Ecomonitor: Draghi ha truccato i conti dell’Italia per assicurare l’ingresso nell’Eurozona? Corruzione EuroStyle

Erika Di Dio

28 Giugno 2013 - 14:34

Ecomonitor: Draghi ha truccato i conti dell’Italia per assicurare l’ingresso nell’Eurozona? Corruzione EuroStyle

Come i lettori della stampa finanziaria potranno ricordare, c’è stato un grande scandalo per il fatto che la Grecia avesse usato un’operazione finanziaria disegnata da Goldman nel 2001 per mascherare il suo livello di indebitamento e assicurarsi così l’ingresso nell’Eurozona. Goldman ha continuato ad aiutare la Grecia in questo modo e si è anche offerta di intervenire nel 2009, anche se la Grecia si è poi rifiutata. L’importo del debito nascosto era pari a € 2,8 miliardi nel 2001, e come risultato della ristrutturazione nel 2005, arrivò a € 5,8 miliardi. Goldman ha avuto grandi guadagni da questi affari.

Il coinvolgimento di Draghi

Tali operazioni sono state di grande interesse per la zona euro, non solo perché Goldman ha aiutato la Grecia con i suoi conti e senza questo "aiuto" la Grecia non si sarebbe qualificata per l’ingresso nell’Eurozona. Mario Draghi, che allora era considerato il probabile erede di Jean-Claude Trichet a capo della BCE, si era unito alla Goldman nel 2002 ed è stato a capo del gruppo che ha gestito la ristrutturazione nel 2005. La Banca d’Italia ha emanato una smentita sul coinvolgimento di Draghi che Simon Johnson ha definito poco convincente.

Quasi un anno dopo, Trichet ha posto il veto ad una richiesta da parte di Bloomberg alla Corte di Giustizia della BCE per rendere pubbliche maggiori informazioni a riguardo. Ciò è avvenuto un mese prima dell’udienza per la nomina alla BCE del nuovo presidente. Pascal Canfin, membro del Parlamento ed ex presidente della commissione ECON, interrogò Draghi per capire se e come fosse al corrente di queste transazioni e se avesse permesso che avvenissero. Ma non rimase soddisfatto delle risposte. Il New York Times ha riferito che dopo la sua nomina, è stato confermato che Draghi aveva commercializzato altre operazioni simili verso dei governi europei.

Una nuova storia dal Financial Times segnala che Draghi e la BCE hanno molto più da nascondere che il "semplice" scandalo della Grecia. Sembra che Draghi sia stato direttamente coinvolto nell’organizzazione di operazioni simili, ma molto più in grande, per l’Italia, quando era direttore generale della Banca d’Italia, nel 1999.

Questione derivati

Lo scandalo sta venendo allo scoperto proprio ora, perché il governo italiano si pensa possa perdere miliardi di euro in seguito alla ristrutturazione dei derivati, inclusi quelli del 1999, nel momento peggiore della crisi. Il FT sottolinea che non tutti i dettagli sono noti, ma le perdite sembrano essere preoccupanti:

Il rapporto non specifica le potenziali perdite che l’Italia deve affrontare sui contratti ristrutturati. Ma tre esperti indipendenti consultati dal FT hanno calcolato le perdite sulla base dei prezzi di mercato il 20 giugno e hanno concluso che il Tesoro in questo momento sta affrontando una perdita potenziale di circa € 8 miliardi, cifra sorprendentemente alta se viene basata su un valore nozionale di € 31.7 miliardi.

I nomi delle banche coinvolte in tali operazioni non sono stati resi noti, ma report precedenti mostrano che Morgan Stanley e JP Morgan siano tra le controparti dell’Italia.

Quali conseguenze?

Ci sono due, forse tre, brutte conseguenze.

  • In primo luogo, la rivelazione che l’Italia stia affrontando delle perdite da derivati ​​precedentemente non dichiarati arriva in un momento in cui i paesi dell’Eurozona periferici sono di nuovo sotto stress, tra questi l’Italia. Da Ambrose Evans-Pritchard oggi al Telegraph:

Mediobanca, la seconda banca più grande d’Italia, ha detto che il suo "indice di rischio di solvibilità" per l’Italia sta già facendo suonare i primi campanellini d’allarme, con la disfatta mondiale dell’obbligazionario che continua per la seconda settimana, spingendo verso l’alto il costo del debito.

Il rapporto ha avvertito che l’Italia "inevitabilmente arriverà a richiedere una richiesta di salvataggio UE" nel corso dei prossimi sei mesi, a meno che non potrà contare su bassi costi di finanziamento e un’ampia ripresa.

  • La seconda è che, dato il coinvolgimento di Draghi nel truccare i conti italiani, sembra ancora meno plausibile rispetto a prima che lui non sapesse delle offerte tra la Grecia e Goldman.
  • La terza conseguenza è che se Goldman era una delle controparti dell’Italia quando Draghi era al timone della banca centrale italiana, il suo successivo lavoro sembra molto simile ad un pagamento per il servizio.

La Banca d’Italia e la BCE sono certe di combattere con le unghie e con i denti per evitare le domande su Draghi e potrebbero anche sfruttare le tensioni di mercato per giustificare in parte il loro ostruzionismo. Ma la grandezza di queste perdite può galvanizzare il pubblico italiano. La questione è ora nelle mani dei revisori e della Guardia di Finanza, per quanto questa questione andrà avanti dipenderà anche da come essi opereranno di fronte a grandi scandali pubblici. Restate sintonizzati.

Traduzione italiana a cura di Erika Di Dio. Fonte:Ecomonitor

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