Elezioni Europee cosa realmente propongono Pd, M5S e Forza Italia

Analisi degli interessi Italiani in Europa e delle reali proposte e candidature europee dei tre principali partiti: Pd, M5S e Forza Italia.

Elezioni Europee cosa realmente propongono Pd, M5S e Forza Italia

La recente campagna elettorale che, come spesso avviene, si è giocata più sul piano nostro interno che sul reale piano europeo a cui dovrebbe invece essere indirizzata, ha creato molta confusione tra gli elettori, convinti di votare:

  1. a favore o contro il governo Renzi con i suoi famosi 80 euro e le altre riforme proposte o realizzate
  2. a favore o contro il M5S di Grillo e della sua volontà acclarata o meno di cambiare il paese: rivoltandolo come un calzino, attraverso il reddito di cittadinanza - sull’euro lui ha dichiarato forse meno di tutti, non è a favore ne contro, l’unica proposta sarebbe un referendum impossibile, per sua stessa ammissione, sia per le nostre normative, che per le disastrose conseguenze che porterebbe ai nostri portafogli nel tempo tra la realizzazione e l’eventuale uscita, probabilmente anticipata dal crollo di un sistema che non reggerebbe l’attesa di un evento di proporzioni cosmiche finendo con l’implodere molto prima a causa del panico provocato da questo fantomatico referendum -, il taglio dei costi della politica e le altre solite proposte di politica nazionale,
  3. a favore o contro Berlusconi che sta basando, anch’egli, la sua campagna elettorale sui problemi interni suoi, della giustizia, attaccando i provvedimenti economici presi sempre a livello nazionale, e Grillo sul piano su cui è più debole, quello di un movimento autoritario dittatoriale arrivando a paragonarlo a Hitler (cosa che Grillo sembrerebbe addirittura aver gradito…in fondo che Hitler avesse una grandissima capacità di leadership e di condurre i suoi ovunque volesse, arrivando a fargli fare cose a cui nessun essere umano avrebbe saputo spingere i propri seguaci, pure è un dato di fatto che può portare qualcuno ad ammirare una tale capacità di leadership al limite dello spirituale).

Insomma la campagna elettorale per le elezioni europee, vede i partiti intenti, pur di prender voti, a combattersi sugli slogan più efficaci, appartenenti alla sfera nazionale, e si dimentica del tutto di informare chi va a votare dello scopo di quel voto, dei candidati che dovranno rappresentarci e quali programmi, e quindi quali interessi realmente, rappresentano i partiti e i candidati che manderemo in Europa.

Se l’Europa è il nostro territorio di vita, di lavoro e di sviluppo possibile dovremmo sapere per chi e soprattutto per che cosa votiamo.
Proviamo a fare chiarezza.

Per cominciare sfatiamo una leggenda creata da qualche disinformatore acchiappavoti (non solo di questi tre partiti sia chiaro): alle elezioni europee non si vota per uscire dall’Europa e nemmeno dall’Euro (come alle nazionali i leghisti non hanno mai votato per uscire dall’Italia o dalla Lira), per quello semmai ci saranno altri passaggi (difficilmente un referendum specie per l’Euro) più probabilmente di politica Nazionale. Salvini ad esempio se vincerà le prossime politiche con una maggioranza bulgara, da premier potrebbe arrivare attraverso leggi anche costituzionali a far uscire l’Italia, il Veneto o la Padania dall’Euro, ma che possa farlo da parlamentare europeo in un parlamento che pare non abbia mai tra l’altro frequentato, è una delle megabufale di questa campagna.

Per cosa si vota il prossimo 25 Maggio?
Si vota per il parlamento europeo e per la prima volta il parlamento dovrebbe esprimere il presidente della commissione sulla base del risultato elettorale. Si tratta, perciò, di elezioni più importanti che in passato: non solo scegliamo i parlamentari ma indirizziamo (proprio come avviene da noi per il premier) la scelta del presidente dalla commissione e quindi anche le relative politiche dell’esecutivo.

Quali sono i programmi e i candidati?
Partiamo dal Pd che appoggia la candidatura del tedesco socialista Martin Schulz (che si giocherà la presidenza con il candidato del Ppe Junker più legato ovviamente alla Merkel e alle sue politiche) alla presidenza della Commissione Europea sostenendo quindi il programma del Partito Socialista Europeo.

Quest’ultimo avrebbe 10 punti fondanti nel programma tra cui:

  1. il diritto a un lavoro dignitoso,
  2. la creazione di nuovi posti di lavoro facendo ripartire l’economia europea con politiche espansive opposte al liberismo restrittivo degli ultimi anni,
  3. la regolamentazione del settore bancario e la collegata imposizione di un tetto per i bonus ai banchieri,
  4. la creazione di un Europa sociale e verde,
  5. favorire l’uguaglianza dei diritti delle donne e delle diversità,
  6. la promozione di un vita sana e sicura,
  7. maggiore democrazia e partecipazione.

Il programma del Pd nello specifico prevede anche:

  1. la parità di genere,
  2. la lotta alla violenza sulle donne,
  3. il ricorso ai project bonds per finanziare gli investimenti nell’economia verde,
  4. la promozione dell’Europa come attore globale.

Il Movimento 5 Stelle non appoggia nessun candidato e sembra non faccia alleanze, quindi se prendesse il 30% in Italia porterebbe a casa circa 20 parlamentari che in una parlamento di 700 circa dovrebbero realizzare un cambiamento radicale dell’Europa come scritto nel loro programma:

  1. referendum per la permanenza nell’Euro (abbiam visto impossibile da realizzare in Italia e non capiamo come potrebbe nascere poi dal parlamento Europeo),
  2. abolizione del Fiscal Compact,
  3. adozione degli Eurobond,
  4. alleanza tra i Paesi mediterranei per una politica comune,
  5. investimenti in innovazione esclusi dal limite del 3% annuo del deficit di bilancio,
  6. finanziamento per attività agricole e di allevamento finalizzate ai consumi nazionali interni,
  7. abolizione del pareggio di bilancio.

Un programma decisamente ambizioso (ai limiti dell’utopia come molti proposti dal M5S), come potrà essere realizzato da 20 parlamentari contro il resto del parlamento e la commissione non è stato spiegato in campagna elettorale.

Infine, Forza Italia che facendo parte del Partito Popolare Europeo sostiene per la presidenza della commissione europea, come la Merkel, Jean Claude Juncker.

La politica del PPe, in tema di politiche del lavoro, di forza della moneta, di inflazione, di investimenti, di bond sovrani e sopranazionali, di deficit e di regole fiscali abbiamo avuto modo di conoscerla in questi anni ed è inutile qua approfondire oltre, sottolineamo che il Partito di Berlusconi inserisce propri punti programmatici apprezzabili, come:

  1. la riduzione della burocrazia,
  2. l’accelerazione dell’unione politica, economica e bancaria dell’Europa,
  3. l’elezione popolare diretta del Presidente della Commissione Europea,
  4. una rete generale di sicurezza e sviluppo.

Resta da vedere come nel caso del M5S (anche se in questo caso con un minore isolamento, forse, ma forse no, se si pensa che in Europa sarebbero arrivati addirittura a complottare per far fuori il capo di un partito a cui oggi dovrebbero dare particolare ascolto) chi lo appoggerà in Europa per realizzarli.

Fatta chiarezza, al lettore-elettore la scelta, fermo restando che, se anche chi scrive ha naturalmente espresso una sua inclinazione, più o meno condivisibile, chi vota ha il diritto-dovere di sapere per che cosa lo fa, per chi e con quali scopi e programmi (che poi dovrebbero essere realizzati).

Vender fumo (senza discriminare tra chi assicura gli 80 euro, chi il reddito di cittadinanza o i referendum impossibili e chi ancora parla di complotti di giustizia o di aumentare le pensioni ) è solo becera, inutile e dannosa propaganda.

All’elettore l’ardua sentenza.

Edgardo D. d’Ambrosio Borselli

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