Sondaggi primarie Pd: secondo l’istituto Winpoll Matteo Renzi sarebbe nettamente in testa ben oltre il 70%, tanto che il pensiero è già alle prossime elezioni politiche.
Sondaggi primarie Pd: sarebbe un autentico plebiscito per Matteo Renzi che viene dato in testa con oltre il 70% delle preferenze, mentre vengono indicati molto staccati dall’ex premier Andrea Orlando e Michele Emiliano.
Non sembrerebbe lasciare spazio a nessuna sorpresa il sondaggio realizzato dall’istituto Winpoll riguardante le primarie del Partito Democratico, con Matteo Renzi indicato come netto vincitore al primo turno.
Un sondaggio questo che ricalca grosso modo l’esito del voto degli iscritti del Partito Democratico, che hanno già espresso le loro preferenze nei vari circoli indicando nel 66% dei casi di volere Matteo Renzi come nuovo segretario.
Il sentore generale nel Pd è che per quanto riguarda queste primarie ormai i giochi sarebbero fatti, tanto che il partito è già proiettato al dopo 30 aprile quando di fatto inizierà la lunga volata della campagna elettorale delle politiche del 2018.
Sondaggi primarie Pd: Renzi in testa
A circa una settimana dal voto del 30 aprile, l’istituto Winpoll ha realizzato un sondaggio in merito alle primarie del Partito Democratico per conto dell’Huffington Post, intervistando a campione 500 elettori dem nei giorni del 20 e 21 aprile..
Lo scenario ipotizzato dal sondaggio è chiaro: Matteo Renzi è in maniera evidente in vantaggio rispetto a Andrea Orlando e Michele Emiliano, gli altri due candidati a queste primarie che anche nei loro toni ormai sembrerebbero essere rassegnati alla sconfitta.
- Matteo Renzi 72%
- Andrea Orlando 17%
- Michele Emiliano 11%
Secondo l’istituto Winpoll quindi Matteo Renzi sarebbe destinato a vincere le primarie del 30 aprile con una percentuale bulgara, un risultato simile a quello ottenuto nel 2013 quando l’ex premier sconfisse Gianni Cuperlo e Giuseppe Civati.
Al momento si allontana l’ipotesi di un ballottaggio da effettuare all’Assemblea Nazionale, visto che Renzi non dovrebbe avere problemi a sfondare la soglia del 50% nel voto ai gazebo di domenica prossima.
Nelle votazioni riservate agli iscritti nei circoli, l’ex segretario ha ottenuto il 66,73% delle preferenze, tenendo a distanza Andrea Orlando che ha fatto registrare il 25,26% dei voti e Michele Emiliano, che invece si è fermato all’8,01%.
Per l’istituto Winpoll Matteo Renzi non solo quindi ai gazebo andrebbe a esorcizzare lo spauracchio del voto contro alla sua persona da parte dei nemici giurati, ma guadagnerebbe anche altro terreno rispetto soprattutto ad Andrea Orlando.
Se la vittoria alle primarie Pd di domenica 30 aprile ormai sembrerebbe essere una mera formalità, lo sguardo di Renzi è già proiettato al futuro per riprendersi, dopo il ruolo di segretario del partito, anche quello di Presidente del Consiglio.
Dopo le primarie, l’obiettivo sono le elezioni politiche
Dopo un periodo di appannamento, la figura di Matteo Renzi ormai è pronta a tornare ai fasti di un paio di anni fa. Dopo la sconfitta al Referendum del 4 dicembre e le conseguenti dimissioni da capo del governo, c’era anche chi era pronto a ipotizzare un declino per l’ex sindaco di Firenze.
Se davvero la percentuale della vittoria alle primarie dovesse essere quella paventata dal sondaggio, Renzi potrebbe sfruttare l’onda lunga di questo plebiscito per tornare ad imporsi anche a livello nazionale.
In quest’ottica anche gli ultimi sondaggi politici elettorali sorridono al Pd, dato in rimonta rispetto al Movimento 5 Stelle tanto da essere considerato di nuovo come il primo partito del paese nonostante la scissione dei bersaniani.
Non è un caso che i renziani in Parlamento siano tornati a spingere per una nuova legge elettorale che preveda un premio di maggioranza alla lista e non alla coalizione, quasi in una convinzione di poter guadagnare ancora più terreno nei prossimi mesi.
In sincerità Matteo Renzi nel panorama politico italiano ha soltanto se stesso come avversario. Quando è stato capo del governo, ha commesso diversi errori come da lui ammesso che hanno intaccato la grande popolarità di cui godeva.
Attorno a lui però non ci sono avversari temibili. Matteo Salvini non è Marine Le Pen, tanto da non riuscire ancora a staccarsi dal rassicurante per certi versi cordone ombelicale che lo lega a Silvio Berlusconi.
Il Movimento 5 Stelle è una realtà consolidata e che farà bene anche alle prossime elezioni, ma senza dei compromessi in tema di alleanze di governo sarà molto difficile vedere un giorno un esecutivo pentastellato.
A sinistra poi non esiste una vera e propria alternativa a Renzi, come con ogni probabilità l’esito delle primarie di domenica prossima andrà a dimostrare, nonostante comunque l’impegno messo in campo da Andrea Orlando e Michele Emiliano.
In questo scenario politico, Matteo Renzi deve far tesoro degli errori passati e cominciare a pensare al ceto medio basso degli italiani ma, questa volta, non solo con post sui social o con delle slide, ma con fatti concreti.
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