Il Decreto lavoro per rilanciare e sostenere l’occupazione è stato varato e ora che succede? Ci sono le polemiche. Nonostante l’entusiasmo del ministro Giovannini sulle conseguenze positive che questo pacchetto di misure avrà sul mercato del lavoro, coinvolgendo circa 200.000 soggetti, non ci sono dati certi sulle coperture.
Come verranno creati questi 200.000 posti di lavoro stimati da Letta e Giovannini, ex Presidente dell’Istat, che i numeri dovrebbe conoscerli più che bene? L’economista Bruno Anastasia ha spiegato:
“Bisogna vedere come questa stima è stata fatta, le fonti e i presupposti, se c’è una relazione tecnica. I tempi della politica sono tali che spesso costringono a fare relazioni tecniche molto veloci”.
Insomma non mancano i dubbi e le opinioni negative, sia da parte di alcuni politici, M5S, PDL e Lega, sia da parte degli economisti e dei sindacalisti. Il Decreto lavoro funzionerà? La parola agli esperti.
Tito Boeri: l’economista
In un’intervista a Repubblica l’economista Tito Boeri ha parlato di un Governo che si sta “distinguendo per disfare, più che per fare”. Il pacchetto approvato è poco coraggioso e molto al di sotto delle aspettative, inoltre gli incentivi previsti rischiano di provocare un forte spreco di denaro pubblico, a causa di pochi fondi spesi molto rapidamente. Il concetto è chiaro:
“Gli incentivi sono temporanei. Quando si hanno poche risorse da distribuire è meglio che vengano concentrate in pochi provvedimenti di lunga durata, come poteva essere un sussidio permanente per le retribuzioni più basse. Altrimenti c’è il rischio che gli incentivi, distribuiti su troppi interventi e per periodi limitati, si esauriscano senza avere inciso sull’economia reale. Insomma, che siano soldi buttati via”.
Boeri sperava in un pacchetto che intervenisse sulla deficienza principale, a suo dire, della Riforma Fornero, ovvero la carenza di non avere un percorso alternativo di ingresso per i lavoratori. L’economista non condivide la tendenza a puntare sul contratto di apprendistato perchè, evidentemente, non è spendibile per tutte le fasce d’età. Al contrario, sarebbe stato più opportuno un contratto a tutele progressive, per conciliare la flessibilità in ingresso richiesta dalle aziende con le esigenze di stabilità dei dipendenti.
Pietro Ichino: il giuslavorista
Secondo il giuslavorista e senatore di Scelta civica Pietro Ichino il pacchetto contiene misure che vanno nella giusta strada, perché puntano a ridurre il costo del lavoro intervenendo sul cuneo contributivo, ma servirebbero degli aggiustamenti. In particolare su due fronti, quelli per:
- eliminare il disincentivo normativo all’assunzione di lavoratori con contratto di lavoro dipendente regolare;
- semplificare la normativa nazionale in materia di lavoro.
Quest’ultimo è un aspetto importante, soprattutto nel nostro mercato del Lavoro, continuamente oggetto di Riforma, come aveva spiegato anche Silvia Ciucciovino, Professore associato di Diritto del Lavoro presso l’Università di Tor Vergata in un’intervista a Forexinfo.
UIL, UGL, CGIL: i sindacalisti
Posizione simile ad Ichino quella di Raffaele Bonanni, leader della UIL, che, pur riconoscendo un “primo segnale positivo”, chiede di più:
“Occorre abbassare le tasse a lavoratori e pensionati per fare ripartire i consumi e sostenere la domanda interna per riassorbire i cassintegrati ed i disoccupati”.
C’è bisogno di misure strutturali che possano ridurre il carico fiscale sui redditi fissi e rimettere in moto la crescita e l’occupazione.
Il parere dell’UGL è riassunto nelle parole del segretario generale Giovanni Centrella:
“La debolezza delle misure, insufficienti in particolare per una reale soluzione dei problemi sofferti dagli over 50, sta nelle scarse risorse, sebbene l’esecutivo abbia compiuto un ulteriore sforzo per aumentarle, e nel contesto in cui le stesse andranno ad incidere, cioè in un mercato sempre più fermo. L’UGL continua a esortare il governo ad aggiungere presto altri interventi per alleggerire la tassazione su lavoro e imprese e a dare maggiore slancio alle infrastrutture”.
Anche per Susanna Camusso (CGIL) serve di più:
“Il decreto sul lavoro è una segnale importante ma se non si affronta il tema della redistribuzione del reddito con una riforma del fisco sono segnali troppo deboli per la crisi che abbiamo”.
Guglielmo Epifani, Fabio Rainieri: i politici
Il segretario del PD ed ex sindacalista Guglielmo Epifani sostiene che il decreto da solo non basta, perché servono investimenti.
Decisamente più polemico Fabio Rainieri, segretario nazionale per l’Emilia della Lega Nord:
“Il governo vara la nascita di una carta per l’inclusione sociale; una sperimentazione per tutto il Mezzogiorno come intervento contro la povertà estrema? Benissimo ma perché solo nel Mezzogiorno? Forse a parità di stipendio, di entrate e di spese, un povero del Sud è da ritenersi maggiormente meritevole di attenzione di un povero del Nord?”.
E aggiunge:
“Credo che la decisione del governo sia assolutamente priva di conoscenza della vita reale. Forse Letta & company non sanno che a parità di stipendio o di pensione al Sud si vive meglio perché la vita costa meno. E allora, se voleva testare questa carta in una sola parte del Paese non aveva più senso farlo in quella dove la vita costa di più?”.
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