da Pisapia, potrebbe esistere un centrosinistra unito anche senza il Partito Democratico, forza questa che avrebbe molte meno difficoltà a presentarsi assieme in una lista unica alle prossime elezioni.
Ci troveremmo di fronte quindi ad una lista del Pd e ad una della sinistra, che in caso di pareggio elettorale potrebbero pensare anche ad un’alleanza di governo post voto, a patto però che questo sia numericamente possibile.
Nonostante gli appelli della sinistra, Matteo Renzi sembrerebbe sempre convinto di tirare dritto per la propria strada. Con Pisapia non ci sarebbero problemi, ma trovarsi di nuovo assieme ai bersaniani è un’ipotesi inaccettabile per l’ex premier.
Il problema per Renzi è che anche guardando a destra, ovvero a Berlusconi e Alfano, al momento sarebbe difficile trovare i numeri per formare un governo dalle larghe intese come da molti ipotizzato.
Quando a fine maggio arriverà in Parlamento il testo sulla nuova legge elettorale potremo capire meglio quale sarà il futuro del centrosinistra, ma l’ipotesi di una nuova coalizione unitaria al momento è soltanto una chimera.
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