Crisi in Eurozona: di chi è la colpa?

Erika Di Dio

3 Luglio 2015 - 06:30

L’analisi dell’economista tedesco Olivier Marc Hartwich analizza le cause della situazione di crisi in cui l’Europa si ritrova ora e non risparmia proprio nessuno.

Crisi in Eurozona: di chi è la colpa?

Ok, miei cari lettori del Business Spectator. Per gli ultimi cinque anni ho cercato di pubblicare articoli equilibrati e oggettivi ma oggi, un giorno dopo il default della Grecia, non posso più farlo, perché sono arrabbiato.

Allora, scusandomi già in partenza, ecco a voi la mia invettiva su Atene.

L’ultima settimana deve essere stata la più straordinaria nell’infinita storia della crisi dell’euro. Non credo che ciò sia mai successo prima. Quello a cui abbiamo assistito è stato un incredibile mix di dilettantismo politico, sfrontatezza e aggressione.

Nessuno è innocente in questo gioco europeo. Tutti i coinvolti devono prendersi le proprie responsabilità e ammettere i rispettivi roli nella crisi.

Errori su errori

Per iniziare, il primo errore è stato il fatto che la Grecia non sarebbe mai dovuta entrare a far parte dell’eurozona. E l’Eurozona non sarebbe mai dovuta accadere.
La stessa idea di unire economie europee completamente diverse sotto un’unica moneta, unico tasso di interesse e un cambio non è stata solo follia, è stata demenza pura. Non aveva niente a che fare con l’economia, in quanto ovviamente non era un’area valutaria ottimale; si è sempre e solo trattato di potere politico.

Se la Germania non avesse avuto bisogno dell’approvazione francese per la riunificazione nel 1990, i tedeschi non avrebbero mai lasciato volontariamente il loro marco tedesco.Ma questo è stato il prezzo che hanno dovuto pagare affinchè la Francia accettasse un vicino più grande ad est. I francesi hanno pensato che legare la Germania all’interno di un’unione monetaria avrebbe frenato il suo potere. Che errore colossale.

Il successivo errore è stato quello di includere la Grecia all’interno del club. Di nuovo, questo non ha avuto niente a che fare con l’economia e tutto con il simbolismo. La Grecia, considerata la culla della democrazia, potrebbe essere stata un caso disperato per secoli. Ma un’Europa senza Grecia non sembrava giusta.

Anche in quel momento non c’era carenza di voci critiche. L’ex ministro dell’economia tedesco Otto Graf Lambsdorff votò contro l’ingresso della Grecia nell’Eurozona quando il Bundestag decise sulla questione. Al tempo avvertì che la Grecia non era pronta, e insieme ad centinaia di altri professori di economia scrisse petizioni contro l’euro ma furono tutti semplicemente ignorati.

Di chi è la colpa?

Quando è iniziata l’Unione Monetaria Europea, le regole che avrebbero dovuto governare tutto in realtà non sono mai state rispettate. Come si aspettavano che qualcuno sviluppasse fiducia nelle loro azioni, per non parlare dell’euro?

Molti governi greci meritano di essere incolpati per la crisi del loro paese. Sono stati i tradizionali partiti di centro-sinistra e centro-destra a spendere più di quanto potevano, a trovare modi ingegnosi per prendere clandestinamente in prestito e alla fine hanno dimostrato di essere incapaci di riformare il loro paese. Sì, il governo attuale di Syriza è un vero disastro. Ma ad essere onesti Tsipras, Varoufakis & co., hanno ereditato un bel pasticcio.

Altri leader politici europei sono altrettanto colpevoli del disastro intorno ad Atene. Nel 2010, quando la catastrofe che l’euro aveva provocato in Grecia era già evidente, il cancelliere tedesco Angela Merkel voleva già fare cosa era giusto: cacciare a calci la Grecia dalla zona euro. Sotto la pressione di altri paesi europei e del governo degli Stati Uniti, ha poi presto cambiato idea. Da allora, l’UE ha cercato di combattere il debito con più debito.

Il risultato di tutto ciò è semplice: il settore privato è riuscito ad uscire dalla Grecia mentre tutti i rischi sono stati trasferiti ai contribuenti europei. Privatizzare i guadagni, socializzare le perdite. Potrò sembrare un socialista, ma questo è esattamente quello che è successo.

E qual è stato il risultato di tutto ciò? Beh, dopo cinque anni la Grecia è più, non meno indebitata di quanto lo era prima. La sua economia ha subito una contrazione del 25% dal picco. Il suo tasso di disoccupazione è del 26%. Non vi è alcun segno di crescita ma crescente tensione tra la Grecia e il resto dell’Europa.

L’unica buona idea nel processo di salvataggio è stata quella di coinvolgere il Fondo monetario internazionale. Dopo tutto, il FMI ha le conoscenze necessarie per raggirare i paesi. Tuttavia, guidata dai suoi registi francesi Dominique Strauss-Kahn e Christine Lagarde, il Fondo monetario internazionale non ha giocato il ruolo di un arbitro indipendente, bensì quello di un giocatore interessato. La Grecia è stato oggetto del più grande piano di salvataggio mai avvenuto da parte del FMI, anche se si tratta di un piccolo (e relativamente ricco) paese.

In un mondo che sta diventando più asiatico, il Fmi sta diventando più europeo. Ha prestato troppa attenzione alla Grecia e investito troppi soldi. Si sarebbe comportata nello stesso modo se non si fosse trattato di un paese europeo? Avrebbe fatto lo stesso se non fosse stato guidato da un ex politico francese?

Governo greco: il peggiore della storia?

Infine, l’attuale governo greco. Quello che i leader greci hanno mostrato nei mesi scorsi deve essere stato il peggior esempio della storia di diplomazia internazionale. Un giorno annunciare qualcosa e il giorno dopo fare l’esatto contrario. Parlare di decisioni e arrivare impreparati ai meeting. Minacciare i vicini europei e allo stesso tempo chiedere il loro aiuto. Dire una cosa ad Atene e dire qualcosa di completamente diverso a Bruxelles. Con tutto il rispetto, questo governo greco è uno dei peggiori mai visti.

Anche l’idea apparentemente democratica di indire un referendum è puro cinismo. Il suo unico obiettivo è quello di perdere ulteriore tempo. E non importa quale sarà la risposta del popolo greco, non cambierà di certo la posizione della Grecia in Europa.

Non fraintendete: adoro la democrazia diretta e ne vorrei vedere di più. Ma invece che chiedere ai greci se vogliono la torta e vogliono mangiarla, forse non dovremmo chiedere ai tedeschi se vogliono garantire più prestiti alla Grecia?

Conclusioni

Come ho già detto, questa è un’invettiva squilibrata. Nessuno qui è senza peccato.

C’è solo una speranza. Ora che la Grecia è ufficialmente in default, forse dovremmo iniziare a cercare una soluzione alla crisi. Cosa ne pensate di un’uscita della Grecia dall’eurozona, una svalutazione della sua nuova valuta, un default sul suo debito e una riforma della sua economia? Ho sostenuto questa causa per gli ultimi 5 anni e con me tanti altri economisti.

I leader europei ci ascolteranno finalmente?

Fonte: Business Spectator

Accesso completo a tutti gli articoli di Money.it

A partire da
€ 9.90 al mese

Abbonati ora

Iscriviti a Money.it