Nel 2019 Luigi Di Maio è pronto a una riforma costituzionale: diminuzione dei parlamentari, Referendum propositivi e vincolo di mandato.
L’obiettivo è di certo più che ambizioso: riuscire lì dove ha fallito Matteo Renzi e riformare la Costituzione. Dopo che tra mille polemiche la legge di Bilancio è ormai vicina alla sua approvazione, Luigi Di Maio guarda già al 2019.
Oltre alle elezioni europee dove il Movimento 5 Stelle punta a tenere botta dopo l’exploit delle politiche, Di Maio ha anche pronto un pacchetto di misure per attuare una riforma costituzionale: taglio del numero dei parlamentari con introduzione del vincolo di mandato e l’istituzione dei Referendum propositivi.
Il 2019 di Di Maio
Come sempre il periodo della fine dell’anno è il momento dei bilanci ma anche dei propositi. Per il 2019 Luigi Di Maio si pone quindi un duplice obiettivo: confermarsi alle elezioni europee e riformare la Costituzione.
Dopo che con la legge di Bilancio è stato sancito l’avvio del Reddito di Cittadinanza, gli assegni partiranno ad aprile, il Movimento 5 Stelle prova ad alzare l’asticella qualitativa della sua azione di governo.
La prima mission quindi sarà quella di tornare nelle piazze dello stivale per far conoscere i contenuti della “Manovra del Popolo”. In quest’ottica, il rientro di Alessandro Di Battista dal Centro America potrà dare una grossa mano.
Alle elezioni europee di fine maggio i 5 Stelle puntano ad aumentare la loro rappresentanza a Bruxelles, per una sfida con la Lega tutta interna alla maggioranza di governo: al momento però i sondaggi danno il carroccio in netto vantaggio.
Per cercare di ricompattare l’elettorato e di riaccendere l’entusiasmo dei grillini della prima ora, ecco che Di Maio è pronto ad accelerare anche per una riforma costituzionale che sta prendendo sempre più forma.
Tre saranno i pilastri riformatori, tutti vecchi cavalli di battaglia del Movimento 5 Stelle che adesso potrebbero diventare realtà dopo essere riusciti a mantenere la promessa del Reddito di Cittadinanza, dove però pende l’interrogativo delle risorse (per il 2019 ci saranno a disposizione 7 miliardi a fronte dei 16 ipotizzati in campagna elettorale).
La riforma costituzionale
Il titolo come sempre quando c’è di mezzo il Movimento 5 Stelle è accattivante e a effetto: “Riforme del Cambiamento”. L’idea di fondo pentastellata è quella di un Referendum costituzionale dove i cittadini possano scegliere punto per punto cosa approvare e cosa no.
Per quanto riguarda la riduzione del numero dei parlamentari ci sarebbe un netto taglio dagli attuali 945 a 600. Nel dettaglio, i deputati passerebbero da 630 a 400 e i senatori da 315 a 200.
Questa diminuzione dovrebbe portare anche a una rivisitazione del Rosatellum, l’attuale legge elettorale in vigore: andrebbero rivisti almeno i criteri di ripartizione del paese nelle varie circoscrizioni per la parte maggioritaria del sistema di voto.
Sempre rimanendo nel discorso riguardante i parlamentari, il Movimento 5 Stelle punta anche a inserire il vincolo di mandato per gli eletti, così da poter combattere la pratica del trasformismo anche di recente molto d’attualità.
Infine c’è l’idea dell’istituzione dei Referendum propositivi: i cittadini così potrebbero non solo abrogare leggi già esistenti, ma esprimersi anche su provvedimenti che ancora non sono in vigore.
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