Chi è Michele Emiliano? Biografia e idee dell’attuale governatore della Regione Puglia, che assieme a Andrea Orlando ha sfidato Matteo Renzi alle primarie del Partito Democratico.
Chi è Michele Emiliano? Biografia e pensiero politico del governatore della Puglia che, dopo aver valutato l’ipotesi della scissione dal PD, ha deciso di restare e di candidarsi alla segreteria del partito.
Michele Emiliano è stato uno dei tre candidati alla segreteria che si sono sfifati alle primarie Pd che si sono svolte domenica 30 aprile. L’ex sindaco di Bari alla fine ha ottenuto il 10,5% dei voti, contro il 70% di Matteo Renzi e il 19,5% di Andrea Orlando.
Qualche mese fa, durante un suo intervento al programma Faccia a faccia condotto da Giovanni Minoli, Emiliano aveva detto che non era escludersi una sua possibile candidatura alla segreteria del Partito Democratico, qualora si aprisse il congresso del PD 2017.
Parole che poi si sono trasformate in fatti durante la Direzione PD, confermando la sua intenzione di candidarsi alla segreteria del Partito Democratico non appena si terrà il congresso PD. Alla fine però queste primarie non sono andate sperato, anche se il governatore si è detto comunque soddisfatto per il risultato ottenuto.
Alla luce di tutto questo, è lecito domandarsi: chi è Michele Emiliano?
Ora più che mai, infatti, è importante conoscere chi è Michele Emiliano, oltre al perché ha maturato la decisione di voler scendere in campo contro Matteo Renzi alle primarie del Pd dopo essere stato a lungo etichettato come il possibile nuovo leader degli scissionisti.
Emiliano aveva dichiarato di volersi candidare anche per gli errori di Matteo Renzi che secondo lui sono stati diversi, a partire dal fatto di non saper dialogare con il Sud, dove l’ex premier non sarebbe riuscito ad arrivare.
Vediamo, dunque, chi è Michele Emiliano, l’uomo che potrebbe sfidare Matteo Renzi e diventare segretario del PD.
Chi è Michele Emiliano, biografia del governatore della Puglia
Michele Emiliano nasce a Bari nel 1959, è figlio di un calciatore professionista (poi piccolo imprenditore) e dal 1962 al 1968 vive a Bologna per poi tornare a Bari e dedicarsi alla pallacanestro.
Nel 1963 si laurea in Giurisprudenza e lavora come praticante nello studio di un avvocato, che però abbandona quasi subito per dedicarsi all’attività di magistrato. A 26 anni supera il concorso in magistratura e si trasferisce ad Agrigento, dove lavora in Procura, incontrando anche Giovanni Falcone.
Dal 1990 al 1995 lavora presso la Procura di Brindisi e si dedica alla lotta alla mafia, per poi tornare nuovamente a Bari nel 1995. Qui svolge l’attività di sostituto procuratore della DDA (Direzione Distrettuale Antimafia) fino al 2003, anno in cui accetta la candidatura a sindaco di Bari con il centro-sinistra. Vince le elezioni e dal 2004 al 2014 ricopre la carica di sindaco di Bari.
Dal 2015 Emiliano è il Presidente della Regione Puglia, un incarico che porterebbe comunque a termine se anche dovesse conquistare la segreteria del PD. Emiliano è sposato dal 1988 ed ha tre figli.
Dopo la bagarre nata ad inizio 2017 in seno al Pd, Emiliano è stato molto vicino ad abbandonare il partito e seguire Bersani e Speranza nel neonato Movimento Democratici e Progressisti.
Alla fine però il governatore ha preferito rimanere nel Partito Democratico e sfidare Matteo Renzi alle primarie del 30 aprile, dove però ha ottenuto il 10,5% dei voti contro il 70% dell’ex premier e il 19,5% di Andrea Orlando.
Primarie Pd: i sondaggi su Michele Emiliano
Alle primarie Pd del prossimo 30 aprile sarà una sfida a tre tra Matteo Renzi, Andrea Orlando e Michele Emiliano.
In data 13 aprile l’istituto Index Research ha realizzato un sondaggio sulle primarie Pd per conto del programma di La7 PiazzaPulita condotto dal sempre bravo Corrado Formigli.
- Matteo Renzi 61%
- Andrea Orlando 29%
- Michele Emiliano 10%
Matteo Renzi quindi si confermerebbe nettamente in testa secondo il sondaggio, con Andrea Orlando in seconda posizione. Michele Emiliano risulterebbe essere staccato, ma il governatore confida ugualmente in un ottimo risultato nelle votazioni dei gazebo.
Netto favorito è l’ex premier Matteo Renzi anche il sondaggio effettuato in data giovedì 30 marzo dall’istituto Piepoli, elaborato per il quotidiano La Stampa dà in testa.
- Matteo Renzi 65%
- Andrea Orlando 21%
- Michele Emiliano 14%
Le speranze di vittoria per Emiliano quindi sembrerebbero essere molto esigue, ma il governatore della Puglia spera in una grande affluenza ai gazebo domenica 30 aprile per riuscire a sorpassare Orlando e a far scendere Renzi sotto la soglia del 50%.
Se così fosse, all’Assemblea Nazionale del Partito Democratico si terrebbe un ballottaggio tra Renzi ed Emiliano, con il voto dei delegati di Orlando che potrebbero confluire sul governatore, permettendo quindi al magistrato di diventare il nuovo segretario.
Nonostante i sondaggi non proprio lusinghieri, durante l’unico dibattito televisivo tra i tre candidati che si è svolto mercoledì 26 aprile, Michele Emiliano è stato votato come il più convincente tra gli aspiranti segretario.
Le parole di Emiliano su Matteo Renzi
La candidatura di Emiliano alla segreteria del Partito Democratico è stata accompagnata da critiche molto aspre mosse all’ex premier Matteo Renzi, cosa che era già avvenuta in passato, ad esempio durante la trasmissione Faccia a faccia.
Le ultime dichiarazioni al riguardo sono relative al fatto che Renzi sarebbe “anaffettivo e napoleonico”, ma le critiche mosse sono soprattutto sulle sue scelte politiche.
Emiliano si era detto pronto a scendere in campo contro Renzi perché lo ritiene necessario, sottolineando anche il fatto che “un congresso ad aprile senza conoscere la legge elettorale, senza sapere quante sezioni sono commissariate e con la Pasqua in mezzo è una di quelle cose che fa rischiare la scissione”.
La scelta di Emiliano è dettata dal fatto che secondo lui Matteo Renzi, in alcuni momenti della presidenza del consiglio, sia sembrato molto distante dalle persone e questo, a suo avviso, non è possibile.
Michele Emiliano, inoltre, parla anche della situazione della Puglia e dell’Ilva, accusando Matteo Renzi di non aver lasciato spazi di apertura sulla questione, tanto che Emiliano afferma di aver dovuto aspettare il governo Gentiloni per aprire il dialogo.
Emiliano, inoltre, dice di aver votato Renzi nel 2013 perché affascinato dalle sue idee di rinnovo della classe dirigente e di attenzione alle tematiche ambientali, ma di non aver compreso bene le finalità di alcune azioni del governo Renzi e di essere stato lasciato solo, mentre al fianco di Renzi ha visto le persone che aveva contro nella regione Puglia sulle questioni di merito.
Infine, affronta la questione del referendum costituzionale “Avevamo detto che non avremmo mai cambiato la Costituzione a maggioranza e invece l’abbiamo fatto”, mentre il referendum sembrava essere un modo per “azzerare tutti gli altri”.
Quelle evidenziate durante l’intervento di Emiliano nel corso della direzione PD non sono le uniche critiche che ha mosso nei confronti di Renzi.
Già qualche tempo fa, nel corso del programma Faccia a faccia, Emiliano aveva sottolineato quelli che secondo lui sono stati gli errori di Matteo Renzi.
Gli altri errori di Matteo Renzi secondo Michele Emiliano
Michele Emiliano, dunque, è pronto a scendere in campo contro Renzi, nei confronti del quale ha condotto critiche piuttosto dirette, evidenziando quelli che per lui sarebbero gli errori commessi dall’ex premier italiano.
Secondo Emiliano, Matteo Renzi non è stato in grado di arrivare nel modo giusto al Sud, che non è la Toscana o l’Emilia-Romagna, in cui il voto al PD è consolidato perché vive naturalmente la sua dimensione.
Al Sud, invece, è più complicato arrivare per Renzi e lui non ha scelto bene le persone con cui parlare, non ha capito il Meridione italiano e ha perso consensi e possibili "Sì" al referendum.
Non sono, però, solo questi gli errori che secondo Emiliano avrebbe fatto l’ex premier Matteo Renzi: primo fra tutti quello di dimettersi dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre.
Secondo Emiliano, infatti, questa mossa politica avrebbe giovato a tutti gli avversari di Renzi ed è incredibile che un premier decida di dimettersi dopo per un referendum costituzionale.
Anche la riforma costituzionale (la riforma Boschi) non ha l’approvazione di Emiliano perché “Era totalmente sballata, era un pastrocchio scritto anche da persone poco competenti”.
Inoltre, Matteo Renzi avrebbe sbagliato a scegliere i suoi interlocutori, soprattutto al Sud, cosa che ha determinato una caduta di consensi che hanno portato alla vittoria del "No".
Per Emiliano, infatti, Vincenzo De Luca, governatore della Campania, è un interlocutore inevitabile per il Sud, anche perché non è possibile, per lui, andare avanti da soli.
Secondo il presidente della Regione Puglia, poi, l’idea di tenere insieme le correnti che vanno dal cattolicesimo democratico alla sinistra all’interno di uno stesso partito è un buon progetto, ma allo stesso tempo il PD dovrebbe rivolgersi più a sinistra.
Insomma, sembra avere le idee chiare il presidente della Regione Puglia Emiliano, che esprime la volontà di candidarsi alla segreteria del Partito Democratico e si dice pronto a scendere in campo, senza abbandonare la sua carica istituzionale di Presidente della regione Puglia, che vuole portare a termine.
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