Dopo il video del premier Renzi in cui il premier confondeva il termine “umanista”, arriva pronta la risposta degli studenti. Intanto continua la mobilitazione contro la riforma della scuola.
Entra nel vivo la discussione sulla riforma della scuola, dopo gli scioperi del 24 aprile e del 5 maggio e le continue proteste suscitate dal disegno di legge ‘La Buona Scuola’.
Martedì scorso, ci ha pensato Matteo Renzi in persona a prendere in mano la situazione. L’ex-sindaco di Firenze ci ha tenuto a spiegare - attraverso un video - come il governo si stia adoperando per creare una serie di provvedimenti che migliorino le condizioni della scuola italiana.
A nulla erano servite, infatti, le correzioni del Ddl, proposte dall’esecutivo stesso, per placare gli animi di sindacati e docenti.
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La mossa mediatica del premier - in cui Renzi appare di fronte ad una lavagna, intento a scrivere con il gessetto i vari punti della riforma - ha scatenato ulteriormente il dissenso di coloro che non vedono di buon occhio la riforma.
Come abbiamo visto nel video pubblicato ieri, il capo dell’esecutivo ha fatto confusione tra soggetto e sostantivo, scrivendo ‘cultura umanista’ anziché ‘cultura umanistica’, scatenando sul web l’ironia in seguito all’errore ortografico.
Non ha tardato ad arrivare il contro-video da parte degli studenti, come risposta al filmato realizzato da Renzi.
L’iniziativa è stata promossa dalla ‘Rete della conoscenza’, collettivo di studenti di sinistra dell’Uds.
La replica è un dialogo diretto con il presidente del Consiglio, in cui appaiono diversi studenti:
“Ciao Matteo, siamo contenti che tu sia contento che finalmente la scuola sia al centro del dibattito del Paese. Di certo però non è merito tuo e del tuo governo".
Il messaggio rivolto al premier pone l’accento su alcuni provvedimenti chiave; dalla figura del dirigente, allo school bonus.
Prova a spiegare il punto di vista degli studenti Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Unione degli studenti:
"Continuano a portare avanti un modello di scuola autoritario con un dirigente che continua a decidere tutto in forma diretta ed indiretta, succube dei privati, che legittima le disuguaglianze attraverso il 5 X 1000 e lo school bonus invece che abbatterle e che mette in concorrenza falsata scuole pubbliche e private, concedendo nuove agevolazioni a favore di queste ultime. Non c’è un euro sul diritto allo studio e non si pensa a finanziare realmente la scuola pubblica per raggiungere la media di investimenti europea.”
Gli studenti non sono intenzionati ad arretrare di un passo sul loro “no” alla riforma; anzi, l’associazione studentesca, ha già annunciato che la mobilitazione proseguirà nelle giornate del 18, 19 e 20 maggio, durante le quali saranno promosse iniziative in concomitanza del voto alla Camera.
Non è rientrata, inoltre, la minaccia da parte di docenti e studenti di boicottare gli scrutini, nonostante l’intervento del garante sugli scioperi, Roberto Alesse, abbia dichiarato l’illegittimità di tale azione.
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